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La farmacia della natura: erboristeria e aromaterapia

La farmacia della natura: erboristeria e aromaterapia

 

 

"Tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne e le colline sono farmacie".

Paracelso, (1493-1541)

 

 

Nel mondo sono note piú di 80’000 varietà di piante medicinali. Finora è stato studiato solo il 5% di tutte le fanerogame; inoltre nello spazio di 50 anni un quarto di queste specie pare purtroppo destinato a scomparire. Fin dai tempi piú antichi si impiegano rimedi vegetali per curare le malattie. Il papiro Ebers, redatto in Egitto verso il 1550 a. C. circa, contiene la descrizione di centinaia di rimedi popolari contro svariati mali. Di solito però i rimedi a base di erbe erano tramandati oralmente di generazione in generazione. Si ritiene che in Occidente il fondatore dell’erboristeria farmaceutica sia stato Dioscoride Pedanio, un medico greco vissuto nel I secolo che scrisse il trattato De materia medica. Questo divenne il principale testo di farmacologia per i successivi 1600 anni. In molte parti del mondo i rimedi tradizionali a base di erbe continuano a essere molto apprezzati.

"Oltre l’80% della popolazione mondiale fa ricorso alla medicina tradizionale (soprattutto erboristica) e almeno il 50% dei farmaci a prescrizione obbligatoria (la penicillina, per esempio, ma anche centinaia di altri) si basa su sostanze prodotte dalle piante. Circa il 25% di essi si ricava direttamente da quelle in fiore, o ha comunque alla base molecole di origine vegetale". (1)

"Il mondo ha creato le malattie… ma la natura ha un rimedio per ognuna di esse". Ecco un’affermazione nella quale credo fermamente. Nel passato la conoscenza delle erbe si basava esclusivamente sull’esperienza e sulle rappresentazioni magiche. La ricerca scientifica ha avuto inizio solo nel secolo scorso ed è tuttora ben lontana dall’essere conclusa. La medicina moderna riconosce il valore delle erbe e delle piante officinali e se ne avvale in crescente misura. Una ricerca seria, su vasta scala, utilizzando le enormi risorse che il mondo sperpera negli armamenti militari, potrebbe portare alla cura definitiva di molte malattie. Chi può sapere se le cure per il cancro o per l’Aids siano nascoste tra i fiori o le foglie di una pianta o in un’erba della foresta pluviale amazzonica oppure… nel giardino di casa nostra. Senza una seria e precisa ricerca questa opportunità resterà per sempre soltanto un sogno.

