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L'albinismo in natura

L'albinismo in natura

 

L’albinismo è un’anomalia genetica consistente nella totale o parziale deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell’iride e nella coroide, nei peli e nei capelli. Colpisce sia l’uomo sia gli animali. Il termine albinismo deriva dal latino Albus e significa "bianco". Questa anomalia è rara ma non rarissima; il colore assunto dal soggetto colpito da albinismo è il bianco puro e gli occhi rossi oppure di un azzurro pallido. Per un fenomeno di rifrazione della luce si osserva molto spesso la colorazione azzurra dell’occhio (per lo stesso motivo per cui vediamo azzurro il cielo). In natura l’albinismo è raro, perché gli individui che ne sono affetti non sopravvivono nella lotta per l’esistenza. Presenta varie gradazioni: può essere oculare, oculo-cutaneo, parziale o totale. Non tutti gli albini sono di colore bianco puro perché a volte alcuni tratti che controllano la formazione del pigmento melanina compaiono nella pelliccia degli animali. Inoltre non tutti gli animali bianchi sono albini e per capirlo basta guardarli negli occhi; infatti, la melanina influisce sullo sviluppo del sistema visivo: senza i pigmenti bruno-nerastri o rosso-giallastri della melanina che colorano l’iride, gli occhi di un animale albino appaiono rosso-rosa o azzurro chiarissimo.

Molti animali come l’Orso polare e la Lepre artica hanno la pelliccia bianca ma non sono albini: sono detti leucisti. Il leucismo deriva dal greco leucos e significa "bianco"; è una particolarità genetica dovuta ad un gene, recessivo nella maggior parte dei casi, che conferisce un colore bianco alla pelliccia o al piumaggio di animali che normalmente presentano un manto di colore differente. Sia che si presenti in modo parziale o totale, il leucismo è una forma di albinismo incompleto; infatti, gli occhi mantengono la pigmentazione normale, diversamente dall’iride degli individui che manifestano albinismo oculare. Gli animali leucisti non sono eccessivamente fotosensibili, come gli albini. Lo stesso discorso vale per alcuni animali di montagna o abitanti in zone nordiche; alcuni di loro in inverno assumono un colore bianco (sulle nostre montagne sono la Pernice, l’Ermellino, la Lepre) ma poi in primavera riacquistano i colori originali. Si tratta di un adattamento per mimetizzarsi meglio e sfuggire ai predatori in inverno e in primavera. Altri esempi di animali bianchi che non sono albini sono il Beluga o balena bianca, la Capra, la Pecora, la Volpe artica, il Cavallo domestico (con eccezioni), il Lupo artico, il Pavone bianco eccetera.

Per l’animale allo stato brado l’albinismo è un grande problema poiché rende impossibile una valida mimetizzazione, sia per cacciare sia per sfuggire ai predatori; di conseguenza le probabilità che esso giunga alla maturità sessuale e si riproduca sono scarse. Il colore costituisce anche un pericolo per l’intero gruppo, ragion per cui gli albini sono generalmente banditi dal branco.

Nella stagione degli amori i maschi di molte specie usano le loro tinte vivaci per attirare e sedurre le future compagne. Il rischio degli albini di rimanere senza partner è però ridotto dal fatto che gli animali non hanno una visione come la nostra.

I pigmenti sono sostanze chimiche in grado di funzionare da creme solari protettive naturali e servono ad assorbire la luce. È evidente che gli animali privi di questi pigmenti sono condannati a una vita crepuscolare, al riparo dai raggi solari.e del naso rosa". (1)

Nel caso delle tartarughe, la frequenza è molto bassa. Il caso di Testudo marginata albina è un’eccezione che conferma la regola, pertanto ancora piú straordinaria. Nel mondo si trovano anche una decina di coccodrilli albini.

