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Santabarbara...tricolore: munizioni Fiocchi

Santabarbara...tricolore: munizioni Fiocchi

Qualche anno fa capitava non di rado mi venisse proposto di provare e recensire proiettili e munizioni, in special misura, serventi armi preposte per la caccia al famigerato cinghiale.

La cosa per me era molto interessante poiché, come ben sapete, io, il "ferro" e la polvere pirica abbiamo un rapporto particolare, un sodalizio difficile da spiegare e da comprendere per chi non ne è avvezzo.

La prima recensione mi vide fortunato, testai un prodotto eccellente e, dopo averlo personalmente apprezzato, ne scrissi le lodi.

Il secondo prodotto era una "cosa" (mai la definirò cartuccia) improponibile tanto sotto il lato tecnico quanto quello pratico.

Questa mi venne pagata ma mai pubblicata; non era una gran propaganda per il prodotto recensito e, di conseguenza, rischiava di ledere i precari rapporti pubblicitari in essere tra la "Casa Madre" e la rivista per la quale scrivevo.

Dopo questo episodio l’accordo tra il sottoscritto ed il Direttore (divenuto negli anni un caro amico) fu tacito e perpetuo: avrei scritto solo le recensioni per il materiale che le meritava mentre tutto il resto, se proprio doveva parlarsene, veniva relegato negli spazi pubblicitari.

Le mie peculiarità sono queste: onore e dignità, parole ormai dimenticate che non intendo vendere per alcun prezzo.

Fiocchi

Questo marchio mi è sempre stato gradito tanto in termini di cartucce da caccia quanto nei proiettili per la pistola e così, venuto a conoscenza della nuova produzione di una apposita "linea" per la caccia agli ungulati, ho voluto provarle e vedere se era il caso di recensirle.

Prima di passare alla descrizione della prova del 9, vivendo in un periodo infame costituito e navigato da miriadi di disonesti, profittatori e millantatori di sorta, tempo in cui la crisi appare come una lacuna incolmabile ed il ciarpame di ogni dove arriva a noi come elemento della risacca, voglio parlarvi (due cenni soltanto) di una azienda nostrana che ha una storia pluricentenaria e l’ha vissuta nei visceri di quell’Italia che si stava concretizzando, un prodotto che parla il nostro idioma, lingua elegante e vigorosa di un popolo mai piegato sotto la verga o la baionetta di nessun invasore!

L'attività della Fiocchi inizia nel 1876 quando il suo fondatore, Giulio Fiocchi, avvia lo sviluppo di un’impresa destinata, in poco tempo, a diventare un punto di riferimento nel mercato italiano ed internazionale delle munizioni di qualsiasi tipo e calibro.

Alcune scelte tattiche nei paralleli settori delle armi e dei bottoni automatici (riutilizzo degli sfridi della lavorazione dell’ottone) furono progressivamente tralasciate, per privilegiare una coerente strategia, tutta concentrata nel core business Fiocchi: la produzione di munizioni e la diretta cura degli aspetti tecnologici delle macchine, per migliorarne costantemente cicli produttivi, prestazioni e soluzioni. Questa scelta si è dimostrata coerente e sintonica con le esigenze sempre in divenire di un’utenza diversificata, nella quale sono presenti cacciatori, sportivi appassionati di tiro a segno e di tiro al piattello, enti pubblici (per la difesa e la sicurezza) ed industrie, per talune applicazioni specialistiche.

Fiocchi ha prodotto (e produce tuttora) tutti i tipi di munizioni per armi portatili: dai bossoli a spillo per armi a canna liscia, alle cartucce metalliche a spillo per canna rigata (entrambi negli anni 20’ del secolo scorso), fino ai bossoli ed alle cartucce di ogni tipo, sia a percussione centrale che a percussione anulare.

1916 L’azienda espande il proprio commercio in Sud America.

1934 Invenzione delle cariche traccianti ad alta luminosità per i proiettili utilizzati dall’artiglieria.

Il I° Settembre del 1939 la Germania invade la Polonia e il Mondo viene sconvolto dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 43’, data la scarsa reperibilità dell’ottone, utilizzato in massa per le forniture militari di tutti i contendenti del Globo, l’azienda punta a sperimentare il ferro quale materiale per la realizzazione del bossolo, acquista i macchinari e ne comincia il commercio.

Nel Maggio del 1943 le forze dell’Asse presenti in Tunisia si arrendono agli Alleati, ponendo così termine alla Campagna del Nord Africa.

Nella prima decade di Luglio, truppe Inglesi e Statunitensi sbarcano in Sicilia e, a metà Agosto l’isola è sotto il controllo alleato.

Il 5 Luglio 1943 i Tedeschi lanciano una massiccia offensiva di carri armati nei pressi di Kursk, in Unione Sovietica. In una settimana, i soldati dell’Armata Rossa fermano l’attacco e danno inizio alla controffensiva.

