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Ottiche per il cinghiale: confrontiamo i migliori cannocchiali da caccia in battuta

Ottiche per il cinghiale: confrontiamo i migliori cannocchiali da caccia in battuta

I produttori più importanti hanno presentato il loro nuovo modello nel 2016. Dal confronto emerge un chiaro vincitore, vediamo in dettaglio perché.

fucili cinghiale L’imbarazzo della scelta…Il fattore comune è sempre il Magnus 1-6.3×24, che surclassa i punti rossi e tutte le altre ottiche per compattezza, campo visivo, pupilla d’uscita e meccanica superiori.

Il Magnus 1-6.3×24 di Leica è stato considerato finora a buon diritto il miglior cannocchiale da battuta del mondo. Oltre a detenere ogni primato in fatto di parametri chiave su cui valutare un’ottica da caccia al cinghiale, ha dimostrato negli ultimi due anni la sua superiorità vincendo svariate competizioni di tiro alla sagoma del cinghiale corrente ed equipaggiando la carabina del recordman Raniero Testa in tutte le sue straordinarie performances. Ultimamente è stato scelto come “Ottica Ufficiale” anche dal miglior produttore al mondo di armi per il tiro dinamico sportivo, ADC Armi Dallera Custom.
Foto Raniero Testa
Foto Mauro Fabris
Foto Carlo Mattiello
Perché sia il migliore è facile da spiegare, da qualsiasi prospettiva lo si voglia considerare . Cominciamo dalla celebre affidabilità meccanica superiore della serie Magnus, che garantisce sia la tenuta del sistema dei clic che quella della centratura del reticolo, anche dopo migliaia di colpi. Il recordman mondiale Raniero Testa ne ha sparati 90.000 con la sua carabina con il Magnus 1-6.3×24 e il campione di tiro Carlo Mattiello ha impiegato il suo Magnus 1.5-10×42 in decine di gare addirittura montandolo sulla canna liscia, il celebre PH Mauro Fabris ha utilizzato anch’egli un Magnus 1.5-10×42 senza riguardi e su un grosso calibro in oltre 300 giorni di caccia in Africa, e nessuno di loro ha mai dovuto ritarare l’ottica.
La concorrenza Swarovski ha sempre opposto l’argomento del peso, nel Magnus superiore di circa un etto rispetto allo Z6i, ma a parte la scarsa rilevanza di 100 grammi sul peso dell’insieme arma-ottica vediamo che i nuovi modelli Z8i appena presentati sono più pesanti, tanto da ridurre il vantaggio a soli 25 grammi, che sono da considerare a questo punto davvero impercettibili. Zeiss sotto questo aspetto è decisamente sovradimensionato, con il tubo addirittura da 36mm che porta il peso dello strumento a 6 etti, senza a nostro avviso portare alcun beneficio alle prestazioni nella caccia in battuta. Sempre in tema di dimensioni, il Magnus si afferma nettamente come il più compatto della categoria, per ben 3 centimetri di lunghezza. Elemento utile alla duttilità nell’uso.
All’altezza di quella meccanica è anche la qualità dell’immagine Magnus, la nitidezza straordinaria delle lenti Leica colpisce anche i più esigenti, in questo offrendo prestazioni difficilmente distinguibili da quelle dei suoi concorrenti; quella dell’elettronica, la velocità con cui si riaccende il reticolo illuminato in 60 livelli a spegnimento automatico appena si porta la carabina in posizione di tiro è insuperabile; ed è meno immediata da constatare ma ugualmente ineccepibile la resistenza superiore dei trattamenti antisporco (Aquadura) applicati alle lenti esterne, praticamente impossibili da scalfire.