La storia delle erbe

Alcuni pensano che sia stata la scienza ufficiale a rivelarci le proprietà terapeutiche delle erbe. Ma la scienza è apparsa in questo contesto solo di recente, avendo assorbito rapidamente le conoscenze accumulate nei lunghi millenni di storia che l’hanno preceduta. Infatti, è stato grazie ad una lunga serie di sperimentazioni, ripetute per secoli che alla fine parte del segreto delle erbe è stato svelato. Naturalmente non tutti i segreti sono giunti fino a noi, molte cose purtroppo si sono perse nel tempo. Nell’antichità l’utilizzo delle piante era associata a riti magici o religiosi; infatti, spesso la loro raccolta, preparazione e somministrazione era riservata a figure rilevanti all’interno della comunità come streghe, maghi, anziani e sacerdoti, le cui conoscenze derivavano da una lunga tradizione orale. Frequente è pure l’unione con la mitologia: l’Achillea, per esempio, deve il suo nome ad Achille, mentre l’Artemisia che era consacrata a Diana. Gli egizi collegavano la conoscenza delle piante alle divinità. Queste conoscenze di erbe medicamentose, nate in Egitto, si diffusero poi in Mesopotamia; lo studioso Campbell Thompson arrivò addirittura a identificare ben 250 sostanze diverse adoperate dai babilonesi. C’è da dire che l’effetto terapeutico era quasi sempre attribuito all’intervento magico di certe divinità nel complesso mondo mitologico babilonese. Nel passato il commercio delle erbe medicinali era molto attivo e lucroso; la prova ci viene dai fenici, abili navigatori e commercianti, che dedicavano parte del loro tempo alla ricerca di erbe medicinali. La storia, però, ci dice che è solo presso gli ebrei che si trova una chiara menzione del commercio delle piante, usate a scopo terapeutico e in profumeria. La Bibbia, in Ecclesiaste e in Isaia, contiene alcuni esempi di erbe medicinali usate per guarire. In seguito Ippocrate (460-377) segnò l’inizio della scienza medica fondata sull’osservazione e sul ragionamento: egli aveva anche una buona conoscenza del mondo vegetale e fu il primo che si pose il problema del dosaggio. Uno studioso di anatomia, Erofilo di Calcedonia (IV secolo a. C.) diceva che tutte le erbe, anche quelle che vengono ignorate e calpestate sotto i piedi, possono avere virtú terapeutiche. Comunque, il piú grande iniziatore degli studi botanici fu Teofrasto (372-287 a. C.): egli raccolse tutte le informazioni dell’epoca sulle piante medicinali, corredandole con precise nozioni sul modo di raccoglierle e con consigli sulla conservazione dei farmaci che se ne ricavavano. Anche Plinio (23-79) nei suoi trentasette libri di Historia Naturalis riassume tutte le cognizioni scientifiche del suo tempo: egli descrive molte piante con l’indicazione delle loro proprietà medicinali. Un posto di rilievo nella storia delle erbe lo ha certamente il piú gran conoscitore di botanica farmaceutica, Dioscoride Pedanio, nato ad Anazarbo presso Tarso, in Cilicia, nel I secolo d. C. Nella sua opera De Materia Medica sono elencati tutti i medicamenti vegetali conosciuti ed essa costituí, per oltre quindici secoli, la bibbia di erboristi e farmacologi. Non si deve pensare che il lungo periodo oscuro del Medioevo facesse perdere completamente la conoscenza del mondo delle erbe acquisita fino ad allora. Furono i monaci, che grazie alla loro conoscenza del latino e del greco, diventarono eredi dei botanici dell’antichità. In moltissimi monasteri erano presenti notevoli giardini, nei quali erano coltivate le erbe medicinali piú importanti. Tra il Quattrocento e il Cinquecento fu tutto un fiorire di erbari e di libri dedicati alle erbe. Anche il grande Leonardo da Vinci (1452-1519) si occupò di erbe. A questo uomo geniale si devono non soltanto lo studio del geotropismo negativo, della spinta radicale e delle cerchie annuali negli alberi, ma anche la preparazione di tinture, polveri ed estratti. Col Rinascimento si aprí una nuova era di progresso e di conoscenza delle piante e delle loro virtú. Ed ecco apparire Teofrasto Filippo Augusto Bompast von Hohenheim conosciuto come il grande Paracelso (1493-1541). Egli è il fondatore della chimica farmaceutica.