La situazione comincia a farsi pesante così, sul finire di Luglio, il Gran Consiglio del Fascismo destituisce Benito Mussolini, incaricando il Maresciallo Pietro Badoglio di formare un nuovo governo. Questi regge come può, fino a quando, l’otto Settembre dello stesso anno, il governo si arrende incondizionatamente agli Alleati. I Tedeschi assumono immediatamente il controllo di Roma e dell’Italia settentrionale e istituiscono uno Stato fantoccio Fascista guidato da Mussolini, liberato quattro giorni dopo da un commando tedesco.

La situazione di guerra totale danneggia ogni essere umano sul cui territorio, divenuto fronte, passa l’invasore che ne diviene padrone usurpandolo, privando il singolo "ostile" delle più umili dignità.

In questo clima di orrore e terrore, invasi dai mastini d’Hitler, da prima amici e poi i più terribili carnefici, nel freddo Novembre i crucchi occupano lo stabilimento della Fiocchi e prendono in ostaggio uno dei titolari, deportato in Baviera ed incarcerato presso il penitenziario di Kaisheim, quale mezzo di ricatto per pilotare la produttività della stessa e convogliare gli sforzi societari nella produzione di materiale esclusivamente destinato alle truppe occupanti.

L’occulta resistenza delle maestranze e degli operai in prima linea, portarono ad un continuo sabotaggio ed una minima resa dell’attrezzatura e del munizionamento atto al contingentamento.

Gli Alleati, bombardando Belledo nel 45’, radono al suolo lo stabilimento, costringendo la proprietà, dato il momento di crisi spaventosa, ad assumere tutti i dipendenti della stessa negli altri due opifici societari, compreso quello preposto alla preparazione dei bottoni a pressione, fiore all’occhiello della Fiocchi.

Tale decisione è talmente generosa sotto l’aspetto umano, quanto ingrata la fortuna da quello economico, tanto da mettere in serio pericolo l’economia aziendale già gravata dall’oppressione dell’invasore nei due anni precedenti.

Nel 1953, lungimiranza e dedizione allo scopo, portano l’industria Fiocchi ad introdurre in Italia una polvere sferoidale a basso contenuto di glicerina, innovazione che determina una sensibile diminuzione dell’usura delle canne e delle armi in generale che ne subiscono la potenza.

Il 1963 è una data di particolare interesse per milioni di tiratori e cacciatori poiché quest’anno vede l’alba della produzione del cal. 7,62x63.

Nel 70’ acquisiscono il 50% della Smith&Wesson (uno dei pochi esempi in cui siamo noi a comprare loro) e si comincia la sperimentazione della miscela a umido.

Dal 1985 l’azienda punta decisamente alla salute dello sparatore, di coloro che lo circondano e di tutti quelli che abitano il Pianeta, studiando, testando ed introducendo sul mercato innovazioni quali l’innesco leadless (privo di piombo), proseguita con l’introduzione dei bossoli in acciaio e dal 96’ l’utilizzo di inneschi privi di qualsiasi metallo pesante.

Il XXI Secolo vede il tramonto del Piombo in casa Fiocchi.

Altro primato scritto in calce da Italiani, primi in assoluto ad usare prodotti "completamente puliti"!

Prova di Fuoco

Vi sono tanti modi per provare (testare – comparare – conoscere – sapere) le qualità delle cose, siano esse espressione di pregio o difetto o, come spesso si verifica, tanto in natura quanto nei manufatti dell’uomo, ambedue nel medesimo prodotto.

Molti praticano la via del poligono indoor o all’aperto, seguendo il rituale del Bench Rest con alzo micrometrico e serraggi per un arresto ottimale della carabina o del fucile impiegato, altri usano appoggi morbidi o sacchi di sabbia, sparando proni, seduti o in piedi come meglio gli aggrada.

Il mio pensiero è quello di sparare in maniera e condizione più veritiera possibile, coinvolgendo il fattore stress, l’adrenalina e il più possibile delle incognite che si incontrano a caccia.

Il massimo, come ognuno di voi comprenderà, è e sarebbe l’utilizzo delle munizioni in una azione di caccia vera e propria, portandosi appresso le stesse ed incamerandole fino al loro utilizzo, speranzosi di un incontro e di non incappare in una inutile, beffarda e dannosa padella.

Non potendo ciò, essendo periodo di caccia chiusa o costretti da tempi ristretti per effettuare il test, la mia pietra di paragone è una bella gara di tiro al cinghiale corrente, rigorosamente con una posta succulenta in palio; la "concorrenza" è essenziale per creare patos mentre un certo interesse per la vincita concreta mette in gioco quel "sale" necessario per dare sapidità all’azione.

L’essenziale per creare lo stress ed aumentare notevolmente l’adrenalina è costituire piccoli gruppi di tiratori; questo ingenera la paura di divenire od essere la causa della sconfitta altrui e rende incredibilmente veritiera la simulazione.