Ma a parte la base di credenziali ottiche, meccaniche e elettroniche così solide, il vero trionfo di questo strumento della casa di Wetzlar dal bollino rosso è nelle sue prestazioni al momento del tiro. Nella caccia in battuta, il cui successo dipende quasi sempre dalla rapidità con cui si riesce ad acquisire un bersaglio in movimento rapido e ravvicinato, ciò che si richiede all’ottica è di aiutare al massimo l’occhio proprio nel mettere il centro del reticolo sull’animale più rapidamente e fermamente possibile, in modo da lasciare a tutto il resto dell’azione di mira e di tiro quanto più tempo possibile per agire con successo.
Sono solo due i parametri che contano, non ce ne sono altri. Uno è più ovvio e immediato da comprendere per chiunque, ed è il cosiddetto campo visivo, ovvero la porzione di spazio che l’ottica è in grado di inquadrare. Più è ampio questo spazio, e più rapidamente l’occhio umano riesce ad acquisire e a seguire e poi se serve anticipare il cinghiale nell’ottica. Leica Magnus detiene il record assoluto di campo visivo, con 44 metri inquadrati in larghezza a 100 metri di distanza. Nessuno arriva a tanto, anche se altri produttori ci arrivano abbastanza vicini. Le ultime novità presentate dai concorrenti principali quest’anno non hanno migliorato sotto questo aspetto il loro prodotto precedente.
Meno scontato da comprendere, ma ugualmente importante è il dato della pupilla d’uscita, ovvero la parte di spazio utile all’occhio che mira all’interno del cannocchiale. Chiunque può vederlo osservando attraverso l’ottica da almeno 40 centimetri di distanza. Si vede chiaramente un cerchio illuminato, con tutti i bordi neri, che è tutto ciò che ha a disposizione la pupilla umana per osservare e quindi mirare. Più è grande questo cerchio rispetto alle dimensioni della pupilla umana, più rapidamente e con minor fatica la pupilla stessa acquisirà il bersaglio, avendo a disposizione uno spazio più ampio per trovarsi in condizioni di mira perfetta. Qui il vantaggio del Magnus è enorme, ed è addirittura sorprendente aumentato con i passi indietro registrati dai prodotti appena presentati dalla concorrenza. Ebbene, il diametro della pupilla d’uscita del Magnus 1-6.3×24 al minimo ingrandimento (è lì che conta essere rapidi) è 12,4 millimetri. Se consideriamo che la pupilla umana arriva a dilatarsi al massimo intorno ad 8 millimetri si capisce perché abbia uno spazio di “manovra” eccezionale dentro questo cannocchiale, ed è soprattutto per questo motivo, e solo secondariamente per il campo visivo superiore, che chi prova a mirare con il Magnus con entrambi gli occhi aperti ha quella sensazione incredibile di immediatezza di acquisizione e addirittura di non vedere altro che soltanto il reticolo con tutto il campo di visione libero, come se l’ottica tra gli occhi e il cinghiale non ci fosse nemmeno. Il diametro della pupilla d’uscita del Magnus è oltre il 25% più grande di quello del concorrente che in questo gli si avvicina di più (Zeiss V8) e il 29% più grande di quello del concorrente principale (Z6i), vantaggio che sale addirittura a 53% se si considera il nuovo modello Z8i appena presentato da Swarovski.
Con il Magnus da battuta si mira con un’immediatezza incredibile, e a questo fine contribuisce anche la già citata compattezza maggiore di quella delle altre ottiche della categoria.

pupillaLa pupilla d’uscita record della serie Magnus ha il diametro di 12,4mm, oltre il 50% in più rispetto alla nuova serie appena presentata dal concorrente principale*
*Ci riferiamo in questi confronti ai dati presenti sui cataloghi dei produttori.

Rimane a vantaggio della concorrenza un fattore non trascurabile, nell’ipotesi che chi usa il cannocchiale da battuta si trovi nelle condizioni di effettuare tiri a distanze superiori ai 200 metri: l’ingrandimento massimo, che arriva con i nuovi modelli a 8x, contro i 6,3x del Magnus.
Questo è chiaramente un articolo di parte, pur essendo a nostro avviso assolutamente oggettivo. Ci rendiamo anche conto di non aver confrontato i diversi prodotti su tutti i possibili parametri di valutazione. Non lo abbiamo fatto solo per evitare un articolo troppo lungo, in quanto riteniamo che quelli analizzati rappresentino gli elementi rilevanti per paragonare le prestazioni dei diversi strumenti. Nella tabella è evidenziato un confronto più ampio, seppur certamente non esaustivo.