Paracelso diceva che un buon medico doveva saper considerare l’aspetto esterno delle piante medicinali, perché esse sono state "segnate" dalla natura in modo che lo scienziato le potesse riconoscere facilmente. Per questo motivo egli conduceva personalmente gli allievi sul campo mostrando loro le erbe nel loro habitat naturale. Nel frattempo veniva evidenziata una nuova esigenza, quella di collezionare a scopo di studio le piante vive raccolte anche in paesi lontani. Questo materiale vegetale messo a disposizione dei botanici aumentava di quantità e migliorava anche nella qualità: dalla fitoterapia nasce cosí la botanica farmaceutica, e da essa prende lo spunto la schiera dei sistematici, da Andrea Casalpino (1519-1603) fino a Linneo (1707-1778) con il suo Specie plantarum. Il Seicento aveva visto arrivare in Europa la corteccia di china, insuperabile ancora oggi contro la febbre. Il Settecento vede il suo inizio sotto le smanie farmacologiche del Re Sole e appaiono tra gli erboristi un’infinità di imbroglioni e ciarlatani. Gli studi di botanica furono portati avanti dalla dottrina medica e ciò fece fiorire la Scuola Laica Salernitana, la piú antica istituzione medievale dell’Occidente per l’esercizio e l’insegnamento della medicina, creatrice, nel XII secolo, del primo Ortus salutaris. Nel periodo medievale Carlo Magno impose la coltivazione delle piante medicinali nei giardini dei re e nei monasteri e pubblicò nel Capitulare de villis una lista di 24 piante, medicinali e no, che dovevano essere coltivate nei giardini e nei monasteri. Un progetto dell’820, mai realizzato, che prevedeva la realizzazione di un giardino botanico nel chiostro del monastero di San Gallo, in Svizzera, è stato conservato negli anni e rappresenta una testimonianza importante delle specie medicinali di maggiore rilevanza in quel periodo e che dovevano essere coltivate nei giardini monastici. In quel particolare periodo l’espansione dei rapporti commerciali con l’Asia e con l’Africa rese disponibile in Europa un’enorme quantità di nuove erbe. Dal Settecento in poi la sintesi di farmaci chimici portò gradualmente fino ai giorni nostri ad un minore interesse verso le erbe, usate soltanto per l’estrazione di principi attivi singoli o precursori per sintesi chimiche di farmaci. Finalmente nell’Ottocento la chimica isolò molti dei principi attivi dei vegetali.

Negli ultimi decenni vi è stata una riscoperta della fitoterapia, sia per la cura sia per la prevenzione di numerose malattie. Il progresso della scienza, ha permesso lo sviluppo di nuove tecniche estrattive e di analisi che hanno permesso ai ricercatori di trasformare l’interesse per le piante terapeutiche in una disciplina vera e propria, basata su evidenze scientifiche. La fitoterapia moderna, che spesso prende spunto dalla tradizione popolare, ha come obiettivo l’utilizzo di piante, sicure, efficaci e con scarsi effetti collaterali attraverso una serie di studi sperimentali che ne individuano ed isolano i principali costituenti chimici, il loro effetto, meccanismo d’azione e tossicità. Oggi i prodotti fitoterapici oltre ad essere esenti da contaminanti (pesticidi, metalli pesanti, sostanze tossiche), devono avere concentrazioni di principi attivi costanti, in modo da garantirne l’efficacia. Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le piante medicinali sono quelle che, introdotte o messe a contatto con un organismo umano o animale svolgono in esso un’attività farmacologica anche blanda. Dei 252 farmaci considerati di base ed essenziali secondo l’OMS, l’11% deriva esclusivamente da piante ed un numero significativo sono farmaci di sintesi ottenuti da precursori di origine naturale. Il cammino dell’uomo è stato molto lungo nella scoperta delle erbe e le possibilità terapeutiche da scoprire sono tutt’altro che concluse, anzi sono ancora all’inizio!

L’aromaterapia

L’aromaterapia fonda le sue radici nei vari sistemi della medicina tradizionale sviluppati dalle antiche civiltà. Essa è un ramo della fitoterapia che usa gli oli essenziali, ossia le sostanze volatili delle piante, affinché il loro odore abbia effetti benefici sulla salute. Il termine profumo deriva dal latino per = attraverso e fumus, cioè "attraverso il fumo". È una miscela di una base di alcool o sostanze oleose, con sostanze odorose, il cui uso è principalmente quello di procurare sensazioni olfattive gradevoli, che stimolino un senso di benessere. L’origine del profumo si perde nella notte dei tempi. L’Oriente sembra esserne stata la culla. Gli odori gradevoli scongiuravano anche le malattie ed ostacolavano la peste e le epidemie. Nella storia dell’umanità i primi documenti sulla profumeria risalgono agli Egizi. In questa civiltà, alle fragranze di cui i sacerdoti avevano il pieno controllo veniva attribuita la proprietà di fare da tramite alle aspirazioni umane nell’aldilà. I popoli primitivi si accorsero che anche il fumo, creato bruciando legni diversi, produceva effetti diversi dando sensazioni diverse, tra cui l’esperienza spirituale. Cominciò cosí l’idea di utilizzare questi fumi per cercare di guarire i malati. Il processo di diffondere fumo aromatico sui malati (fumigare) in seguito si trasformò in una delle primissime forme di terapia. Il termine "aromaterapia" fu coniato per la prima volta nel 1928 da un farmacista e chimico francese, René Maurice Gattefossé (1881-1950).

