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Cacciando

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Lombardia: affossati i progetti di legge su deroghe e richiami

Brutta sorpresa per i cacciatori lombardi. Infatti, gli attesi provvedimenti che avrebbero dovuto consentire la cattura dei richiami e consentire la caccia a peppla e fringuello sono stati impallinati da una larga maggioranza, comprendente anche partiti "amici" dei cacciatori come la Lega. Tutto è partito da una pregiudiziale di costituzionalità partita da 5 stelle e altre liste di opposizione che ha trovato consenso trasversale.

Questa la dichiarazione della Consigliera Regionale Barbara Mazzali, relatrice dei provvedimenti e comprensibilmente amareggiata: C’è delusione e rabbia per l’approvazione delle pregiudiziali sui Pdl 24 e 25. Ci tengo però a sottolineare come Fratelli d’Italia sia stato l’unico partito coerente dall’inizio alla fine e sempre dalla parte del mondo venatorio.

Da quando abbiamo firmato i due Progetti di legge, io e il mio partito abbiamo seguito tutti i passi fatti in commissione, fino ad arrivare alla discussione in Aula di oggi. Anche questa mattina Fratelli d’Italia ha votato compatto contro le pregiudiziali presentate dall’opposizione. Spiace che non si possa dire lo stesso degli altri partiti di maggioranza, che di fronte al voto segreto hanno fatto mancare più di un sostegno all’appello. Con 44 voti a favore, 33 contrari e un astenuto il Consiglio regionale ha approvato la pregiudiziale presentata da Più Europa di non trattare il progetto di legge sull’utilizzo delle reti per la caccia di uccelli come richiami vivi. La pregiudiziale sul progetto di legge che prevede la caccia in deroga è stata invece accolta con 42 voti favorevoli e 36 contrari.

Mi rammarico che Lega e Forza Italia non abbiano sostenuto i nostri Pdl sulla caccia fino alla fine e mi dispiace anche che la Giunta non ci abbia sostenuto apertamente fin dall’inizio. Adesso alla delusione deve però sostituirsi una rinnovata forza per andare avanti a fare il nostro lavoro in favore del mondo venatorio al quale appartengo con orgoglio.

Chiusura domenicale della caccia: continuano le prese di posizione

Continuano le prese di posizione sull'ipotesi del Ministro Costa di chiusura domenicale della caccia.

Così dichiara l'Assessore alla Caccia del Veneto Giuseppe Pan:

“Purtroppo, non credo che vietare la caccia la domenica annulli il rischio di incidenti, come quello successo ieri in Liguria: una vera tragedia, e bisogna avere rispetto per la famiglia della giovane vittima. Gli incidenti di caccia possono accadere il sabato o in qualunque altro giorno della settimana – spiega l’assessore – per ridurre al massimo questi rischi, l’unico metodo e la prevenzione e la preparazione dei cacciatori, come facciamo noi in Veneto dove i cacciatori sono circa 42 mila e sono coinvolti nei piani di contenimento del cinghiale. Nel 2018 la Regione Veneto ha messo a bilancio 350 mila euro per le attività di formazione e responsabilizzazione dei cacciatori e delle associazioni venatorie, per prevenire il deprecabile fenomeno del bracconaggio, appunto con la realizzazione di corsi, materiale divulgativo e incontri informativi che prevedono, tra le altre azioni, ogni possibile ulteriore incremento in materia di sicurezza, etica venatoria e isolamento di comportamenti scorretti”.

E così, si esprime Marco Remaschi, Assessore alla Caccia in Regione Toscana:

“Gli incidenti nel mondo venatorio, purtroppo, avvengono ancora troppo spesso. Quel che dobbiamo fare e che stiamo facendo come Regione per evitarli, è rafforzare al massimo la sicurezza, promuovere corsi di formazione e assicurarci che le regole siano rispettate. Vietare la caccia nel giorno della settimana che più la rappresenta è inutile, non serve a niente. Quello del ministro è un ennesimo tentativo strumentale di provocazione. Abbia piuttosto il coraggio di dire apertamente che intende chiudere del tutto la caccia. In Toscana  la caccia è una tradizione, fa parte e si integra perfettamente con il nostro territorio e se non ci fosse avremmo dei problemi in più. Penso solo ai grossi danni che alcune specie fanno agli allevamenti. Quel che dobbiamo combattere sono le persone che non rispettano le regole. Chi sgarra deve essere punito in modo esemplare. Non basta la sanzione, in certi casi bisogna arrivare al ritiro del porto d’armi. Siamo pronti a rivedere e irrigidire le norme sulla sicurezza”.

