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LA NUOVA BENELLI ARGO E COMPACT BLACK

DSCN0374 minHo deciso di testare sul campo con ottimi risultati, la bella carabina ARGO E Compact Black, degna erede della Endurance, tanto amata ed apprezzata dai cacciatori di tutto il mondo e in particolare dai “cinghialai” italiani. Una semiautomatica che all’epoca della sua apparizione segnò una decisa rottura con i precedenti canoni tecnici e formali e che seppe guadagnarsi subito un’importante fetta di mercato, tanto da essere stata presa ad esempio da più di un concorrente. Ma veniamo alla nuova Compact Black, un’arma in generale, che sia da guerra o da caccia, ha dei pesi sotto ai quali non si può scendere. In nessun caso. Vuoi per la bontà dei materiali impiegati, vuoi per l’eccellenza del progetto, il peso non si può diminuire più di tanto, ma è possibile distribuirlo meglio per favorire la portabilità, l’ imbracciatura, il brandeggio, la maneggevolezza ed anche le prestazioni. Ecco, queste sono le caratteristiche basilari della nuova ARGO E Compact Black, un’arma nata per la caccia in battuta, in ambiente boschivo, destinata a chi deve camminare ore ed ore nel fitto più impenetrabile, ma anche per chi pratica la caccia cosiddetta “comoda” da palchetti in legno soprelevati, dove spesso lo spazio a disposizione per muoversi è molto ridotto. La posizione del centro di gravità di un fucile gioca un ruolo fondamentale, a parità di tutti gli altri fattori, nella determinazione delle doti dinamiche e nel controllo del rilevamento. In generale si può dire che l’arretramento del centro di gravità velocizza la velocità di salita alla spalla dell’arma lunga e nello stesso tempo facilita l’ingaggio del bersaglio. Una canna più corta rende il fucile più leggero e più brandeggiabile nel folto, ma soprattutto, anche lasciando tutto il resto inalterato o quasi, cambia le caratteristiche dinamiche dell’arma e questo può aumentare il rendimento del cacciatore, a patto che rinculo e rilevamento non diventino eccessivi e che l’accorciamento della canna non pregiudichi la resa balistica della munizione. La Argo E Compact Black adotta una canna di soli 470 mm di lunghezza ed è proposta in due calibri: il 30/06 e il 308 Winchester. La scelta non è stata casuale, ma legata alla loro grande diffusione e alla stracollaudata efficacia che hanno dimostrato in decenni di caccia al Re dei boschi europei: il cinghiale. La progenitrice ARGO E viene anche offerta in grossi calibri come il 300 WM, il 338 WM e il 9,3 x 62, per soddisfare il mercato estero, in particolare quello del Nord Europa e d’Oltreoceano, ma i nostri due “Militi in congedo” hanno dimostrato un’efficacia sul selvatico indiscutibile, grazie anche al fatto che esistono caricamenti originali in grado di adempiere a tutti gli usi venatori e a soddisfare i gusti personali di tutti gli utenti. Il 308 Winchester risente meno d’essere utilizzato in canne relativamente corte, ma anche il 30.06 non subisce grossi deficit velocitari, specialmente considerando le normali distanze di tiro. Il 308 Winchester possiede le stesse caratteristiche del vecchio 30/06, ma vanta un bossolo che ne facilita il riarmo nelle armi semiautomatiche, mentre il 30.06 è da preferire per chi prevede di utilizzare di palle più pesanti, nell’ordine dei 200-220 grani, specifiche per cacciare i grossi selvatici in ambiente boschivo come orsi ed alci. La Benelli Argo E Compact Black adotta un gruppo scatto eccellente, concepito per coniugare al massimo grado la sicurezza, l’affidabilità e il massimo rendimento sul terreno di caccia. Con un peso di sgancio compreso tra i 1,94 e i 2,4 kg, si pone ai vertici della categoria. Il grilletto è molto confortevole e ben raggiungibile e si riarma velocemente con una corsa decisamente breve. Per testare la Compact Black sono state eseguite lunghe e impegnative prove secondo criteri militari molto più duri ed esigenti di quelli normalmente richiesti per un’arma da guerra. Oltre a verificare la collaudata meccanica che caratterizza tutte le versioni di carabina ARGO E, si è voluto controllare affidabilità, precisione e resa balistica di numerose munizioni commerciali presenti sul mercato. I risultati hanno ampiamente superato le aspettative. Senza cercare di spiegare cose che chi legge queste note conosce benissimo, vorrei