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Perazzi: sul podio e a caccia con orgoglio tricolore

Perazzi: sul podio e a caccia con orgoglio tricolore

Certamente per vincere dietro ad un ottimo fucile ci vuole un eccellente tiratore. Questo vale un po' per tutte le arti e in generale per tutti gli sport, dalla musica al mondo dei motori. Però rimane un fatto inconfutabile che un eccellente tiratore, o un eccellente pilota per rimanere in tema del confronto appena introdotto, senza un adeguato supporto tecnico e di messa a punto del mezzo con il quale va a competere non riuscirà a raggiungere i massimi traguardi. Rientrando nel tiro a volo il fucile deve diventare "l’ideale prolungamento della mente, dell’occhio e del braccio" del tiratore, generando un’assoluta simbiosi. Ciò si traduce in affidabilità, maneggevolezza, corretta distribuzione dei pesi e reazioni allo sparo tali da poter essere gestite senza sosta dal tiratore. Ultimi, e assolutamente importantissimi e degni, parlando di fucili di alta fattura e pregio, di un discorso a parte sono lo scatto pronto, veloce e dalla ripetibilità fulminea e le canne, che devono avere la miglior resa balistica immaginabile.

La Perazzi è dagli inizi degli anni '60 impegnata nel settore del tiro, produzione che porta avanti insieme alle versioni da caccia ed esemplari da collezione in oltre cento modelli. Una ditta nata dalle idee di Daniele Perazzi, scomparso da poco tempo, e portata avanti dai figli Mauro e Roberta.

Come per un abito, Perazzi è "l’alta sartoria" per ciò che riguarda le preferenze e l’impostazione di un tiratore. Ognuno ha un proprio stile e una propria morfologia fisica, e l’adattamento dell’arma è alle fondamenta della riuscita di un fucile da tiro.

Poi vi sono gli aspetti legati alle finiture ed alla diversificazione dei modelli: incisioni più o meno elaborate, legni scelti o da esposizione, presenza o meno delle cartelle laterali, kit di quattro fucili in quattro calibri diversi (12, 20, 28 e 410), canne intercambiabili e cosi via. Per rimanere in tema del sovrapposto da tiro è d’obbligo soffermarci sullo storico modello, l’MX8, e le sue caratteristiche. La prima caratteristica di spicco e la presenza della batteria estraibile a mano dal sottoguardia. Montata sul ponticello si sfila mandando in avanti it pulsante della sicura. Il monogrillo inerziale è estremamente affidabile ed efficace e le molle dei cani possono essere sia a lamina che a spirale. La batteria intercambiabile è molto utile in quarto se ne può avere al seguito una di riserva nel caso si rompesse una molla o intervenisse un qualunque difetto, o come ho optato io per il mio SC1 per avere sia la batteria monogrillo che bigrillo. Se ne può avere un'altra con diversi pesi degli scatti ed inoltre viene facilitata la pulizia e la manutenzione. Da non sottovalutare il fatto che quando si estrae il pacchetto di scatto l’arma è assolutamente inerte, non in grado di sparare ed in condizioni di massima sicurezza.

Altro elemento fondamentale per il tiratore sono i calci intercambiabili. Il calcio si smonta con un'apposita chiave dal calciolo allentando il tirante interno e permettendo la sostituzione immediata del calcio anche sul campo da tiro. Questo nel caso si rompesse il calcio oppure nel caso volessimo montarne un altro con diverse pieghe e misure. Insomma un concerto di modularità che include pure le canne realizzato grazie a lavorazioni meccaniche di precisione e ad un progetto razionale e che tiene conto delle reali necessità pratiche di chi dovrà poi utilizzarlo.

L'unione bascula-canne avviene tramite due ramponi laterali a giro di compasso leggermente sfalsato (la cosiddetta ramponatura tipo Boss), molto efficace e che contrasta l'allontanamento delle canne dalla faccia di bascula al momento del tiro. In chiusura le due superfici vanno in contatto e vengono mantenute in questa posizione dal tassello che lavora a circa meta altezza della culatta. Facile ripristinarne la chiusura facendo "scendere" di pochissimo le canne nella bascula in modo che ritornino in contatto con le spalle all'interno di quest'ultima. I due ramponi laterali sui fianchi delle canne sporgono dal vivo di culatta offrendo un punto di chiusura ben distanziato dal perno cerniera.

Non avendo ramponi sotto la canna si riesce a mantenere un'altezza di bascula molto compatta. Ne guadagna l'estetica ma anche l'utilizzo, e il "bilanciamento" generale. A tutto ciò vanno aggiunti i requisiti già descritti della scelta dei migliori materiali, dei necessari trattamenti termici, delle lavorazioni accurate con interventi manuali dov’è necessario e della possibilità di personalizzazione di ciascuna arma. Questi in sintesi i requisiti che fanno del sovrapposto Perazzi una delle migliori armi al mondo per il tiro al piattello, senza però dimenticare che esistono versioni da caccia e da collezione nell'intera scala dei calibri.

Montare, aprire e chiudere un Perazzi è un piacere, nel senso che tutte le operazioni vengono compiute con dolcezza e senza forzare. Segno di una lavorazione impeccabile, di un progetto estremamente funzionale e frutto di decenni di esperienza e di vittorie sui campi da tiro di tutto it mondo.

 

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