"Jean Valnet (1920-1995) è un medico francese che portò avanti le ricerche di René Maurice Gattefossé svolgendo l’attività di chirurgo durante la seconda guerra mondiale. In quel periodo i medicinali scarseggiavano, ma Valnet scoprí che gli oli essenziali spesso si rivelavano un sostituto molto efficace. Il lavoro di Valnet, Gattefossé e molti altri ricercatori contribuí notevolmente a fornire una convalida scientifica all’aromaterapia, facendola entrare di buon diritto nella tradizione della medicina francese". (2)

Se a Gattefosse viene attribuita l'invenzione del termine "aromaterapia", a Jean Valnet viene riconosciuta l'opera fondamentale per la disciplina, intitolata Aromathérapie e pubblicata nel 1964. Lo sviluppo dell’aromaterapia può però essere rintracciato a partire dalle opere di Avicenna, filosofo e scienziato arabo vissuto tra il X e l’XI secolo, fino ad arrivare ai giorni nostri.

"Abu Ali al-Hussein Ibn Sina noto con il nome di Avicenna. Nacque in Persia nel 980 ad Afshana presso Bukhara e morí nel 1037. La sua influenza sulla medicina occidentale fu grande, specialmente attraverso un’opera che divenne presto uno dei libri di medicina piú utilizzati nell’ambito universitario, il Qanun fit at-tibb, tradotto da Gherardo da Cremona in latino col nome di Canon Medicine. L’opera, volta a sistematizzare il pensiero medico antico, è divisa in cinque libri a seconda della materia trattata: il primo libro tratta della medicina teorica, il secondo dei medicamenti semplici, il terzo delle malattie trattate a seconda della loro localizzazione, il quarto delle malattie generali, il quinto della farmacologia cioè della preparazione dei medicinali. Avicenna scrisse anche il Poema della medicina, un trattato medico in versi nel quale definisce la medicina come l’arte di conservare la salute ed eventualmente guarire la malattia sopravvenuta nel corpo". (3)

Medico, scienziato, fisico e filosofo, Avicenna è considerato l’uomo di scienza piú famoso della tradizione islamica. Con Il libro della guarigione e Il canone della medicina influenzò tutta la medicina medioevale europea. La sua importanza per l’aromaterapia consiste nel fatto di avere scoperto il processo di distillazione a vapore che ancora oggi conserva il suo principio di base.

Principi attivi delle piante

Conoscere il principio attivo è sicuramente la cosa piú importante per chi voglia curarsi con l’aiuto delle piante. Esso infatti rappresenta la parte attiva del preparato. I principi attivi non sono mai presenti nelle stesse quantità e quasi sempre variano in base ai fattori climatici che interagiscono con la pianta. Le diverse specie producono il principio attivo per i loro bisogni, tra i quali quelli piú evidenti sono: la difesa da parassiti, l’accumulo di sostanze di riserva, la necessità di prepararsi ai periodi freddi. Nel corso del loro processo metabolico le piante generano diversi tipi di sostanze di cui alcune sono accumulate come elementi di rifiuto o come riserve da utilizzare in situazioni particolari. "La virtú medicinale che caratterizza una pianta è correlata al tipo e alla quantità di principio attivo in essa presente. È importante ricordare che i principi attivi, proprio per la loro natura, a piccole dosi possono essere utilizzati a scopo terapeutico ma possono risultare molto pericolosi in quantità eccessive o comunque non idonee all’organismo o, ancora, nel caso il cui soggetto per sua caratteristica non sia compatibile con determinate sostanze. L’impiego delle erbe può quindi essere una buona terapia in tutti quei piccoli disturbi quotidiani che però non rappresentano uno stato di malattia per l’individuo. È importante, come piú volte ripetuto in questo libro, che in caso di disturbo grave, di vera malattia, si faccia sempre riferimento a un medico prima di assumere qualsiasi tipo di prodotto, anche se naturale. Anche le piante presentano tutta una serie di avvertenze e controindicazioni che non vanno mai sottovalutate". Da Erbe buone per la salute, Giunti Demetra.