soltanto dire che passando da una canna di 510 mm ad una di 470 non si sono riscontrati né cali di precisione né velocitari degni di nota. Le canne delle ARGO Compact Black sono costruite con tecnologia Criogena e quindi, anche dopo aver sparato lunghe serie di colpi in rapida successione, non hanno mai fatto manifestare dispersioni anomale delle rosate. La Benelli, prima di mettere in circolazione una nuova arma, sottopone alcuni presi a caso a rigorose verifiche, che consentono di controllare adeguatamente il lavoro svolto dai progettisti e da tutta la catena di produzione che prima realizza i singoli pezzi, poi li assembla per dare vita all’arma finita. L’Argo E Compact Black è l’unica carabina semiautomatica in calibro 30.06 in commercio ad essere stata sottoposta ai rigorosi test a norma NATO presso il BNP. E’ stata in grado di sparare 3.000 cartucce in 48 ore, evidenziando solo pochi problemi di introduzione della munizione ed una volta il mancato avviso di arma scarica. Ha dimostrato di avere una elevata capacità di resistenza all'usura della canna dopo lo sparo anche dopo 24 e 12 ore di permanenza in condizioni ambientati estreme, comprese fra + 40 e -50° C. Che la Argo E sia una carabina affidabilissima e ultrasicura è un dato di fatto dimostrato anche dall’uso sul campo di decine di migliaia di esemplari. Giova ricordare che tanto le prove di funzionamento come l’uso sul campo prevedono l’uso dell’arma in condizioni operative con i caricatori originali da 4 colpi che corredano la Compact Black. Sono di nuova concezione e caratterizzati nella parte anteriore dalla presenza di un setto interno che guida il collo delle cartucce facendo in modo che le stesse siano perfettamente allineate nei loro alloggiamenti. I caricatori sono del tipo bifilare a presentazione alternata e, come i precedenti modelli, mantengono la più completa intercambiabilità. La nuova configurazione non permette alle cartucce di non essere in perfetta assialità con la camera di scoppio, aumentando così l’affidabilità con qualsiasi tipo di proiettile e riduce il rischio di deformazioni a carico di quelli con le punte con molto piombo esposto. Evitando ammaccature e deformazioni delle ogive oltre all’incremento dell’affidabilità si garantisce ovviamente anche quello della precisione. Al pari dei modelli Comfortech, anche le Argo E Compact Black sono dotate di una moderna calciatura in polimeri completamente regolabile come: pieghe, vantaggi e lunghezze. La cassa Comfort è dotata di nasello intercambiabile, che rende più dolce il contatto tra guancia e dorso del calcio, smorzano le vibrazioni che vengono trasmesse alla mandibola. Con i naselli di ricambio (low e high) è possibile variare l’altezza del dorso della calciatura a seconda delle preferenze dell’utente e dell’altezza dell’ottica installata. In questo modo viene esaltata la naturalezza della posizione assunta dalla testa del tiratore, che peraltro può regolare in funzione dei suoi bisogni anche la piega e la lunghezza della pala intervenendo sul LOP (Lenght of Pull). Ciò è stato reso possibile dal fatto che il calciolo anatomico Air Cell è intercambiabile rapidamente e senza attrezzi. Sulle armi di serie è montato il calciolo corto, ma quelli medio e lungo possono essere acquistati separatamente. Il calciolo Air Cell è anatomico ed è disponibile sia per i destrimani che per i mancini. L’arma viene venduta con un kit per variare piega e vantaggio e se consideriamo che la sicura a traversino è invertibile comprendiamo come anche Argo E Compact Black possa essere utilizzata comodamente pure dai mancini senza altra penalizzazione che non sia l’espulsione verso destra. Un altro particolare degno di nota è il nuovo tipo di zigrino non più a cuspidi, ma a semisfere, che consente una naturale aereazione del palmo mano e una tenuta della presa mai fastidiosa, ma sempre salda, in ogni situazione, con o senza guanti. In questa configurazione la ARGO E Compact Black dimostra di possedere eccellenti doti dinamiche e di maneggio, pur riducendo al massimo il rilevamento e quindi gli intertempi tra un colpo e l’altro, sia a bersaglio fermo sia in movimento. Detto in estrema sintesi, con la nuova ARGO è possibile andare in punteria più rapidamente e quindi mantenere la mira e riprenderla tra un colpo e l’altro con maggior facilità.