Comunicato congiunto delle AAVV piemontesi sulla tragedia di Apricale

Dopo l'incidente mortale di Apricale anche le associazioni venatorie piemontesi (ANLC, ANUU, ARCI Caccia, Enalcaccia, EPS, CPA, La Selva) che organizzarono la grande manifestazione di Torino l'8 giugno scorso, vogliono dire la loro con un comunicato congiunto, che pubblichiamo in forma integrale

 

TIRARE IL GRILLETTO PUO’ CAMBIARE MOLTE VITE…

 Domenica 30 settembre in provincia di Imperia si è consumata un’immane tragedia che ha coinvolto due giovani: l’uno, cacciatore di ventinove anni, ha incautamente esploso un colpo di carabina durante una battuta al cinghiale; l’altro, un diciannovenne che si trovava in zona, è stato mortalmente ferito.

Dopo prime informazioni che facevano apparire la vittima come un semplice escursionista, ora sembra che quel giovane avesse con sé un fucile che non poteva possedere ed usare, e non fosse lì per caso.

Di fronte ad un simile dramma non c’interessa nemmeno più sapere il perché o il per come, dato che al cospetto di una vita che si spegne ogni discussione diventa superflua, ma questa vicenda ha innescato una serie di inusitate polemiche, e la diffusione di notizie distorte con velenose accuse verso il mondo venatorio.

E così ha cominciato il Ministro dell’Ambiente lanciando l’idea di vietare la caccia alla domenica, ma presto alla sua richiesta si sono accodate le solite associazioni ambientaliste e animaliste chiedendo ancora una volta l’abolizione della caccia, supportate in ciò da una stampa mai troppo tenera con caccia e cacciatori, spesso dipinti come truculenti e pericolosi soggetti che imperversano tra campi, colli e montagne, riversando piombo qua e là per uccidere povere bestiole.

Niente di tutto ciò è vero, perché il mondo venatorio è ben conscio delle responsabilità che gravano sulla sua categoria, e da sempre s’è mosso per garantire la massima sicurezza non solo di chi caccia, ma ancor più delle persone che potrebbero entrare in contatto con i cacciatori; e se non basta ancora faremo di più!

Bisogna però rifuggere da spinte ideologiche ed emotive, forse comprensibili in un momento come questo, ma foriere di prese di posizione che alla fine dividono ed accendono gli animi, nessun contributo apportando ad una problematica come quella della gestione di ambiente e delle sue risorse come la fauna selvatica, che ha nell’attività venatoria un suo primario ed indispensabile attore.

Siamo i primi a credere che il mondo venatorio debba ancor crescere in conoscenza e consapevolezza, farsi sempre più parte attiva per un sano e collaborativo rapporto con il mondo agricolo e le altre componenti della società; di certo lavoreremo alacremente per raggiungere l’obiettivo.

L’incidente di Apricale, perché d’incidente si tratta, dovrà essere chiarito al più presto, e si dovranno assumere decisioni e prendere provvedimenti, fossero pure drastici e dolorosi, ma non può risolversi in un ingiusto e pregiudiziale j’accuse verso i cacciatori, perché la caccia non genera certo quello sterminio che si è raccontato su giornali e tv, e nemmeno è tra le attività umane ludiche quella che comporta più vittime; anzi, al contrario in un’ideale graduatoria ve ne sono di molto più pericolose come l’alpinismo o l’escursionismo e le attività di montagna, gli sport di mare, per non parlare poi di quelli motoristici, attività che ovviamente nessuno si sogna mai di mettere in discussione. La caccia, tra l’altro, in Italia, e ancor più in Piemonte, è già sottoposta a norme e leggi che sono tra le più rigide e severe d’ Europa.

