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DALLA BERETTA: IL NUOVO DT 11

DALLA BERETTA: IL NUOVO DT 11
 
Tra i numerosi fucili sovrapposti da competizione che l’industria Armiera ha messo quest’anno sul mercato, fa spicco il Nuovo DT 11 che l’Industria di Gardone Val Trompia ha fatto uscire dopo il DT 10.
 
 
Ritengo che se è vero che si fa presto a criticare l’elevata massa di fucili che vengono riversati sul mercato, e che non sempre sono in grado di offrire qualità e soprattutto miglioria nella ricerca, devo affermare che questo DT11, dopo le esperienze piuttosto positive del precedente DT10, porta decisamente alcuni elementi validi ed innovazioni che dovrebbero dare all’arma una connotazione nuova che sarà apprezzata dai tiratori.
Abbiamo testato il DT11, appena acquistato da un noto tiratore presso l’Armeria Innocenti di Prato. Il fucile assolutamente nuovo, ha avuto il suo battesimo (come è nostra abitudine) sulle pedane del Tiro a Volo Montecatini, dove sono state sparate alcune serie di piattelli in un paio di specialità: Fossa Olimpica e Compack.
 
Per la prova, abbiamo utilizzato le nuove 2-Shots della Cheddite (Piombo 7-7 ½).
Il peso delle canne dell’arma era di Kg 1550, con una lunghezza   di 76 cm. Il fucile da competizione era totalmente di serie, con strozzature ** e ***. Il calcio, (eseguito su misura) di 37 cm calciolo incluso.
 
ESTETICA
 
Il DT11 si presenta con una veste più rifinita rispetto alla precedente edizione del DT10. Il nuovo Look si nota essenzialmente nella bascula, più elegante ma soprattutto arricchita dal contrasto delle parti color opaco dei fianchi laterali e i cordoncini che contornano la bascula che sono invece lucidati a specchio.                                      Il logo Beretta spicca in colore blu.
La chiave di apertura ha un nuovo design, che facilita la presa e riduce lo sforzo di apertura. Due interessanti particolari: la bindella superiore ha dei ponticelli di nuovo disegno, cavi all’interno per una miglio bilancia tura delle canne ed una migliore dissipazione del calore.
Un battifondo nella parte superiore della bascula consente di ridurre il riflesso durante il tiro, mentre la forma del selettore di tiro è stata studiata per migliorare la presa e l’azionamento.
 
TECNICA
Il DT 11 è una evoluzione del DT 10, pertanto anche nella tecnica presenta sia delle migliorie rispetto alla precedente edizione, sia una serie di migliorie su molti particolari importanti.
Oltre alla croce dell’astina che dispone di una pastiglia sostituibile che contribuisce ad offrire una perfetta tenuta dell’assieme croce-canna, alle spalline di chiusura canne che sono sostituibili o la finitura superficiale a base di nichel per la massima resistenza all’usura, i punti chiave sono a mio parere: 
1-la realizzazione di una bascula allargata di 3 mm per aumentare il peso sul baricentro, migliorando sia il brandeggio che offrendo un miglior campo visivo al tiratore durante l’azione di sparo, visto che è stata anche abbassata.
2- le nuove canne Stelium-pro. Queste canne, grazie alla particolare e sofisticata lavorazione dell’acciaio, consentono una conicità progressiva cha va dalla camera cartuccia fino alla volata. Questo permette una sensibile riduzione del rinculo e dell’impennamento dell’arma, aumentando la stabilità nel tiro e al tempo stesso offrendo elevate performances di penetrazione e rottura del bersaglio.
3-La perfetta distribuzione delle masse.  Questo, come afferma la Beretta, fa sì che il fucile abbia il baricentro in asse con la prima canna, facilitando l’acquisizione del secondo bersaglio dopo la prima fucilata.
 
I LEGNI
 
Sono altamente selezionati e trattati secondo il gusto del tiratore, finiti a mano a olio, cera ecc. secondo quanto desiderato.
Alcune versioni dispongono di un calcio regolabile dotato anche di Memory system che consente, una volta trovate le misure ideali del tiratore, di mantenerle e ritrovarle senza problemi.
 
PROVA IN PEDANA
 
Due sono le sensazioni immediate percepite all’inizio della prova.                                                                Il DT 11 sembra abbastanza pesante rispetto alle abitudini finora seguite su altri fucili, ma di fatto abbiamo notato un perfetto equilibrio ed una notevole capacità di brandeggio.
Non si ha la sensazione che il fucile “scappi” o si dimostri troppo veloce con la necessità di un controllo stretto da parte del tiratore per evitare strappate.
La messa a punto del grilletto si è rilevata semplice e immediata. Il campo visivo facilitato dalla bascula abbassata è ampio ed in accordo su quanto descritto nelle istruzioni del depliant.
Sulla fossa abbiamo notato ottime rotture dei piattelli anche a distanza, malgrado che per il test fossimo incappati in una pessima giornata, fredda ma soprattutto caratterizzata da una pessima visibilità, che ci ha fatto allungare qualche bersaglio.
L’esecuzione del secondo colpo, tirato anche sul pezzo, è estremamente rapida, mentre l’impennamento dell’arma si è dimostrato quasi irrilevante.
Tra le doti maggiori del DT 11, ho rilevato un rinculo estremamente limitato. Poiché
per la mia struttura e conformazione risento abbastanza dell’urto della fucilata sulla spalla, credo che questo dipenda dalla particolare struttura delle canne Steelium-Pro e dalla loro particolare conicità e devo confessare che ho particolarmente gradito questo aspetto che se è importante nella Fossa, diviene sostanziale per un tiratore di Double Trap.
Ottima l’estrazione, e anche piuttosto silenziosa.
 
CONCLUSIONI
 
Il Test con il DT 11 si è rilevato un esperienza positiva. Il DT11 a parte l’estetica migliorata rispetto al modello precedente, possiede caratteristiche positive con ottime prestazioni generali, tra cui spicca la facilità di brandeggio e l’ottimo equilibrio generale.
Il prezzo del modello da noi impiegato è intorno ai 6.500 euro. Ho sentito qualcuno criticare la cifra, ma ritengo personalmente che calcolata la tecnica avanzata ed il grado di finitura generale dell’arma, debba essere considerato un costo piuttosto vicino al valore complessivo del fucile.
Non dimentichiamo che si tratta di un fucile da competizione che ha una elevata componente di aggiornamenti e di novità tecniche non indifferenti e che a parte la meccanica, l’arma è trattata positivamente contro l’usura nel tempo, e anche questo non guasta visto che è destinata a durare parecchio.
 
E’ altrettanto chiaro che l’aspetto esteriore, abbastanza somigliante al DT 10, ma più raffinato, ha qualcosa di meno rispetto a certi indimenticabili modelli da competizione della Beretta (vorrei ricordare l’SO5, l’SO4 e altri), ma i tempi sono cambiati e d’altra parte questo fucile che ha parecchia sostanza, rappresenterà ufficialmente la casa di Gardone nelle prossime Olimpiadi di Londra con il suo tiratore di punta Giovanni Pellielo….e che la Beretta punta molto sulla sua diffusione nell’attuale mercato dei fucili da competizione.  
Mi sembra una garanzia non indifferente!
 
 
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