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Etica e...gestione del prelievo

Etica e...gestione del prelievo

Considerazioni e riflessioni sul tema

Leggere ed approfondire gli argomenti trattati nelle riviste di caccia è importante, in particolare quando si tratta di Gestione della fauna. Ci aiuta a comprendere la diversità di condizioni ambientali in cui gli animali si trovano a vivere, la diversità delle risposte a cui le diverse popolazioni di animali ricorrono per adattarsi alle pressioni ambientali ed antropiche, per meglio sopravvivere nei diversi ambienti e nelle diverse stagioni, la diversità di approccio culturale al tema "caccia" tra regione e regione, tra ambiente alpino e ambiente collinare, tra gente di montagna, gente di collina e gente di pianura, tra generazioni di cacciatori e tradizioni locali, tra cittadini e montanari, tra cacciatori residenti e cacciatori non residenti; tra culture venatorie diverse. Ci sono grandi esperti che curano la divulgazione seria, e ci permettono di approfondire al meglio i numerosi dettagli del problema.

Si tratta di problematiche a volte complesse, spesso in apparenza contraddittorie, ma che ci fanno comprendere come la "diversità" sia una cosa normale, anche se la tendenza della nostra visione razionale dei problemi ci spinge a ricondurre tutto a schemi precisi e ripetibili.

L’approccio richiede quindi una lettura attenta, mai superficiale né tantomeno approssimativa; non rivolto solo a cogliere sfumature che concordano col nostro pensiero, lasciando perdere le altre, con le quali ci dobbiamo comunque confrontare.

Un’attenzione particolare, e una riflessione che ritengo interessante e necessaria, merita che la rivolgiamo alla gestione pratico-organizzativa del prelievo.

Per quanto riguarda lo studio delle popolazioni faunistiche, le loro dinamiche e l’individuazione delle strategie migliori per una corretta formulazione dei piani di prelievo, esistono tecnici specializzati e qualificati che svolgono egregiamente il loro lavoro nei Comprensori, negli ATC, nella Aziende Faunistico – Venatorie, capaci di trovare il necessario equilibrio tra le istanze del territorio e le indicazioni generali tecnico – scientifiche dell’ISPRA.

Quanto leggiamo sulle diverse riviste che si occupano di attività venatoria, sempre più specializzate, offre una sufficiente e chiara visione della complessità del problema, indicando spesso anche le soluzioni e le risposte possibili alle istanze tecnico – gestionali che emergono dai diversi territori delle nostre regioni.

Altro problema, sul quale mi vorrei soffermare in queste mie riflessioni, riguarda il "come" trasformare queste indicazioni tecnico – gestionali in "norme", in "regolamenti" capaci di avere efficacia per una ottimale realizzazione pratica e una piena e corretta attuazione dei piani di prelievo. E questo senza innescare continue polemiche e conflitti tra i cacciatori, come spesso avviene. Questa faccia del problema riguarda le persone, non più la fauna, argomento ben più complesso e delicato, dai risvolti a volte problematici, con ricadute sul piano psicologico e relazionale tra gli interessati, che bisogna saper gestire con le competenze e le capacità necessarie.

Ecco quindi come l’individuazione dei coordinatori dei gruppi di lavoro, le presidenze delle commissioni incaricate di gestire questi aspetti, l’individuazioni dei funzionari a cui affidare questi delicati compiti, rivesta una grande importanza, sia sotto il profilo della funzionalità, ma anche della gestione e della risoluzione dei conflitti che possono derivare dalle decisioni assunte, specie quando le norme non sono condivise, con una ricaduta importante, nel bene e nel male, sull’andamento e la serenità di tutta l’attività del prelievo e dei cacciatori stessi.

Gestire le persone non è cosa da tutti, non è delegabile a chi non sia preparato al compito. Per realizzare certi percorsi in maniera costruttiva ci si deve affidare a persone di alto profilo morale, perché si tratta di gestire interessi collettivi; servono persone di buonsenso con competenze provate, che abbiano esperienza di gestione di lavori gruppo, con capacità relazionali comprovate. Non servono a questo scopo semplici esecutori di norme, spesso fumose, decise in altre sedi, magari con finalità non del tutto trasparenti, a beneficio di interessi diversi da quelli annunciati, o peggio palesemente di parte.

Provo a definire alcune indicazioni di base, enucleate in 6 parole chiave, che potrebbero costituire una cartina di tornasole per verificare la bontà di un "Regolamento" o "Norma" applicato all’organizzazione del prelievo e all’assegnazione dei capi a squadre, settori, riserva o comprensorio di caccia.

Chiarezza – Trasparenza – Semplicità – Correttezza – Sostenibilità - Condivisione

Vediamo ora cosa si dovrebbe intendere, applicata al nostro problema, per ciascuna di esse.