Vi sono molti tipi di principi attivi, tra cui vari elementi minerali e vitamine che sono indispensabili alla vita dell’uomo e che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare.

Oli essenziali

Gli oli essenziali, conosciuti anche con il nome di oli volatili o eterei, costituiscono le essenze aromatiche concentrate delle piante. Si trovano in particolari cellule dei fiori, delle foglie, dei semi, dell’epidermide, delle radici e nella corteccia, nella resina e nel legno degli alberi. Sono state identificate piú di 400 essenze di cui circa 50 sono disponibili. L’aumento di interesse per gli oli essenziali ha fatto sí che divenissero maggiormente disponibili anche perché vi è una crescente domanda nei corsi e nelle cure con l’aromaterapia. Occorrono 60’000 rose per ottenere 30 gr di olio di Rosa e da ciò deriva il suo prezzo estremamente elevato. Le essenze sono prodotte dalle piante per molteplici ragioni. La tecnica piú usata per estrarle è la distillazione in corrente di vapore. Nonostante questo concetto sia abbastanza antico, non fu mai utilizzato per isolare gli oli essenziali, bensí per ottenere le acque aromatiche, che erano considerate le vere "essenze" delle piante. Soltanto con il progredire della tecnologia fu possibile isolare gli oli essenziali.

Essenza (olio essenziale od olio volatile)

Gli oli essenziali possono essere dotati di diverse proprietà; alcune di esse sono antisettiche, altre agiscono sull’apparato cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso, digerente, endrocrino e urinario. Il loro utilizzo è esteso anche nell’industria cosmetica oltre che farmaceutica. Gli oli essenziali non devono essere confusi con quelli ottenuti da spremitura, generalmente da semi e utilizzati in cucina. L’olio essenziale viene misurato a gocce.

Attenzione!

Gli oli essenziali sono miscele complesse e concentrate di sostanze chimiche: l’uso senza la supervisione di un medico può essere pericoloso: l’applicazione di oli essenziali puri sulla pelle può portare a infiammazioni e lesioni della cute, la loro ingestione (a seconda del tipo di olio e della quantità ingerita) è potenzialmente mortale. Gli oli essenziali devono essere evitati per uso interno o durante la gravidanza o da chi soffre di epilessia o di ipertensione o ancora da chi possiede una pelle delicata e sensibile a meno che non siano prescritti da persone qualificate.

 

Secondo gli aromaterapeuti l'aromaterapia sarebbe indicata nei seguenti casi:

infezioni cutanee e delle mucose

infezioni del tratto gastrointestinale

infezioni e disturbi catarrali delle prime vie respiratorie

spasmi della muscolatura liscia gastrointestinale

gonfiore addominale

dispepsia iposecretoria

condizioni nelle quali una stimolazione della perfusione ematica sia indicata (disordini reumatici ed artrosici, uso esterno)

modulazione dell'umore

Gli oli essenziali possono provocare effetti collaterali piú o meno importanti in conseguenza della via di assunzione, della quantità, dello specifico olio essenziale assunto e dell'età, del peso corporeo individuale e di specifiche patologie preesistenti. Gli oli essenziali, comunque assunti, possono portare a fenomeni di sensibilizzazione, irritazione,tossicità (possibile per via orale anche a dosaggi di alcuni ml). Le controindicazioni generiche sono rivolte a donne in gravidanza, bimbi al di sotto dei tre anni, persone allergiche, epilettici e persone con gravi problemi di epatopatie e insufficienze renali. In ogni caso prima di mettere in atto una cura personale con l’aromaterapia o con l’erboristeria è imperativo consultare il proprio medico di fiducia!