"I pitoni albini sono tra gli esemplari piú belli, nonché, tra i piú rari della specie. L’albinismo che li caratterizza è causato da una mutazione genetica che interferisce sulla sintesi di un enzima, detto tirosinasi, che a sua volta influisce sul colore della pelle in quanto responsabile della melanogenesi. Questa mutazione conferisce all’animale una livrea di colore giallo limone con bande completamente bianche sui lati, in quanto risulta del tutto assente il pigmento nero". (2)

Nei cavalli solamente i puledri bianchi dalla nascita si possono definire albini; gli animali con questo tipo di mantello hanno gli occhi chiari e la pelle rosata. Differenti sono i cavalli bianchi, che alla nascita hanno un colore grigio scuro che col passare degli anni si schiarisce fino a diventare bianco. Altri animali albini fotografati sono lontre, procioni, scoiattoli, merli, camosci, stambecchi, tigri, coccodrilli, wallaby, crostacei, serpenti di varie specie, tartarughe marine, gorilla, rospi, delfini, tori, delfini, furetti, conigli, marmotte eccetera. Si parla di albinismo nelle piante, quando le foglie di talune specie si presentano variegate di un colorito bianco o giallognolo, in forma per lo piú d’irregolari strisce o bande longitudinali, talora anche di macchie piú o meno tondeggianti ed estese, sino ad interessare l’intera lamina.

 

Animali albini famosi

Lo Stambecco bianco

"Il 25 giugno 2007 una notizia rimbalza fra le agenzie di stampa "Stambecco bianco in Valle d’Aosta!". E quel giorno i partecipanti alla spedizione "battezzano" l’esemplare: Flocon de neige - Fiocco di neve, nome ormai accettato da tutti. Il piccolo viene trovato all’ombra di una roccia insieme alla madre, il presidente Caveri commenta "come se fosse consapevole della diversità del suo piccolo, obbligato a fare molta attenzione all’esposizione solare", aggiungendo: "Dobbiamo proteggerlo in tutti i modi anche perché pare sia l’unico esemplare mai visto". (3)

Il Gorilla bianco

Il lungo addio a Fiocco di neve. Barcellona piange il gorilla bianco, unico esemplare di gorilla (piú propriamente di gorilla occidentale di pianura) mai osservato affetto da albinismo. Alla fine della sua vita, Floquet aveva un’età compresa tra i 38 ed i 40 anni, notevolmente al di sopra della media della sua specie, che si aggira intorno ai 25 anni.

Il Delfino di fiume

Rio De Janeiro (Brasile: un gruppo di ricerca brasiliano con sede all’università Univille di Santa Caterina ha individuato un raro esemplare albino di Pontoporia blainvillei, specie in via d’estinzione che vive al largo della costa meridionale del Sudamerica.

La Megattera

Di recente è stata avvistata una Balena albina al largo della Grande Barriera Corallina australiana. Si pensa che al mondo esistano tra le 10 e le 15 megattere albine.

 

Il melanismo in natura

"Il melanismo deriva dal greco melos che significa nero. Si tratta di un eccesso di pigmentazione nera o quasi nera di pelle, piume o peli, in un organismo individuale o in un tipo di organismi. Piú tecnicamente si riferisce ad un fenotipo nel quale la pigmentazione di un organismo è espressa completamente, o quasi completamente. Un sinonimo di questa condizione, usato nel contesto di malattia umana, è melanosi. L’abbondantismo è un incremento della pigmentazione scura in pelli o manti maculati, che causa un aumento nel numero e nella dimensione delle macchie o delle strisce pigmentate. Quando l’abbondantismo è sufficientemente esteso da apparire come il melanismo, come ad esempio nel caso in cui le striature del manto di un animale aumentano in larghezza fino a sovrapporsi, il fenomeno viene detto pseudo-melanismo. Tra i felini, molto conosciuto è il caso dei leopardi e giaguari, che, se affetti da melanismo, sono spesso chiamati pantere o pantere nere". (4)

 

La luce e i colori

Dove c’è la luce c’è il colore. La luce è il mezzo che consente di percepire gli oggetti. Quando i nostri occhi sono stimolati dalla luce riflessa di un oggetto, percepiamo e riconosciamo la luce come un colore. La percezione delle varie forme, la profondità e il chiaroscuro sono strettamente legati alla percezione del colore. Il colore di qualsiasi cosa che vediamo appare quando c’è la luce che è composta da onde elettromagnetiche che si propagano a circa 300’000 chilometri al secondo. Ciò significa che il nostro occhio reagisce all’impatto dell’energia e non alla materia stessa. Gli oggetti ritornano la luce che non assorbono intorno a loro e il nostro campo visivo interpreta queste radiazioni elettromagnetiche, che l’ambiente riflette o emette, con la parola colore.