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Gli organi di mira della Black ricalcano quelli delle altre Argo E, ovvero mirino in fibra ottica di colore rosso accoppiato a mezza bindella da battuta con inserti in fibra ottica di colore verde. Le mire sono regolate di fabbrica, ma si può intervenire completamente per Alzo e Deriva sul mirino se vogliamo accuratizzare le mire per la nostra cartuccia preferita. Comunque il castello è forato e filettato (6/48” HS) per accogliere agevolmente diversi tipi di attacchi necessari al montaggio di cannocchiali sia tradizionale sia di tipo elettronico. Per la PROVA SUL CAMPO, sia al poligono sia a caccia, ho utilizzato una ARGO in calibro 30.06 equipaggiata con un modernissimo mirino olografico ultracompatto LEICA TEMPUS. Per le munizioni ho optato per le Winchester Originali Winchester Ballistic Silvertip da 168 grani e di diverse ricariche con palle da 150 e 165, pesi che ritengo ideali per cinghiale. E’ stata una scelta mirata perché le ogive da caccia calibro 308” di medio peso sono quanto di meglio si possa desiderare per cacciare la selvaggina di media mole a pelle medio-tenera, ma hanno anche l’eccellente caratteristica di esprimere al meglio le loro potenzialità balistiche in canne di lunghezza modesta. L’arma ha dimostrato subito di essere perfetta sotto tutti i punti di vista. Precisissima nel tiro mirato a 50 metri e molto istintiva nel tiro d’imbracciata sulla sagoma corrente. Decisamente azzeccata l’eronomicità del calcio e dell’astina. Se non sono perfetti, credo poco ci manca. La Benelli Compact Black è una delle carabine che s’imbracciano meglio, la configurazione Comfortech è molto valida. Ho utilizzato la Benelli ARGO in Maremma, contro dei cinghiali piccoli e veloci ma anche grossi e forti incassatori, che si sono dimostrati dei degni avversari. Come già accennato la Argo E Compact Black, con i suoi kg 3,35 di peso non è certo leggerissima, ma impugnandola non si avvertono perché è estremamente ben bilanciata e molto maneggevole. La canna da 470 mm porta la lunghezza totale dell’arma a poco più di un metro, praticamente tra le più contenute della categoria. La Compact Black è stata concepita per quei cacciatori che, più di qualsiasi altra cosa, amano l’efficienza. Materiali di prim’ordine, meccanica affidabilissima, camerature adeguate, pesi e ingombri contenuti rendono la nuova Benelli ARGO E Compact Black un vero “inno all’efficienza”, il punto di arrivo in fatto di armi da battuta.

 

Marco Benecchi

 

 

Arci Caccia Umbria: I cacciatori “ausiliari”, protagonisti della gestione dei conflitti faunistici per un ambiente sano

UMBRIANon c’è più tempo da perdere nella difesa degli interessi della comunità umbra solidamente insediata nei territori rurali. È compito delle associazioni venatorie – e non solo – farsene carico, avere una funzione per ricomporre lo scontro culturale che deriva, troppo spesso, dall’approccio “urbano”, talvolta disinformato e “manipolabile” alla vita nelle campagne, alle tradizioni, agli usi storicamente insediati nei borghi, nei piccoli paesi e in territori marginali. L’esperienza della pandemia spinge, a livello mondiale, a migrazioni verso realtà rurali ove la densità delle popolazioni favoriscono un distanziamento preventivo naturale. Occorre essere pronti ad accogliere e a educare i “migranti” alle problematiche di gestione del territorio e, nel nostro specifico, alla gestione faunistica, alla predazione tra le specie selvatiche e al ruolo insostituibile dell’uomo nell’assicurare equilibrio e convivenza tra le specie. Come per tutto il volontariato, occorre separare la giusta passione popolare dei cacciatori e delle loro tradizioni venatorie che fanno e faranno capo agli Atc, dagli interventi di controllo faunistico che non possono che avere come riferimento l’intero territorio agro-silvo-pastorale regionale così da tenere a “giusta distanza” dai centri urbani gli ungulati, oggi in particolare la specie cinghiale, che può trasmettere contagi pericolosi per altre specie, rischi per la sicurezza stradale e ingenti danni all’agricoltura.