 

L’aromaterapia e la sua funzione

"L’olfatto è uno dei cinque sensi specifici e rende possibile, tramite i chemioricettori, le percezioni delle sostanze chimiche volatili e dei gas presenti nell'aria. La funzione olfattiva nell'uomo si realizza per mezzo di strutture specifiche: i recettori degli stimoli, che si trovano nella mucosa nasale in numero variabile tra i 10 ed i 20 milioni, trasducono l'informazione chimica in un impulso nervoso che percorre gli assoni emergenti dall'estremità basale delle cellule ricettorali, il segnale giunge ai bulbi olfattori, collocati al di sopra delle cavità nasali; qui avviene il contatto con il secondo neurone della via olfattiva, il quale proietta il proprio assone al sistema limbico, all'ipotalamo, all'amigdala ed alla cosiddetta corteccia olfattiva primaria dove vengono interpretati i segnali olfattivi. I recettori hanno una elevata sensibilità discriminativa che arriva a distinguere 10’000 diversi odori". (4)

"Ogni altra esperienza sensoria, persino il tatto, deve compiere un percorso piú lungo attraverso il sistema nervoso prima di essere registrata, e questa avviene in una parte del cervello molto piú sofisticata. Il senso del’olfatto è un istinto fondamentale. Il sistema limbico registra l’esistenza di una specifica molecola d’olio e il cervello reagisce liberando sostanze chimiche che comunicano con il sistema nervoso per rilassarlo o stimolarlo. Queste sostanze chimiche influiscono sul corpo anche a livello fisico ed è per questo che gli oli possono essere cosí efficaci nel lenire il dolore". (5)

L’aromaterapia e lo stress

Uno degli utilizzi piú efficaci usati oggi con l’aromaterapia è quello di combattere lo stress. Esso si manifesta a livello fisico in molti modi. Emicranie, mal di testa cronici, insonnia, mal di schiena e disturbi digestivi sono molto spesso sintomi dello stress. L’uso domestico degli oli essenziali può essere molto efficace per combatterlo: rilassarsi con un bel bagno aromatico caldo o addormentarsi respirando un piacevole aroma rilassante ha senza ombra di dubbio un effetto benefico. La combinazione di aromaterapia e massaggio costituisce una forma ideale di trattamento dello stress, perché agisce sia sul corpo sia sulla mente. Naturalmente occorre anche sapere da cosa deriva il nostro stress. L’aromaterapia può dare sollievo, ma non può eliminare la fonte dello stress!

Conclusioni

Il mondo delle erbe è pressoché infinito e conoscerlo può aiutarci a vivere meglio senza doverci recare ogni volta dal medico per curare problemi che magari possiamo sconfiggere da soli. È comunque indispensabile recarsi una prima volta dal medico di fiducia prima di intraprendere una qualsiasi cura erboristica per essere sicuri che il nostro corpo sia idoneo a farlo. Curarsi con le erbe e con l’aromaterapia è qualcosa che ci può rendere piú felici. La natura è in grado di aiutarci e dunque perché non provarci!

 

 

Note

1: Medicina Naturale, National Geographic, 2007.

2 e 5: "Aromaterapia, Le dolci vie del benessere", di Clare Walters, Edizioni Könemann.

3: www.accademiajr.it/medweb/avicenna.html

4: http://it.wikipedia.org/wiki/Olfatto

Fonti

"Erbe buone per la salute", Giunti Demetra.

http://it.wikipedia.org/wiki/Profumo

www.farmaci-e-vita.it

www.raggi.it

 

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