La luce che entra nell’occhio viene convertita in segnali nervosi nella retina che vengono inviati al cervello attraverso il nervo ottico. Il nostro occhio reagisce ai tre colori primari additivi: rosso, verde e blu e il cervello percepisce i colori come una combinazione di questi tre segnali. Naturalmente come per il gusto, l’olfatto e gli altri sensi, la percezione dei colori varia da una persona all’altra. Inoltre il colore ha una stretta relazione con la temperatura che rende diversa l’interpretazione del colore stesso da parte del nostro cervello; ad esempio colori "caldi" o "freddi". Le persone possono percepire due tipi di colore: il colore di un oggetto che emette luce, chiamato colore diretto; e il colore di un oggetto illuminato che è chiamato colore riflesso. Ad esempio un oggetto che emette luce può essere il sole o una luce artificiale, mentre il colore riflesso è il colore di un oggetto illuminato che è composto dalla luce riflessa. In natura esistono tre colori primari i quali non possono essere realizzati, ma che sono la base dell’infinita gamma di colori presenti in natura. In piú di questi ci sono due colori (non colori): il bianco e il nero che aiutano a scurire e a schiarire. Per questa ragione alcuni artisti definiscono il bianco e il nero "non colori" perché il bianco è dato dalla somma di tutti i colori, il nero dall’assenza di colori. Il bianco è un colore con alta luminosità, ma senza tinta. La luce bianca, al passaggio attraverso un prisma di cristallo, crea un arcobaleno con la gamma completa dei colori, suddividendosi, infatti, in tutti i colori da cui è composta. Una cosa simile accade nell’arcobaleno: la luce che passa attraverso le piccole gocce d’acqua, sospese nell’aria dopo una pioggia, si scompone nei sette colori dello spettro (con tutte le relative gradazioni intermedie). Questo venne dimostrato già nel 1672 dal fisico inglese Isaac Newton quando fece passare un raggio di luce attraverso un prisma di cristallo. Il raggio si scompose cosí nei sette colori dello spettro solare, dimostrando appunto che il bianco è la somma di quei colori. La luce dunque non è bianca, ma è una sovrapposizione di sette colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto; questi sette colori formano lo spettro della luce visibile. Riassumendo, se un oggetto assorbe tutto il fascio di luce, cioè tutte le onde luminose che lo colpiscono, nessun raggio luminoso viene riflesso verso il nostro occhio e quindi l’oggetto ci appare nero, perché non percepiamo nessun colore. Se invece un oggetto assorbe una parte del fascio di luce e riflette solo qualche onda luminosa ad esempio il rosso, il nostro occhio è colpito dall’onda di colore rosso e l’oggetto ci appare rosso. Se invece un oggetto riflette tutto il fascio di luce, i nostri occhi vengono colpiti da tutto lo spettro che sappiamo essere bianco, di conseguenza l’oggetto ci appare bianco. Se l’oggetto è trasparente, il colore che vediamo dipende dall’onda luminosa da cui il corpo si lascia attraversare.

 

 

Note

1: www.naturasegreta.it

2: http://www.testudoalbino.com/albinismo.html

3: www.stambeccobianco.it

4: http://it.wikipedia.org/wiki/Melanismo

 

Fonti

www.cultorweb.com/Color/CAC.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Bianco

http://it.wikipedia.org/wiki/Leucismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Melanismo

http://australianshepherdrescue.it

www.photomazza.com

www.scuolapiancavallo.it

www.treccani.it

http://web.tiscalinet.it

 

 

 

 

 

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