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Domande e risposte, a cura di C.Ricciarelli

Domande e risposte, a cura di C.Ricciarelli

Giovanni, di Lucca, ci chiede: "Gentilissimo sig. Cesare, sto per acquistare un nuovo semiautomatico per l’apertura della caccia. Premesso che avevo un vecchio Browning di mio padre con una canna da 81 cm. ed una stella, vi chiedo quale canna rappresenta l’ideale per la caccia in termini di lunghezza e di strozzatura?"

Caro Giovanni, mi fai una buona domanda ma ti dimentichi di dirmi che tipo di caccia pratichi ! 

A mio parere infatti, fare la migratoria o la stanziale con il proprio cane, richiede forzatamente una differenza lunghezza ed apertura della canna. Come puoi capire infatti, tirare ad un colombaccio al passo reale, o ad un fagiano sotto la ferma del cane, implica forzatamente una tecnologia molto differente.

Per la caccia agli acquatici ed a certa migratoria difficile, una canna più lunga è certamente preferibile. Ricorda però in ogni caso che non è così determinante la lunghezza ma l’accoppiata lunghezza-strozzatura.
Non pensare comunque che l’elevata lunghezza della canna, consenta da sola grossi vantaggi in termini di distanza di tiro. Il metraggio raggiunto sopra i 40 metri epiù si traduce infatti con pochi centimetri di vantaggio, contrariamente a ciò che si pensa.
Il pregio è chela canna lunga permette sicuramente un miglior puntamento specie su uccelli che volano alti (per esempio il colpo del re ecc.). E’ altrettanto evidente che la canna corta, potendo in genere fornire una rosata più larga, facilita spesso il tiro, specie sotto ferma del cane.
Il grande Greener ( uno dei più noti tecnici e costruttori del passato) sosteneva , prove alla mano, che una canna dalla lunghezza di tra i 68 ed i 70 cm. rappresenterebbe l’ideale per molti tipi di caccia.
Rifletti comunque sull’importanza della strozzatura che può dare un aiuto sensibile in più tipi di caccia.
Una cosa da non dimenticare è anche l’importanza ed il ruolo della cartuccia. Ti cito la forte differenza balistica che sussiste tra una dispersante, in grado di offrirti un’ottima rosata a pochi metri di distanza ed una HP o una Magnum in caso di tiri a lunga distanza.
Cosa farei io? Prenderei un semiautomatico con una canna intorno ai 70 centimetri, predisposto con strozzatori intercambiabili, dalla cilindrica alla piena strozzatura.
Sul modello hai solo l’imbarazzo della scelta anche se personalmente propenderei per canne come le Bore, Tribore, Crio ecc.ecc. che magari possono offrire una balistica migliore.
Il resto, caro Giovanni, dipende solo dalla tua abilità o meno….ma questo, come credo, lo sapevi di sicuro!!
Un cordiale in bocca al lupo!

 

Ci scrive Marchino da Pistoia: "Salve, ho letto con attenzione il vs. bel servizio sullo Sporting realizzato in Luglio. Mi permetto di fare alcune domande per chiarire alcuni aspetti. Premetto che ho fatto alcune prove sul campo di Tiro di Laterina per provare questo divertente sport. Ho sparato alcune serie con il mio attuale fucile da caccia che è un Fabarm, con canna Tribore da 71 cm. con strozzatore. Devo confessare che ho avuto alcune difficoltà a colpire piattelli, fermo restando la mia scarsa pratica sullo Sporting, e specie sui piattelli traversali la cui uscita dalla macchina, oltre che veloce, consente un bersaglio limitato. Secondo punto: ho utilizzato una cartuccia da Trap con 28 g. di piombo del 7 ½ , con la quale ho ottenuto discrete rotture a distanza, ma piuttosto scarse sui piattelli più vicini o più lenti. Vi chiedo un possibile consiglio: cosa posso fare per migliorare i risultati e quale strozzatore o cartuccia può potenziare la performance a vostro parere?" 

Carissimo Marco, apprezzo molto la tua voglia di iniziare questo Sport e capisco che specie all’inizio, le cose non siano così semplici… Le domande che mi fai sono comunque più di una e piuttosto complesse da spiegare, comunque:

