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Beretta, storia italiana di successo: le doppiette Anson

Beretta, storia italiana di successo: le doppiette Anson

Doppiette, sovrapposti e automatici; Beretta ha accompagnato buona parte dei cacciatori e tiratori nelle loro avventure o sui campi di tiro con prodotti sempre meccanicamente all’avanguardia, dalla resa balistica ottima, costuiti con i migliori materiali e dalle linee uniche per sobrietà e bellezza.

Chi di voi lettori non è andato a caccia almeno una volta con un automatico della serie 300, una doppietta o un sovrapposo della riuscitissima e ancor attuale serie S?

Chi non ha posseduto un sovrapposto da tiro Beretta, o ha ammirato le splendide linee di un sovrapposto SO o di un AS?

Beretta, casa gardonese con alle spalle cinque secoli di tradizione e 15 generazioni, ha regalato emozioni a chiunque avesse tra le sue mani una sua arma, dall’economico fuciletto monocanna, passando al sovrapposto o doppietta da caccia più o meno pregiato al prezioso sovrapposto da tiro o doppietta da piccione.

Della lunghissima e vasta produzione da caccia e da tiro che la Beretta ha prodotto nell’ultimo secolo, mi voglio soffermare su una particolare tipologia di armi da caccia per descriverne la meccanica e per elencare le caratteristiche di ogni singolo modello.

Si tratta delle doppiette hammerless della serie 409-410-411 e 424-425-426-427.

La prima presentazione della serie di doppiette Beretta mod. 409-410-411 è datata attorno alla fine degli anni '30 e inizio '40.La produzione, con una precoce scomparsa della elaborata e splendida mod. 411 a piastra intera, è terminata ufficialmente verso il 1970. I mod. 425-426 videro la luce nei primi anni '60, quindi sono stati coevi per alcuni anni con la vecchia serie 409-410.

La Beretta 409 è una doppietta  con batterie Anson e Deeley con molle a placca, mezze cartelle con attaccatura al calcio a taglio dritto. Bascula leggermente incisa, primo grilletto snodato, la 409 era prodotta nella versione “bis” con la chiusura denominata “triplice speciale Beretta” e nella versione “L” con la classica chiusura triplice Greener (prolungamento della bindella che entra nella bascula ed ha un perno trasversale di chiusura comandato dalla chiave) e estrattori rigorosamente manuali. Le canne erano fabbricate con "Alloy Chromium Electric Steel - Special Type Ausonia”, unite insieme da una bindella in stile Saint Etienne. I calibri prodotti erano, come riportano i cataloghi dell’epoca, il 12 e il 16.

Il modello 410E è la doppetta con le mezze cartelle a cani interni più raffinata della casa gardonese e solo la mod. 411, che ne condivide solo la meccanica, ha esteticamente qualcosa in più grazie alle finte cartelle lunghe incise a mano. Batterie Anson e Deeley con molle a placca, mezze cartelle finemente incise a taglio dritto e le chiusura triplice Greener con catenaccio nascosto e sicura libera erano le caratteristiche di questo fine hammerless. Prodotta in due versioni, quella con estrattori automatici nella versione “E (Ejector) Piccione” e quella con estrattori manuali, avevano entrambe in dotazione le famose canne fabbricate con l’ “Alloy Chromium Compressed Steel - Special Type Titania”, canne selezionate per avere rese balistiche eccellenti alle lunghe distanze, unite da una bindella stile Saint Etienne. Sul piano estetico i due modelli differiscono nella scelta dei legni e nel piccione riportato in argento sulla chiave. Nel modello 410 vennero prodotti tutti i calibri dal 12 al 28.

Infine la punta di diamante delle doppiette della casa gardonese. La 411E in calibro 12 e 16 era un’arma estremamente fine con finte cartelle lunghe riccamente incise, che aveva come base di partenza tutte le caratteristiche della 410E con l’aggiunta delle pinne sottocanne sulla bascula. Per questo hammerless le canne erano fatte in acciaio al Cromo Molibdeno, anch’esse selezionate per la miglior resa balistica.

Le canne in acciao Krupp Essen sono relative, in tutti e tre i modelli,  al solo periodo bellico con circa un anno di tolleranza prima e dopo.

Sul piano meccanico, una cosa che contraddistingue le 409-410 dalle successive 425-426  è l'aggancio del cane, reso più sicuro sulla serie basata sulla meccanica della 425. 

Altro particolare che differisce tra le due serie sono le molle delle batteria dei cani, a lamina sulla prima serie 409/411 e successivamente sostituite da quelle a spirale nella seconda serie 424-427. Anche i percussori vennero migliorati e rendendoli anche meno vulnerabili a rotture.Altra caratteristica distintiva tra le due serie è il primo rampone passante rispetto al pavimento di bascula nelle doppiette 409-410, mentre nella seconda serie i ramponi sono interni entrambi.Il disegno di bascula, nella vecchia serie ha le guancette laterali di rinforzo che mancano sulla seconda serie.
Troviamo la terza chiusura Greener tanto sulla vecchia serie, in cui è elemento caratteristico, quanto sui primi esemplari della nuova serie, in seguito la nuova serie ne sarà sprovvista come diremo in seguito.

Parliamo ora delle doppiette della serie 420. La prima hammerless di questa serie, presentata nel 1964, è la Beretta 425. Non è un errore di scrittura, la prima doppietta presentata era proprio la 425, perchè la 424, modello più semplice ed economico, venne commercializzata nel 1968. Ideale erede della 409, venne prodotta fino al 1971.

La 425 è una doppietta con batterie Anson e Deeley con nuove molle a spirale in acciao svedese e con percussori e cani ridisegnati, batterie corte a taglio curvo, grilletto snodato, il tutto su una fine bascula in acciaio al nickel cromo con la classica triplice Greener con il perno passante nascosto come in tutti gli altri modelli di questa serie.  Le canne erano fabbricate in acciaio “High Strenght Chromium Molybdum Steeel S”. Gli estrattori erano manuali a doppio gambo ed erano azionati dal nasetto della croce. Qui compare per la prima volta l’astina di sganciamento detta “a pompa”.

In seguito venne presentata la 424, pressoché identica alla 425 come caratteristiche meccaniche. La 424 aveva una duplice chiusura Purdey senza i codolini di rinforzo laterali e senza la Greener, finiture spartane e a tratti austere che facevano di questo modello la versione economica delle doppiette Beretta, ma con la stessa splendida qualità meccanica e balistica delle armi Beretta di quel periodo. La produzione terminò, come gli altri modelli, nel 1982.

Sulla base della 425 vennero prodotte le sorelle maggiori 426 e 426E che avevano la bascula finemente incisa e il piccione in argento inciso sulla chiave e la splendida 427 e 427EL ed EELL che aveva cartelle lunghe con incisioni di grado superiore, chiave con piccione riportato in argento, la bascula temperata e i legni scelti di noce. Caratteristica delle doppiette di queste due serie prodotte verso la fine degli anni ’80 è la scomparsa della triplice Greener che lasciò il posto alla duplice Purdey.


 

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