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F.A.I.R., Made in Italy

F.A.I.R., Made in Italy

Marzo 2013

F.A.I.R. ISIDE: LA DOPPIETTA CHE FA SCUOLA

Ad un anno esatto dalla presentazione dei primi due prototipi la F.A.I.R. di Marcheno (BS) ha completato la gamma Iside che comprende ora ben undici modelli divisi in due famiglie, quella delle armi canna liscia e quella delle armi a canna rigata, denominata "Safari". Un’arma per tutti i gusti, pronta a soddisfare un pubblico estremamente vasto.

Di G.Tansella ed A.Wicks (A.A.I.)

L’importanza di ascoltare il mercato

Per ben comprendere quello che nel 2008 venne inaugurato come "Progetto Iside" occorre, prima di tutto, volgere il pensiero al contesto che fece da cornice al suo concepimento.

La Fabbrica d’Armi Isidoro Rizzini (formula estesa dell’acronimo F.A.I.R.) produce da oltre quarant’anni ottimi sovrapposti da caccia e da tiro sia in configurazione a canna liscia che in configurazione "express" a canna rigata e "combi" a canne miste. In riferimento al panorama dei produttori concorrenti la posizione dell’azienda è di assoluto vertice ed è sensato affermare che parte di tale successo sia riconducibile anche alla meticolosità con cui la dirigenza familiare gestisce la propria rete commerciale composta da importatori, distributori ed armieri nell’ottica di "tener d’occhio" il mercato. L’operato di queste figure che operano a stretto contatto con gli appassionati è molto importante per sorvegliare la vita di quelle pratiche armiere, sportive e non, che mostrano di indirizzarsi verso nuovi orizzonti seguendo una propria, naturale evoluzione.

I teatri di caccia del terzo millennio

A pochi anni dal giubileo la dirigenza F.A.I.R., attraverso i propri operatori di commercio ma anche grazie ad una personale intuizione di Isidoro e Luca che vivono l’arte venatoria in prima persona, comprende che la caccia attraversa una fase di cambiamento e suggerisce l’avvicinamento di tale pratica ad una dimensione ricreativa, che attira il pubblico grazie al fascino dell’attività all’aria aperta e della ricerca del selvatico in sè, concetto espresso oltretutto da testimoni d’eccezione come lo scrittore americano Ernest Hemingway. In tale prospettiva l’attenzione dell’appassionato abbandona una direzione prettamente utilitaristica per intraprendere un percorso orientato ad un appagamento di natura estetica. Le conseguenze per un produttore? Semplice a dirsi: occorre produrre un’arma originale, perfetta per funzionalità ed affidabilità e, al contempo, dotata di grande fascino.

Perché una doppietta?

Nell’ottica di rinnovare e completare il proprio catalogo prodotti l’azienda guidata da Luca Rizzini poteva intraprendere due differenti scelte: progettare un’arma completamente nuova oppure, al contrario, volgere lo sguardo al passato alla ricerca di un classico dal valore intramontabile. Motivi quali il rifiuto di tecniche di vendita impositive, la scarsa propensione del pubblico ad accettare innovazioni troppo artificiose e la valutazione dell’offerta globale di armi da caccia hanno convinto gli armaioli di Marcheno dell’impraticabilità della prima ipotesi. Occorreva dunque identificare la più attraente delle cifre stilistiche armiere e sfruttare le più moderne tecniche di costruzione meccanica per offrire agli appassionati una doppietta – perché di doppietta si deve trattare se si parla di classici della caccia – bella e moderna rispetto alle concorrenti.

 

La filosofia costruttiva

Il reparto "Ricerca e Sviluppo" di F.A.I.R. possedeva, in relazione a questo archetipo d’arma, un vero e proprio tesoretto culturale: la doppietta, in termini generali, è un fucile conosciuto (in Val Trompia possiamo trovare alcuni tra i massimi esponenti della scuola archibugiera mondiale, le cui realizzazioni devono essere considerate vere e proprie opere d’arte); in termini specifici F.A.I.R., fino a pochi anni fa, offriva ai clienti la possibilità di ordinare paralleli di lusso rispondenti alle più intime esigenze di personalizzazione. Tali realizzazioni erano però squisitamente artigianali e rappresentavano un’alternativa antitetica rispetto ad un’offerta commerciale complessiva basata su armi di serie, sovrapposti nella fattispecie. Poichè la nicchia di mercato selezionata per il progetto Iside prevedeva volumi di prodotto irrealizzabili con il metodo artigianale era imperativo il raggiungimento di un connubio tra le due filosofie di lavoro. I progettisti F.A.I.R., in stretta collaborazione con Isidoro, hanno dovuto dunque compiere approfonditi studi volti a risolvere alcuni problemi insiti nel tentativo di adattare il disegno di un archetipo d’arma tradizionale alle peculiarità di un apparato produttivo concepito per produrre armi di serie dalle caratteristiche totalmente diverse da quelle dei grandi paralleli, il cui concepimento risale al passato e la cui realizzazione richiede l’esperta mano del maestro armaiolo più che l’ausilio delle moderne officine metalmeccaniche. Tale questione è stata risolta attuando una strategia di compromesso, che ha comportato l’attuazione di modifiche importanti ai reparti produttivi ma anche la realizzazione "ex novo" di un disegno d’arma fortemente innovativo sebbene esteticamente legato a canoni estetici classici.