Sperimentai questa mia idea nell’estate del 2008, coinvolgendo 8 squadre regolarmente iscritte nell’atc in cui si svolgeva la gara e vidi, con dogmatica certezza che, coloro che in singolo, dopo aver fatto plurime iscrizioni, avevano ottenuto il punteggio più alto, durante la gara a squadre, nonostante velocità e dimensioni della sagoma fossero sempre le medesime, rovinarono drasticamente sotto il peso dello stress che la responsabilità collettiva gli imponeva.

Per queste munizioni ho avuto la gioia immensa di poterle provare sull’elemento naturale per il quale sono state concepite e realizzate: il Cinghiale.

Il mese è Febbraio, lo scenario è quello usuale delle montagne ricoperte dai boschi nei quali caccio durante la stagione venatoria.

Il freddo è intenso, siamo sotto lo 0 e ci accingiamo a compiere un abbattimento che siamo costretti ad eseguire.

Arrivati alla posta incamero una Fiocchi con palla Hornady SST ed inserisco nel caricatore (usualmente non si fa né è conveniente farlo, così professano i professoroni, ma questa è una circostanza particolare e, come tale, richiede accorgimenti appositi) una Fiocchi con palla Sierra ed una della stessa fabbrica con proietto Bonded, nuovamente una Sierra e, da ultima, una Bonded.

                                       Hornandy SST

Dopo poco il cane comincia ad abbaiare e in pochi attimi, lunghi per chi attende, la neve ghiacciata annuncia l’arrivo dell’ospite.

Per quanto sia immobile e non emetta fiato, l’astuta femmina si ferma nel bosco e mi guarda da 27 metri (misurati dopo).

Punto la testa e sparo; l’animale si alza a candela sulle zampe posteriori, come fosse una foca al circo, poi rovina a terra esanime.

Il proiettile impatta in piena fronte, sulla linea retta che va da un occhio all’altro, un centimetro più vicino a quello destro.

Il foro d’entrata è perfettamente rotondo, l’affungamento (espansione) è avvenuta nel tramite della penetrazione.

Il foro d’uscita, situato nella parte posteriore della teca cranica, è imponente, sette centimetri di diametro sommariamente regolari, sinonimo di perfetta espansione e grande velocità.

Purtroppo, come si comprenderà, non è stato possibile recuperare il proietto o ciò che d’esso rimaneva.

Già soddisfatto della giornata, attorno alle 10.30 della fredda mattinata, mente attendo di togliere le tende, un paio di cani cominciano ad abbaiare a fermo.

I canai bombardano a vuoto e l’inseguimento comincia.

La neve non è alta e la corsa dei fuggitivi e degli inseguitori e solerte come a terra non vi fosse nulla di strano ed anomalo.

Odo l’inconfondibile transito del mio animale preferito che sgattaiola una trentina di metri sotto ai sentieri che presidio, stessa direzione da cui è salita la femmina ma, invece di salire sul colmo, percorre una parallela al sentiero sul quale mi trovo.

Scendo sapendo di poterlo fare (non taglio la posta a nessuno né creo pericolo per alcuno) per una decina di metri in verticale e, finalmente, lo vedo.

Me lo trovo a ore dodici, intento a filare tra le piante ed il bianco sfondo.

Punto il posteriore ed esplodo la Sierra.

Il cinghiale rallenta e si muove leggermente sulla destra, variando l’asse del corpo.

Ora in canna si trova una Bonded, tiro grilletto e vedo l’animale cadere istantaneamente sul posto; nemmeno un fremito né un pianto.

Alla casa di caccia, sezionando attentamente, noto che ambedue le palle non sono fuoriuscite.

La Sierra ha impattato sul posteriore sx, un paio di cm dall’ano; s’è espansa provocando un danno considerevole alla coscia stessa e devastando ciò che incontrava lungo il tragitto, terminato all’altezza dei polmoni.

Il nucleo in piombo si è separato da quello in rame ed ha percorso, una traiettoria leggermente differente, restando più brevilineo al posteriore (zona intestino) e degradando verso il centro del bersaglio peloso.

La Bonded, ha colliso con il posteriore destro, 3.5/4 centimetri dall’attaccatura della coda, sia in alzo che deriva.

Bellissimo e massimo affungamento, danni sulla spoglia determinanti; il proietto ha attraversato la coscia dx, s’è espanso ed è passato attraverso al fegato facendone brandelli, oltrepassato l’intestino in maniera brutale e si è fermato sotto la pelle del collo (porzione sinistra) dopo averne "demolito" la muscolatura.

Entrambi i proiettili sono stati recuperati e si possono vedere nelle foto in allegato.

Le Sierra e le Bonded sono piacevolmente corte, dato non secondario per l’impiego nelle armi semiautomatiche; facilità di incameramento e riduzione drastica degli inceppamenti legati alla munizione.

Bella giornata e ottime cartucce, con una grossa pecca da non sottovalutare, però: danno assuefazione!

D’ora innanzi mi toccherà portarmele sempre a portata di caricatore.

 

 

 

 

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