1. Sparare sulle piazzole di un campo di Sporting, non è così semplice come qualcuno può pensare, specie all’inizio. E’ vero che alcuni lanci assomigliano in qualche modo al tiro che viene effettuato a caccia, ma a parte la bravura del tiratore, occorrono sia una bella esperienza prima di ottenere risultati di livello, sia un’ arma e una cartuccia che rispondono a requisiti ottimali.
2. Come accennavo sullo Speciale di Luglio, il semiautomatico è un ottimo fucile, ma di certo non è l’optimum per il tiro. Devi pensare che è vero che è il fucile che si ha sempre in mano a caccia e al quale siamo abituati, ma è altrettanto vero che può essere troppo leggero ( se non è di quelli di nuova generazione costruiti appositamente per il Compak o lo Sporting. La stessa Azienda ha infatti, come altre ultimamente, produce una versione differente e più specifica). Mi citi canne da 71 cm. che non sono le più usate nello Sporting dove si utilizza in genere, una lunghezza maggiore ( 76 o addirittura 81 cm). La leggerezza dell’arma, sia pure sparando cartucce da 28 g. non può offrirti l’equilibrio di un fucile più adeguato e pesante specie nelle rapide rotazioni.
Un sovrapposto specifico, con 76 cm.di canna e con un peso più accentuato, offre ovviamente maggiori chances, fermo restando che ti garantisce due strozzature differenti che potrai migliorare all’evenienza con uno o due strozzatori ad hoc. L’equilibrio dell’arma è forzatamente migliore, specie in fase di rotazione ed allo stesso tempo è ridotta la tendenza a “scappare”come si dice in gergo, che è per forza molto più limitata.
La possibilità di utilizzare uno strozzatore in prima canna per la prima fucilata, facilita l’ampiezza della rosata sui piattelli più semplici ed al tempo stesso una seconda canna più o meno vicina al full-choke, può aiutare il recupero di piattelli ad una maggiore distanza.
3. L’azione di tiro deve essere fluida, ma c’è anche la necessità di un solido posizionamento e di equilibrio del corpo, in modo da garantire stabilità e solidità allo sparo.
4. Mi dici che nella tua esperienza hai sbagliato tendenzialmente piattelli apparentemente più vicini o più facili, come hai detto. Questo può dipendere da diversi fattori: un eccesso di velocità di fuoco, una strozzatura troppo stretta, una cartuccia che tende a stringere e che sarebbe più adatta sulla lunga distanza, o magari un eccesso di “sottovalutazione” del tiro ecc. ecc. Cosa questa diversa dall’errore sul traversone veloce, sul quale normalmente si tende a dare poco anticipo restando dietro con la fucilata. D’altra parte, come sai e come succede anche a caccia, sono poche le situazioni in cui si può sparare “addosso” al bersaglio!!
5. In tema di cartucce, occorre una certa attenzione. La cartuccia ideale, come si dice da sempre: è quella sulla quale si fonda la nostra fiducia, e che al tempo stesso offre maggior rendimento sul nostro fucile. E’ una vita che si dice così…
Ma nello Sporting, occorre anche pensare che l’elevata diversità nel lancio dei piattelli, che è diversa da quelli pur molto difficili della Fossa Olimpica, richiede la necessità di tirare cartucce adeguate alle diverse situazioni ed alle distanze, ma anche al tipo di strozzatura impiegata. Ti posso assicurare che da un punto di vista qualitativo, in commercio ci sono attualmente delle cartucce eccezionali e con prestazioni balistiche notevoli. La scelta quindi (anche se poi un tiratore fa ciò che vuole) può essere sulla dimensione del pallino : un 8 o un 8 ½ per i piattelli più vicini, un 7 ½ per la seconda canna, ovviamente in conformità della strozzatura delle canne e aggiungerei, del suo modo di sparare lento, veloce o velocissimo, secondo le caratteristiche di fuoco che gli ha dato madre Natura.
Per questo molte Aziende producono cartucce ad hoc per la corta distanza ( shorth range) la media ( le medium range) o la lunga ( long range), che per come sono caricate, il tipo di borra ecc. offrono maggiori chances al tiratore nelle differenti situazioni.
Ma qui io mi tiro indietro…. Ognuno tira ciò che crede e, ripeto, in cui ha più fiducia ed è giusto che sia così. Personalmente credo anche che portarsi dietro tre tipi di cartucce sui lunghi percorsi tra piazzola e piazzola sia oltretutto abbastanza problematico….Per concludere quindi, il “ Top” dovrebbe essere un logico bilancio tra le proprie abitudini di sparo, le caratteristiche dell’arma e una logica simbiosi con la cartuccia, non dimenticando mai i risultati che si ottengono, che contano più di ogni altra cosa per rafforzare scelte e decisioni.

Caro Marchino, non so cosa aggiungere a questa mia teoria un po’ scontata che magari non ti sarà sufficiente. Una cosa insindacabile in ogni caso è che l’esperienza sul campo e su più tipologie di piattelli, unita alle tante cartucce sparate con un buon fucile, è quella che potrà consentirti di fare progressi. Per diventare Campioni, credimi, occorre parecchio tempo, compreso una grande costanza, modestia, fiducia in se stessi e in chi ti può dare una mano per affinare, specie all’inizio, le tue tecniche nella specialità… Non dimenticarlo!!!
La cosa importante è crederci e soprattutto divertirsi, credi a me…se poi non funzionasse….ascolta me: ci sono tanti altri sport a disposizione e così il problema non si pone !
In ogni caso: un grosso in bocca al lupo... avanti tutta e…tiragli addosso!!!

 

Cesare Ricciarelli

Romano di nascita, toscano di adozione, vive a Prato. Acquisisce il diploma di Liceo Classico e si iscrive alla Facoltà di Farmacia a Padova. Inizia la sua attività lavorativa facendo ricerca sui farmaci in una importante Azienda Farmaceutica Americana.

Grande appassionato di caccia, si avvicina anche alle pedane del Tiro a Volo dove ottiene ottimi risultati vincendo gare a livello Regionale e Nazionale e Campionati Italiani nella Fossa Olimpica e nel Double Trap.
Dal 2007 ha scritto e pubblicato 10 libri di racconti, di cui 8 di caccia, partecipando anche a numerosi concorsi letterari di rilevanza; dal 2014 è uno dei giudici del concorso di letteratura venatoria "Scrivendo & Cacciando".
In funzione dell’esperienza acquisita in tanti anni, esegue test per Aziende produttrici di armi da Caccia e da Tiro, nonché di cartucce.
Attualmente scrive articoli e servizi su Riviste come Diana Armi-Diana- Caccia+ e sulla Rivista di Tiro a Volo.

 

 

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