Le modifiche al disegno tradizionale

F.A.I.R., in sintesi, ha modificato il disegno di alcuni componenti fondamentali del parallelo tradizionale quali la bascula, le culatte ed alcuni particolari meccanici per adattarli alle lavorazioni tipiche delle macchine-utensili tradizionali. Nell’ottica poi di favorire la logistica interna ed esterna intesa come gestione della produzione dall’approvvigionamento delle materie prime alla vendita di prodotti finiti ed alla relativa assistenza, si è scelto di progettare tali componenti in modo da utilizzare, con modifiche contenute, alcuni semilavorati già presenti nella sfera produttiva dei sovrapposti. Un esempio? Le canne sono identiche, per foratura interna, a quelle dei sovrapposti e sono ottenute dalle stesse barre. Sempre da semilavorati pieni forgiati sono ottenuti tutti gli altri componenti in metallo. La realizzazione della bascula parte dunque dall’utilizzo di un solido monolitico di forma complessa in acciaio presso-stampato per forgiatura a maglio meccanico e, per sola asportazione di truciolo, si arriva al 98% del processo produttivo: trattamenti termici, aggiustamenti eseguiti a mano e finitura portano il componente a totale compimento. Il risultato è una piccola opera d’arte, cioè una bascula mono-pezzo dalle forme arrotondate e priva di fori, tanto bella da aver ispirato la decisione di commercializzare un’arma, la Iside STD, priva di incisioni. Il pezzo ospita il sistema di scatto derivato in massima parte da quello dei sovrapposti, composto cioè da una coppia di cani interni propulsi da molle elicoidali e pre-impostati dal cursore di selezione e sicura posto sulla codetta superiore. Altro componente fondamentale è il gruppo di culatta delle armi a canna liscia, che vede i tubi accoppiati con una soluzione ibrida tra le classiche "demibloc" e "monobloc". Da un semilavorato cilindrico pieno è realizzato un solido dalla sezione frontale simile ad una croce: si tratta sostanzialmente di un componente di forma complessa che si sviluppa sul piano orizzontale a formare una piastra, inferiormente a formare due robusti tenoni di resistenza e chiusura allineati "in tandem" e, superiormente, una piccola piastra disposta trasversalmente rispetto alla prima, in verticale. Le superfici della parte superiore del pezzo hanno un profilo superficiale a sviluppo tronco-conico, a copia negativa delle culatte. I tubi di lancio vengono dunque congiunti al pezzo mediante saldatura in lega d’argento ed il risultato estetico è di grande effetto: superfici pulite, snellimento di uno dei punti più critici delle armi basculanti e ingentilimento dello sviluppo complessivo del prodotto finito. I componenti grezzi forgiati dai quali sono ottenute, per macchinazione, le parti metalliche hanno anche un ulteriore, grande vantaggio: permettono, variando il programma di lavorazione, di realizzare una moltitudine di prodotti. Da un unico forgiato, per esempio, è possibile ottenere tanto la bascula del cal.20 quanto quella con le nervature di rinforzo dei modelli "Safari" a canna rigata.

Le modifiche in fabbrica

Uno degli elementti che caratterizza i reparti produttivi F.A.I.R. consiste nella versatilità e, visto il "modus operandi" aziendale, non potrebbe essere altrimenti: produrre per soddisfare esigenze espresse dagli operatori di commercio presuppone la capacità di disegnare prodotti che possiedono un alto grado di intercambiabilità tra le parti e di apportare, in fase di produzione, modifiche personalizzate ai singoli lotti di merce. A tutto però c’è un limite e la costuzione delle doppiette Iside ha indotto il produttore a modificare pesantemente parte delle proprie officine. La particolare forma delle bascule finite e di altri componenti dei paralleli non permette, per esempio, l’utilizzo di normali macchinea controllo numerico computerizzato: è stato necessario investire in robot di ultima generazione con mandrino mobile libero di traslare su tre assi cartesiani e di ruotare attorno a due ed enconders di sorveglianza che garantiscono lavorazioni estremamente precise. L’utensile possiede dunque un grado di libertà molto maggiore rispetto alle macchine tradizionali e permette di realizzare forme particolarmente complesse.