Questo dev’essere, e per noi lo è certamente, un momento di profondo dolore per la perdita di quel povero giovane, ma anche di riflessione e conforto per colui che, ne siamo certi, senza alcuna volontarietà ha tolta quella vita. Stringiamoci dunque attorno a quelle sfortunate famiglie, garantendo il nostro massimo impegno a far sì che tali disgrazie non accadano mai più.

Con l’occasione vogliamo invitare tutti i cacciatori piemontesi ad usare la massima prudenza nell’esercizio della loro passione, indossando sempre abbigliamento ad alta visibilità, mantenendo le distanze di sicurezza da case o strade e, specialmente, prestando la massima attenzione prima di esplodere un colpo.

Tirare il grilletto può cambiare molte vite, nel dubbio…meglio tutto rimanga com’è!

Le Associazioni Venatorie Piemontesi.

Sui fatti di Imperia le dichiarazioni delle Associazioni Venatorie

I fatti di Imperia, hanno decisamente lasciato il segno, infatti, già dalla serata di ieri sono cominciate ad uscire le prime dichiarazioni delle Associazioni Venatorie:

arcicaccia logo co1Arci Caccia esprime il suo cordoglio ai familiari del giovane colpito da un colpo di fucile nelle vicinanze di Imperia. La prudenza, durante l’esercizio dell’attività venatoria, deve essere un imperativo tassativo per tutti seguaci di Diana. Infatti, a caccia, come in molte altre attività outdoor, la possibilità di farsi male o di farlo ad altri, seppur remota, è costantemente presente. Per questo non bisogna mai perdere la concentrazione ed evitare il più possibile le situazioni che possono aumentare i rischi. Arci Caccia per questo ritiene opportuno esprimere tutta la sua solidarietà ai parenti della vittima, ma anche all’altro attore dell’incidente che, sicuramente per cause accidentali, ha commesso un atto con cui dovrà convivere per il resto della vita. Per questo lanciamo un appello: da questa situazione si traggano tutti gli insegnamenti possibili e tutti insieme lavoriamo perché i cacciatori siano ancor più responsabilizzati ad una sempre maggiore attenzione alla sicurezza. Ma non si usi una terribile fatalità per criminalizzare una categoria, quella dei cacciatori, che da sempre rispetta in modo attento tutte le norme di prevenzione. Altrimenti, visti i numeri di quest’estate, dovremmo interdire l’accesso alle spiagge per prevenire gli annegamenti e l’accesso ai sentieri e alle vie alpinistiche di montagna per tutelare gli escursionisti, per non parlare delle valanghe provocate dagli sciatori fuori pista, tutte voci di una lista di esempi troppo numerosa per essere qui elencata.


federcacciaLa Federazione Italiana della Caccia insieme agli altri componenti della Cabina di Regia ha espresso il suo cordoglio per il tragico incidente di Imperia. Di seguito il testo ripreso dall’Agenzia giornalistica ANSA:

“Ci asteniamo da giudizi ma raccomandiamo attenzione e prudenza”

(ANSA) – ROMA, 30 SET – “Le Associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia insieme al CNCN esprimono il loro profondo cordoglio per l’incidente verificatosi oggi in Liguria. Una terribile tragedia che ha segnato in modo indelebile due vite, quella della vittima e quella di chi ha compiuto il gesto, oltre a quelle delle persone a loro legate”. E’ quanto rendono noto le associazioni in una nota: “in attesa di apprendere l’esito delle indagini in corso, non conoscendo le dinamiche dell’incidente, ci vogliamo astenere da esprimere giudizi sull’accaduto. Raccomandiamo però ancora una volta a tutti i praticanti e ai frequentatori dei boschi, la massima attenzione e prudenza onde evitare simili sciagure”. (ANSA).