L’operatore faunistico Senza una figura qualificata del cacciatore in grado di intervenire per ripristinare gli squilibri faunistici di molte specie, queste peseranno sempre di più anche sulle tasche di tutti i cittadini in quanto la fauna selvatica rimane comunque patrimonio indisponibile dello stato. Serve riconoscere la figura dell’«operatore faunistico», colui che, munito di abilitazione all’esercizio venatorio, formato con adeguate competenze tecniche e regolarmente iscritto a un albo, è autorizzato a rimuovere le fonti del conflitto faunistico. I principali fruitori di questo servizio faunistico dovrebbero essere gli imprenditori agricoli che subiscono i danni. Anche a loro devono essere assegnate precise competenze come “attrezzare” il loro territorio con appostamenti, altane, percorsi pedonali e carrabili per rendere efficaci gli interventi. I mezzi e le tecniche degli interventi andranno calibrati in base ai territori.
Le proposte Le carni dei capi prelevati andranno indirizzate a centri di raccolta con lo scopo di valorizzarne l’uso per un mercato sano e di qualità. Percorso di valorizzazione a fini alimentari già avviato dalla Fondazione Una, alla quale aderiscono anche le associazioni venatorie nazionali FIdC, Enalcaccia, Arci Caccia, Cncn che ha permesso alcune iniziative sperimentate in altre Regioni, non appropriatamente divulgate per le contraddizioni di altre associazioni venatorie che, alla prospettiva di un ruolo qualificato, affidato anche a cacciatori, preferiscono la lotta delle tessere per la sopravvivenza. Qui e ora l’Arci Caccia dell’Umbria ritiene che la sintesi dei contenuti che riproponiamo e sono da tempo in “sonno” in archivi polverosi, abbiano bisogno di essere concretizzati. Saranno temi che rilanceremo anche nel nostro congresso perché diventino patrimonio del mondo venatorio che dovrà superare logiche integraliste e corporative che hanno già perso e stanno estinguendo i cacciatori e la loro funzione sociale.

Il Presidente Regionale

Arci Caccia Umbria

Emanuele Bennati

Fassini, Presidente Nazionale Arci Caccia: sul caso Insinna, sui finanziamenti agli animalisti e sui ristori delle tasse di concessione, intervenga la Cabina di Regia

arcicaccia logo co1Arci Caccia, da sempre convinta del bisogno di unità del Mondo Venatorio, per mano del suo Presidente Nazionale ha scritto alla Cabina di Regia per sollecitare interventi sui principali problemi incontrati dal nostro mondo negli ultimi giorni. In questa fine d’anno, infatti, è esploso il caso Insinna, con il conduttore Rai che durante una seguita trasmissione serale della prima rete si è lasciato andare ad affermazioni gratuite e fuori luogo sulla caccia ed i cacciatori. In questi giorni, inoltre, vedrà la luce la nuova legge finanziaria del Governo che, complici alcune improvvide manine, ha visto comparire un emendamento che regala un milione di euro alle associazioni animaliste, attraverso fondi accessibili alle sole associazioni animaliste. Questo, oltre ad essere fuori luogo in un momento di profonda crisi economica, a nostro avviso è discriminatorio verso i tanti volontari che, senza appartenere a quel ristretto gruppo, tanto fanno per la tutela dell’ambiente e degli animali. Ultimo problema, quello delle giornate di caccia “perse” nel 2020 a causa dei provvedimenti anticovid. Più volte il mondo venatorio ha chiesto compensazioni e negli ultimi gironi qualcosa sembra muoversi, in seguito all’Ordine del Giorno della Senatrice Caretta che chiede una riduzione del 50% sulla tassa di concessione governativa del prossimo anno.

Secondo Arci Caccia, su questi temi, serve una mobilitazione compatta del mondo venatorio, per questo si chiede l’intervento della Cabina di Regia, che esca con una posizione comune, presentandosi con un fronte unico alla politica. Siamo fiduciosi che questo sarà possibile, senza fughe in avanti o distinguo di qualche associazione. Solo con l’unità, potremo riuscire a ottenere soddisfazione per i cacciatori e un futuro per la caccia.