 

 

Comparazione ottiche da battuta
Cannocchiale Zeiss Victory V8 1.1-8×30 Leica Magnus i 1-6.3×24  Swarovski z8i 1-8×24
Campo Visivo m a 100m al minimo ingrandimento 39,5 44 42,5
Diametro della pupilla d’uscita al minimo ingrandimento mm 9,9 12,4 8,1
Ingrandimento massimo 8x 6,3x 8x
Diametro del tubo centrale mm 36 30 30
Distanza della Pupilla mm 95 90 95
Lunghezza mm 303 272 301
Peso g. 600 540 515
Trasmissione di luce % 92 92 93
regolazione diottrica -3.5;+3.5 -4;+3 -3;+2
Correz. punto d’impatto per clic (cm a 100m) 1 1 1
Spegnimento/riaccensione automatici con inclinazione arma si si si
Reticoli illuminati disponibili 2 (54, 60) 4 (4Ai, CDi, L3Di, PLEXi) 4 (4Ai, 4AiF, BRTi, Ldi)
Trattamento antisporco e antiacqua sulle lenti esterne Lotutec ™  Aquadura ™  Swaroclean™ 
Prezzo al pubblico IVA compresa € 2.420 2.140 2.290
TUTTI Disponibile con o senza scina, garanzia 10 anni, reticolo illuminato fine sul 2° piano focale, tenuta stagna, riempimento d’azoto, trasmissione di luce oltre 90%, trattamenti multistrato su lenti interne, tubo in lega di alluminio
Dati da documenti del produttore

 

Finora abbiamo parlato del Magnus di Leica riferendoci al prodotto appena sostituito dal modello Magnus “i”, con questa “i” che rappresenta le novità racchiuse nella nuova serie. I cannocchiali attuali e quelli nuovi sono lo stesso prodotto per quanto riguarda ottica, meccanica ed aspetto esterno. Non si tratta quindi di un vero e proprio nuovo prodotto, ma di alcune migliorie non appariscenti ma tutte utili apportate al prodotto esistente. 

Dall’esterno, la differenza è soltanto nella lettera “i” aggiunta al nome del prodotto e nell’eliminazione della sporgenza di metallo tra l’unità di illuminazione del reticolo e l’oculare. Per tutto il resto, Magnus e Magnus i sono del tutto identici.
La torretta dei clic adotta un nuovo sistema brevettato di memorizzazione dello zero. Se prima era necessario svitare con una moneta il centro della torretta per far girare a vuoto la ghiera numerata e portarla a zero una volta effettuata la taratura, adesso è sufficiente premere il centro della torretta per avere la ghiera numerata libera di girare a vuoto ed essere portata sullo zero. Un cambiamento non indispensabile, ma che sarà sicuramente apprezzato dagli appassionati.
Il meccanismo di accensione e spegnimento del reticolo è stato rivisto, con scatti netti che rendono molto difficile l’accensione accidentale. L’alloggiamento della batteria del reticolo è completamente nuovo e pur trattandosi di un elemento minore nell’economia del cannocchiale è veramente un piccolo capolavoro di ingegneria e di semplificazione della vita del cacciatore al momento di cambiare la batteria. La batteria si infila con una facilità mai vista in nessun altro cannocchiale e si blocca e si sblocca con fermezza in un attimo.
La durata della batteria del reticolo illuminato, già peraltro molto buona, è stata aumentata ulteriormente in modo rilevante grazie al ridisegno della parte elettrica.
Il prezzo di listino rimane inalterato. Il Magnus “i” costa come il Magnus. E anche questo è una novità, visto che le altre aziende con i nuovi modelli hanno ritoccato sensibilmente anche i prezzi. Il migliore, a questo punto, è anche il più conveniente.

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