comunicato sparvoli

Tragedia di Imperia: parla la politica

La tragedia che nella giornata di ieri ha insanguinato i boschi dell'imperiese ha avuto prevedibili strascichi di polemiche. Tralasciamo volutamente gli interventi degli estremisti animalisti, i cui contenuti sono facilmente immaginabili ma raccogliamo quelli espressi da esponenti politici di ogni orientamento sull'accaduto: 

Cominciamo con il Ministo Costa che dichiara alla testata ADNKRONOS: 

Roma, 1 ott. (AdnKronos) - Il ministro dell''Ambiente Sergio Costa lancia "un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più di escursionisti". Così il ministro dell''Ambiente Sergio Costa in un post su Facebook all''indomani della tragedia in provincia di Imperia. In tantissimi mi avete scritto chiedendomi una posizione netta sulla caccia - scrive Costa - Quanto è accaduto ieri è una tragedia enorme, che ci ha colpiti tutti nel profondo. Ho detto più volte che stiamo lavorando all''inasprimento delle pene per i bracconieri e per chiunque maltratti gli animali. Ma qui siamo in un campo differente. Parliamo di attività venatoria autorizzata e le mie convinzioni purtroppo valgono poco".

"Secondo l''ordinamento italiano la materia, disciplinata da una normativa quadro di riferimento, la 157/92, è di competenza del ministero dell''Agricoltura e gestita dalle Regioni. I calendari venatori regionali in vigore sono stati definiti mesi fa. Quello che posso fare, e che sto facendo, è accertarmi che i pareri Ispra, che vengono emessi per la stagione venatoria siano rispettati.
Non è accettabile che le indicazioni della massima Autorità scientifica in materia, a volte, vengano raggirati o disattesi. Quindi
agirò con fermezza nell''interesse del nostro patrimonio faunistico e nella piena indipendenza tecnica di Ispra". (segue) "Voglio però lanciare un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di 

più di escursionisti, da chi va a funghi, a castagne o semplicemente vuole godersi la natura senza correre il rischio di morire. Per adesso, con le competenze date al Ministero dell''Ambiente, è quanto si può fare", aggiunge.
"Il Parlamento potrà fare le dovute valutazioni su ipotesi di riforma della normativa che consentano maggiore sicurezza e una migliore gestione dell''attività venatoria - conclude - Voi cittadini potete fare molto: segnalate ai Carabinieri Forestali, alle Polizie Provinciali e a qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria eventuali violazioni alle normative. Ognuno di noi faccia la propria parte, uno affianco all''altro, per il bene comune".

Continuiamo con l'Assessore alla Caccia della Regione Emilia Romagna Simona Caselli:

Bologna, 1 ott. (Adnkronos) - "Secondo me il tema vero sarebbe fare in modo che la caccia venga esercitata in maniera responsabile con la massima sicurezza. Ci sono delle regole molto stringenti pero'' anche nella nostra Regione, ad esempio, abbiamo parecchie segnalazioni di avvicinamento eccessivo dei cacciatori alle abitazioni e lamentele varie". Sono infatti le Regioni - in autonomia - a dover decidere i calendari della caccia. La proposta del ministro arriva dopo il tragico incidente ad Apricale (Imperia) dove ieri un ragazzo di 19 anni è stato ammazzato da un cacciatore 29enne che lo ha scambiato per un
cinghiale. "Così a caldo  è difficile capire" se l''idea del ministro risolverebbe il problema "perché purtroppo le tragedie possono avvenire anche in altri giorni della settimana, non solo la domenica, quindi il tema è l''esercizio responsabile della caccia, nel pieno rispetto delle regole e con estrema attenzione".
"Tra l''altro l''incidente di ieri - conclude - è successo in una caccia di gruppo, quindi anche su come si muovono le squadre probabilmente bisogna essere più rigorosi".

È la volta dell'Onorevole Stefano Maullu:

 “Gli appelli del ministro Costa e dell’On. Michela Brambilla, che hanno proposto di cancellare la giornata di domenica dal calendario venatorio, sono del tutto fuori luogo, perché colpiscono ingiustamente e gratuitamente tutta la categoria dei cacciatori, che non merita in alcun modo di essere demonizzata. Nonostante la sua evidente gravità, l’incidente di Ventimiglia non deve essere utilizzato come pretesto per colpire i cacciatori e le loro attività: gli incidenti stradali, anche mortali, si verificano per le cause più disparate, per un colpo di sonno o per ubriachezza, ma non per questo si impedisce la circolazione delle automobili durante la domenica. Bisogna perseguire chi ha sbagliato, non un’intera categoria il cui valore va ben oltre un seppur tragico incidente: è un principio sacrosanto, e lo difenderemo con ogni mezzo”. On. Stefano Maullu

Così il Ministro dell'Agricoltura Centinaio:

“Nei prossimi giorni chiederò un incontro ai Ministri Costa e Stefani per affrontare le due problematiche relative alla caccia e al contenimento degli animali selvatici che stanno mettendo in ginocchio la nostra agricoltura. Sono due argomenti troppo importanti per dibatterne solo sui giornali o sui social. Ne parleremo ognuno per le sue competenze.”

Interviene anche l'Assessore all'Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi: 

“La posizione del ministro Gian Marco Centinaio è quella giusta. Soprattutto dopo una tragedia bisogna riflettere, ragionare e lavorare da rappresentanti istituzionali, non da militanti di una fazione. L’attività venatoria è fondamentale per l’equilibrio ambientale. È tempo di risolvere i problemi, soprattutto quelli legati al proliferare della fauna selvatica”. Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia in materia di attività venatoria. “Chiedo al ministro Sergio Costa di esercitare in maniera più istituzionale il proprio ruolo, che presuppone l’essere il rappresentante di tutti e trovare le soluzioni più idonee ed equilibrate per risolvere i problemi. Comportarsi come un militante delle associazioni animaliste non fa parte di questo protocollo” ha aggiunto Rolfi rispondendo al ministro dell’Ambiente. “I pareri dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale talvolta vengono disattesi perché ideologici, non suffragati da elementi scientifici e finalizzati unicamente a impedire una pratica legittima e necessaria per l’equilibrio ambientale. A dimostrarlo è il problema, ormai fuori controllo, della presenza del cinghiale in Lombardia. Invito il ministro a visitare con me le campagne invase e devastate dalle nutrie, a incontrare gli agricoltori costretti a subire i danni dei cinghiali, pericolosi non solo per la terra, ma anche per le persone. Per non parlare di corvi, cornacchie, piccioni e cormorani. Chi risarcisce le aziende danneggiate? Chi contiene questi animali per difendere l’equilibrio dell’ecosistema? I cacciatori, non certo le chiacchiere delle associazioni animaliste” prosegue Rolfi. “Sono quattro mesi che il ministro Costa non riceve gli assessori delle Regioni Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli sul tema dei limiti posti da Ispra all’attività venatoria e al contenimento della fauna selvatica. Questo atteggiamento è inaccettabile e del tutto incoerente con lo stile del governo Conte che al contrario sta dando credito e ascolto alle realtà territoriali” conclude l’assessore regionale lombardo.

E il Consigliere Regionale Veneto Sergio Berlato: 

Decisamente vergognosa la strumentalizzazione che gli animalisti stanno facendo dell’incidente di caccia accaduto in provincia di Imperia, dramma che purtroppo ha spezzato la vita di un giovane ed ha irrimediabilmente rovinata quella di un altro.