Alleghiamo le lettere inviate alla cabina di regia:

 

La Cabina di Regia del Veneto scrive alla Regione per chiedere maggior possibilità di movimento in zona arancione

Le Associazioni della Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie del Veneto, hanno inviato alla Regione la missiva allegata, per chiedere maggior possibilità di movimento per esercitare la caccia in zona arancione.
Di seguito è allegata la risposta della Regione che afferma “la dizione «salvo che per comprovate esigenze lavorative, per studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, o per svolgere attività non sospese o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune» si può ritenere applicabile all’attività venatoria;
e ciò nei soli casi in cui il comune di residenza o domicilio non coincide con il comune/i amministrativo/i in cui si articola il territorio dell’ATC/CA di iscrizione o sul quale è insediato l’istituto privato (AFV/AATV) a cui si intende, previa autorizzazione, accedere;” rispondendo quindi positivamente alle richieste del mondo venatorio.

Cabina di Regia 24 12 2020 ore 18.40 page 0001

Cabina di Regia 24 12 2020 ore 18.40 page 0002 

Carissimi, viste le richieste pervenute per le vie brevi si è dato seguito ad un approfondimento con l’avvocatura regionale per verificare la possibilità di svolgimento dell’attività venatoria nei giorni con restrizione arancione.
Con la presente vi invito a dare ampia informazione sia alle associazioni venatorie che alle Polizie Provinciali di quanto sotto riportato.
Lunedì 28 dicembre mattina provvederemo a formalizzare la comunicazione con nota protocollata.

in riferimento alle limitazioni agli spostamenti ed alle attività esercitabili nell’ambito delle misure – governative e regionali – di contrasto al COVID-19 nel territorio regionale, si ritiene che, nel periodo dal 28 al 30 dicembre 2020 compreso e nella giornata del 4 gennaio 2021, ove trova applicazione il regime c. d. di «zona arancione», le previsioni di deroga applicabili allo spostamento fuori dal comune di residenza o domicilio – punto A1 dell’OPGR n. 169 del 17 dicembre 2020:

«A) Misure relative allo spostamento individuale
1. Spostamenti tra comuni del Veneto
Dal 19 dicembre 2020 fino al 6 gennaio 2021, dopo le ore 14 non è ammesso lo spostamento in un comune veneto diverso da quello di residenza o dimora, salvo che per comprovate esigenze lavorative, per studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, o per svolgere attività non sospese o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune; dopo le 14 è sempre ammesso il rientro presso l’abitazione. Lo spostamento verso e da comuni di altre regioni è regolato dalla disciplina statale.»

possano essere riferite anche all’attività di prelievo venatorio ed agli spostamenti extra-comunali connessi per l’esercizio della stessa, in quanto la dizione «salvo che per comprovate esigenze lavorative, per studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, o per svolgere attività non sospese o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune» si può ritenere applicabile all’attività venatoria;
e ciò nei soli casi in cui il comune di residenza o domicilio non coincide con il comune/i amministrativo/i in cui si articola il territorio dell’ATC/CA di iscrizione o sul quale è insediato l’istituto privato (AFV/AATV) a cui si intende, previa autorizzazione, accedere;

rimangono in ogni caso applicabili tutte le restanti disposizioni in riferimento al rientro nel comune di residenza o domicilio;

e ciò anche in riferimento alle disposizioni di cui alla lettera b del comma 4 dell’articolo 3 del DPCM 3 dicembre 2020;

rimangono confermate le precedenti disposizioni operative in ordine all’attività di vigilanza volontaria ed all’attività di controllo faunistico laddove reso da operatori volontari su autorizzazione e sotto il controllo e coordinamento del personale d’istituto;

alla presente comunicazione anticipatoria seguirà una nota formale della Direzione a far data dal 28 dicembre 2020;

cordiali saluti
Ancora buon Natale a tutti voi

Gianluca Fregolent
Direzione Agroambiente Programmazione e
Gestione Ittico e Faunistico-Venatoria
Vicedirettore Area Sviluppo Economico

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura