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Il chioccolo a mano

Il chioccolo a mano

Nel primo articolo ho cercato di dare un quadro generale, per sommi capi, della caccia con il chioccolo.

D’ora in poi cercheremo di affrontare e approfondire alcuni aspetti precedentemente trattati e non; ritorniamo dunque sul chioccolo, lo strumento principe di questa caccia.

Prima abbiamo parlato del chioccolo a fiato, ma esiste e si usa anche il chioccolo manuale, e ne esistono diversi modelli (vedi foto n.6).

Li possiamo dividere in due categorie, per fare una prima classificazione: quelli a pistone, così detti perché forniti d’un piccolo pistone da schiacciare e rilasciare, e quelli a soffietto o mantice.

 

Descrizione:

  1. chiccolo a pistone (anni 60’)
  2. chioccolo mantice di produzione italiana (tutt’ora in commercio)
  3. chioccolo mantice (anni 60’) con camera del suono interamente in materiale plastico
  4. chioccolo mantice con canotto di produzione francese (tutt’ora in commercio)
  5. chioccolo mantice con canotto di mia produzione
  6. chioccolo “papero/merlo”, di mia produzione.

 

Tutti questi chioccoli, e diversi altri, sono ampiamente descritti con tavole tecniche nel libro “ La Caccia con il Chioccolo.”

 

La tecnica di funzionamento è la stessa, schiacciare e rilasciare in modo che l’aria aspirata produca il fatidico  “chiò”.

Questo chioccolo, che apparentemente tutti i neofiti dicono che sia più semplice da usare rispetto a quello che a fiato, solo perché è un oggetto che si usa con le mani, e come si tocca incomincia a produrre suoni.

Farlo funzionare, in modo regolare e senza stonature, specialmente nella fase del rilascio del mantice, non è semplice, come non lo è descriverne il funzionamento.

 

Due sono i modi più comuni per farlo funzionare:

1) Lo strumento si impugna tenendolo con le dita, pressato al palmo della mano. Il pollice resta fuori, ed è quello che servirà ad azionare il mantice o il pistone (foto 2/A). Questa è la prima fase, la più facile. Come secondo movimento si schiaccia con il pollice il mantice (foto 2/B). Ma quando si schiaccia?  Qui cominciano i problemi, tutto sta nel valutare l’elasticità del materiale con cui si è  costruito il sistema a mantice. Il cacciatore lo usa nel modo che è più conveniente e pratico; certi lo schiacciano sino in fondo e fanno lavorare lo strumento “a basso” (foto 2/B), altri invece lo pressano poco e fanno lavorare il richiamo…tutto alto. La seconda fase, quella del rilascio, è la più complicata. Il rilascio deve essere fatto in modo “semi-graduale”. Un piccolo stacco accompagnato (foto 2/C) se si rilascia in modo veloce il chioccolo invece di produrre il verso del merlo fa uscire un fischio aspirato che, inevitabilmente, farà fuggire la nostra preda. 

 

 

2) Il secondo sistema ha bisogno d’un punto d’appoggio che può essere: il dorso della mano, il petto, la coscia, oppure lavorando da seduti il ginocchio. In questo caso per l’impugnatura si usano tutte le dita della mano e poi si segue lo stesso procedimento citato.

 

Controindicazioni

Questo tipo di richiamo non permette modulazioni, storpiature a volute a volte essenziali, ne accenni del canto di primavera, o ritmi martellanti; quello che si riesce a produrre è un ritmo abbastanza statico e monotono chiò…. chiò, al massimo uno bravo a manovrarlo riesce a fare due colpi ravvicinati chiò/chiò.

Inoltre le condizioni atmosferiche, perciò il gelo, non permettono, il più delle volte, d’usarlo in modo adeguato; le mani s’intirizziscono facilmente e l’uso dei guanti, a mio parere, complica ancor di più l’utilizzo dello strumento.

 

Affrontando il momento dello sparo, nasce un altro problema perché in una mano noi teniamo il chioccolo e tentare di sparare con una mano sola è cosa da non fare, da film ma pure molto pericolosa.

In ogni caso bisogna tener presente che noi fino allo sparo, anche dopo, dobbiamo continuare a chioccolare, allora si può tentare di appoggiare il sottocanna del fucile al dorso della mano, ma capirete anche voi come non sia….un bel sparare!

Per superare almeno questo secondo problema, quello dell’impugnatura (mentre gli altri restano tutti),  mi sono studiato due soluzioni, due piccole invenzioni.

Nella prima ho lavorato su una modifica aggiuntiva ad vecchio chioccolo, anni 50’, di quelli mantice con molla e rivestimento in pelle.

Il problema è quello di poter mantenere il chioccolo attaccato alle mani e nello stesso tempo poter imbracciare il fucile per sparare; io il sistema migliore l’ho trovato prolungando il chioccolo con un canotto, questa volta tagliato a giusta distanza, a 45° circa, con dietro (collocato in modo stabile ma allo stesso tempo girevole, in modo che s’adatti alle varie posizioni della mano)un anello che verrà inserito nel dito medio.

Il canotto permette un bilanciamento del chioccolo quando riceve la pressione del dito pollice, e l’anello mantiene il chioccolo attaccato alla mano.

Questo sistema si può collocare anche su altri chioccoli perché ha una vite che regola il diametro del canotto (vedi foto n.4 per canotto e foto n.5 per l'impugnatura).

  

 

 

Descrizione:

  1. il fucile imbracciato pronto allo sparo
  2. particolare parte esterna della mano. La freccia indica l’anello
  3. particolare parte interna della mano con il chioccolo

 

Questo sistema migliora sicuramente il modo di tenere il chioccolo manuale all’atto del puntamento e dello sparo.

 

La seconda invenzione che mi accingo a descrivere adesso lo risolve in modo definitivo.

Si tratta della costruzione di un chioccolo a mantice lungo, da collocare a fianco del sottocanna del fucile.

Si manovra anche questo con l’uso del pollice sinistro (per chi non è mancino); il chioccolo viene tenuto al fucile con giusta aderenza da tre elastici.

Con questo sistema ho cacciato per diversi anni, sino al giorno in cui ho realizzato il chioccolo inglobato nel fucile, e poiché mi diletto in lavoro d’intarsio e incastonatura, il fucile l’ho pure decorato; il funzionamento è simile agli altri chioccoli mantice.

Le foto che seguono spiegano più delle parole.

 

Alla prossima.

Marco Stagnaro (Mirko)

 

 

 

 

 

 

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