L’opera di informazione sul corretto uso delle armi da caccia garantisce la riduzione ai minimi termini degli incidenti di caccia ma non riesce purtroppo ad eliminarli del tutto.
Capita purtroppo, come nel caso di Imperia, che o per un attimo di disattenzione o per l’accadere di una tragica fatalità, un proiettile sparato da un’arma da fuoco possa involontariamente causare un tragico incidente che deve essere considerato per quello che è e cioè un tragico incidente e non la dimostrazione della necessità di vietare la caccia per motivi di ordine pubblico o di sicurezza nazionale.
A coloro che prendono a pretesto l’incidente di caccia di Imperia per chiedere il divieto di caccia su tutto il territorio nazionale, chiediamo cosa si dovrebbe fare a fronte degli oltre 8.000 decessi che mediamente avvengono ogni anno in Italia all’interno delle mura domestiche (Fonte INAIL), forse vietare l’accesso nelle case degli italiani?
Oppure cosa si dovrebbe fare a fronte dei circa 4.000 decessi che avvengono mediamente ogni anno sulle strade italiane per incidenti stradali? (Fonte Eurispes), dovremmo forse vietare la circolazione stradale in tutta Italia?
Cosa dovremmo poi fare a fronte degli oltre mille decessi che avvengono mediamente in Italia sul posto di lavoro (Fonte Osservatorio indipendente di Bologna Morti sul Lavoro), dovremmo forse vietare alle persone di andare a lavorare?
A fronte degli oltre 500 decessi che avvengono mediamente ogni anno in Italia in montagna fra escursionisti e sciatori (Fonte Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), cosa si dovrebbe fare, vietare lo sport dello sci o dell’attività speleologica?
A fronte delle 400 persone che mediamente annegano ogni anno in Italia durante le vacanze, cosa si dovrebbe fare, vietare l’accesso al mare o alle piscine a tutte le persone durante i periodi estivi?
A fronte degli oltre 40 persone che mediamente muoiono in Italia tra i cercatori di funghi (Fonte Soccorso Alpino), cosa si dovrebbe vietare l’attività di ricerca dei funghi su tutto il territorio nazionale?
A fronte delle oltre 300 persone che muoiono mediamente ogni anno in Italia andando in bicicletta, cosa si dovrebbe fare, sequestrare tutte le biciclette presenti sul territorio nazionale ed obbligare tutti ad andare a piedi, nonostante le centinaia di decessi causati ogni anno dagli investimenti automobilistici o per le scivolate a causa del ghiaccio sulle strade e sui marciapiedi?

Come si può ben costatare, se si affrontano le questioni con razionalità e non con gli occhi accecati dal furore ideologico, purtroppo non esiste nessuna attività umana che sia esente da rischi e tra tutte queste la caccia risulta essere oggettivamente di gran lunga una delle meno pericolose, nonostante venga esercitata utilizzando delle armi da fuoco.

Con questo non si vuol minimizzare la gravità e la drammaticità dell’incidente di caccia di Imperia, collocando però questo sporadico episodio nelle sue reali dimensioni e non utilizzandolo come pretesto per giustificare la richiesta di vietare la caccia su tutto il territorio nazionale, frutto di un deprecabile approccio ideologico da parte di squallidi personaggi che parrebbero più propensi alla speculazione che a garantire la sicurezza dei cittadini.

Oltre al Senatore ligure Francesco Bruzzone:

“Quanto avvenuto ad Apricale è un incidente terribile: esprimo vicinanza e cordoglio ai familiari della vittima di un episodio tragico e inconcepibile che amareggia e addolora tutti quanti. Bisogna impegnarsi per ridurre la possibilità di altri incidenti, serve aumentare la preparazione dei cacciatori per questo particolare tipo di caccia, quella al cinghiale, che necessita di maggiori attenzioni. Inoltre, è necessario alleggerire la domenica diluendo maggiormente le giornate di caccia sul martedì e sul venerdì. Dal momento che siamo l’unico Paese UE ad avere due giornate di fermo venatorio, prendendo spunto da quanto avviene all’estero serve modificare la norma dello Stato affinché si possa prevedere la possibilità di utilizzare i due giorni per i cinghialisti, in modo da ‘alleggerire’ la domenica. Sbaglia chi, come certe realtà, cerca di usare un tragico momento per fare propaganda e chiedere l’abolizione di un’attività che non può essere eliminata: sarebbe come proporre di abolire le attività sciistiche o motociclistiche quando avvengono incidenti. Servono soluzioni concrete per prevenire episodi pericolosi, senza strumentalizzare a fini politici una tragedia”.

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