La Chiarezza

si manifesta, in una norma, quando questa non si esprime con frasi o parole ambigue, che si prestano a diverse interpretazioni, che emergono poi chiaramente nella sua applicazione con diversità di risultati a seconda della chiave di lettura, con risultati diversi da persona a persona, per ragioni che appunto non risultano chiare. Una norma non deve, a questo riguardo, contenere "contraddizioni", che permettono diverse chiavi di lettura e quindi discrezionalità di applicazione, o scuse per applicarla a qualcuno e qualcun altro no, nel bene o nel male. Questo indipendentemente dal contenuto della norma, che può essere considerato "giusto" oppure no, "opportuno" oppure no, "preciso" oppure no, "accettabile" oppure no, "coerente" oppure no, a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere. Chiarezza si manifesta anche quando chiari sono gli obiettivi che si prefigge una norma. All’atto della sua formulazione serve quindi sempre un’analisi approfondita sulla sua applicazione, una capacità prospettica della ricaduta in termini reali, affinché le norme non portino a risultati diversi da quelli che sono gli obiettivi indicati, senza ambiguità, o peggio contraddizioni, oppure addirittura portare a risultati contrari agli obiettivi stessi.

La Trasparenza

si manifesta, in una norma, quando permette di identificare, subito e in maniera non equivoca, i soggetti ai quali essa è rivolta, e gli effetti che produce. Anche in questo caso il nemico da sconfiggere è l’ambiguità, nella formulazione e nella sua applicazione. Con un grado di "eguaglianza" distributiva, nel caso delle assegnazioni, veramente trasparente, che superi la verifica di una lettura "storica" del pregresso senza incongruenze.

La Semplicità

si manifesta, in una norma, quando viene scritta con frasi brevi, con poche subordinate "ad explicandum", necessarie e importanti solo quando devono rendere ragione di scelte precise, del perché e delle conseguenze, e quando devono spiegare il "come" la norma debba essere applicata. La semplicità del linguaggio è fondamentale.

La Correttezza

si manifesta, in una norma, sia sotto l’aspetto linguistico formale, che in ogni caso non deve mancare, sia sotto il profilo del rispetto delle persone nella loro diversità individuale, intesa in senso lato, ed è rispettosa del principio di uguaglianza in termini di diritto. Per intenderci: non è "corretto" affermare, in una norma, che certe assegnazioni di capi sono esclusive di coloro che adempiono a certi requisiti, quando non viene offerta l’opportunità a tutti di raggiungere questi stessi requisiti. Si verrebbe meno al principio dell’uguaglianza dei soci in quanto tali, intesa come diritto individuale, e quindi con pari opportunità. Non mi riferisco qui ai casi di distribuzione di capi per merito, che dovrebbero esulare dalle norme comuni per tutti, e riguardare solo la parte "eccedente" della distribuzione, individuabile dopo che la ripartizione di "diritto" abbia rispettato il criterio dell’uguaglianza derivante dal diritto individuale paritario di appartenenza al gruppo. Le gerarchie hanno senso solamente quando si parla di distribuire l’eccedenza, non certo le parti comuni. Se venisse applicato questo criterio nella distribuzione del cibo, mangerebbero ogni volta le parti migliori i più grossi, e gli scarti i più deboli, destinando questi ultimi all’estinzione.

La Sostenibilità

si manifesta, in una norma, quando la sua applicabilità, basandosi su presupposti di equa distribuzione delle risorse, non risente delle variazioni quantitative delle stesse. In pratica risulta correttamente applicabile sia in situazione di abbondanza di risorse, con avanzi da distribuire per i meriti, sia in caso di carenza, con la condivisione di volta in volta, purché trasparente e chiara, di proposte di aggiustamenti atti a riconoscere anche in questi casi i meriti laddove siano manifesti, in questi casi sotto il profilo qualitativo anziché quello quantitativo.

La Condivisione

di una norma è un carattere secondario, conclusivo, ma anch’esso fondamentale, che è conseguenza diretta dell’applicazione e del riconoscimento collettivo della bontà dei principi sopra esposti che ne stanno alla base, e che la sorreggono.

Si ha condivisione quando tutti sono coinvolti nella formulazione delle norme stesse, quando ne sono chiaramente illustrati i principi che ne stanno alla base, e quando essa viene correttamente formulata e altrettanto correttamente applicata; quando, in poche parole, la norma è chiara, trasparente, semplice, corretta e sostenibile.

Buon lavoro a coloro che si sono assunti l’onere della responsabilità di formulare norme e regolamenti per la collettività e i gruppi, e di gestirli, sperimentando quanto sia necessario essere preparati, e quanto sia indispensabile operare con buonsenso per raggiungere l’obiettivo finale della condivisione, che non genera conflitti, ma se raggiunta produce consensi. Possiamo concludere, come l’evidenza ci insegna, considerando quanto le norme "autoritarie", che producono sì obbedienza, ma a lungo termine generano conflitti insanabili su cui troppo spesso qualcuno "ci marcia", siano diverse dalle norme "autorevoli", che generano invece consenso e condivisione, anche quando fossero amare. Più saremo vicini a questa "autorevolezza", e molti di noi lo sono abbastanza, più partecipata, seria e trasparente sarà la gestione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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