Iside e Iside Safari

I due fucili visionati l’anno scorso altro non erano che due prototipi il cui disegno costituiva il punto di parteza per la realizzazione di una grande famiglia di paralleli divisa, principalmente, in due sottogruppi: I modelli a canna liscia portano semplicemente il nome di "Iside"; quelli a canna rigata si chiamano "Iside Safari". Il primo gruppo è in sostanza composto da tre due configurazioni (standard cal.12 e 16, cal.20 e cal.28-36M. con bascula dedicata) per arma e quattro allestimenti estetici per un totale di dodici modelli distinti. Il gruppo "Safari" comprende invece un unico modello in tre allestimenti differenti. I calibri a disposizione sono l’8x57 JRS, il 9,3 x 74R, il .30 Blaser, il .30-06, il .270 e .243 Wincester per arrivare al 7 x 57R. Una caratteristica comune a tutte le doppiette consiste nella leggerezza ed I valori relativi al peso partono dai 2,5 Kg per le armi cal.28 e 36M fino ad arrivare ad un massimo di 2,9 Kg per le versioni cal.12 e per i paralleli rigati. Tali dati ci permettono di di collocare queste armi tra quelle adatte alla caccia vagante ma l’aspetto più interessante consiste nella totale assenza di componenti in lega a base di Alluminio. Possiamo dunque affermare che queste armi sono si innovative dal punto di vista tecnico ma rispettano in modo rigido i canoni creativi classici della tradizione armiera.

Gli allestimenti

Il catalogo F.A.I.R. permette agli acquirenti di richiedere una serie di accorgimenti costruttivi supplementari all’interno di un elenco scandito in trentadue voci ma, in riferimento alla gamma Iside, sono quattro gli allestimenti estetici principali, uno dei quali ha una storia curiosa che ci ha riferito lo stesso Luca: "Quando, in occasione di IWA 2012, abbiamo presentato al pubblico i due prototipi, non avevamo ancora selezionato i motivi di decorazione al laser dedicati alla bascula e, in secondo luogo, la scelta di presentare i componenti "in bianco" permetteva agli avventori di percepire in modo netto la qualità principale della bascula di Iside, cioè la perfetta armonia di forme e finiture in abbinamento ad una lavorazione meccanica di livello eccelso. Il pubblico ha tanto apprezzato tale particolare che abbiamo deciso di commercializzare una versione "nuda". Ecco come è nato l’allestimento STD, destinato a chi vede nella sempicità la vera bellezza delle cose". Oltre alla bascula "bianca" queste armi hanno il monogrillo selettivo di serie rifinito per brunitura, i legni – generalmente con calciatura ed astina "all’inglese" – in noce con venatura ottenuta per laserazione ed estrattori automatici. L’allestimento appena superiore non ha una denominazione particolare in quanto incorpora le soluzioni originali del progetto Iside, cioè il monogrillo dorato e le classiche incisioni al laser della bascula che riproducono i volatili stilizzati del marchio F.A.I.R. su sfondo ovale bianco incorniciato da motivi floreali all’inglese.

L’allestimento EM prevede il sistema di espulsione ad estrattori Automatici. Il "Prestige" costituisce il vertice di gamma e, oltre ai particolari delle incisioni e del grilletto dorato è caratterizzato dall’utilizzo di calciature di qualità superiore, in gergo "selezionate". Si tratta di pezzi in misura standard (368mm di lunghezza per la pala del calcio con valori di piega al nasello ed al tallo pari a 38 e 58mm) ricavati da masselli stagionati in essenza di noce europeo e selezionati attentamente scegliendo quelli con la miglior disposizione delle venature naturali.

Conclusioni

In precedente sede abbiamo lodato la fantasiosità e l’ingegnosità dei progettisti F.A.I.R., che si sono dimostrati vivaci artefici di un prodotto concettualmente audace ma anche assai impegnativo da portare a compimento. Il lungo periodo di gestazione dell’Iside sta dando i suoi frutti e, a distanza di un anno dal primo incontro con queste belle doppiette, il produttore ha fatto numerosi passi in avanti nell’ottica di giungere all’inaugurazione della commercializzazione con l’offerta di una gamma completa e collaudata. La passata stagione di caccia ha permesso infatti di testare negli impegnativi teatri di caccia nord-europei sia il modello a canna liscia che il "Safari" e tale circostanza, se da un lato ci ricorda che la battuta rappresenta l’unica e vera occasione di giudizio per le armi d’uso venatorio, dall’altro ci incoraggia pensando agli insegnamenti utili da sfruttare per mettere davvero a punto un prodotto alla vigilia della vendita. F.A.I.R., in definitiva, dimostra di non abbassare mai la guardia e, nel caso dell’ideazione di queste doppiette, può ben dirsi soddisfatta di una condotta creativa encomiabile. I paralleli della gamma Iside sono dunque prodotti concettualmente all’avanguardia, eleganti nella forma e giovanili nella sostanza. Il risultato? L’ennesimo successo…100% Italian Made.

 

 

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