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Il Capriolo

Il capriolo, con il daino, il cervo, l’alce e la renna, appartiene alla famiglia dei cervidi. Le sue principali e più visibili caratteristiche sono rappresentate dalle corna, più correttamente chiamate “palchi”, che si rinnovano ogni anno, e dal fatto che queste sono esclusivo appannaggio dei maschi.


Questa specie è oggi diffusa in tutto l’arco alpino e appenninico, comprese quindi tutte le fascie collinari, dove l’habitat è decisamente favorevole.
Nonostante la sua consistente presenza, non è facile osservarlo, in quanto ama starsene nella macchia, tra i cespugli o nel fitto della boscaglia.
Lo si può vedere allo scoperto solamente in alcuni periodi dell’anno e in certe ore del giorno, in particolare nel periodo primaverile, alle prime luci dell’alba e al tramonto.
I piccoli del capriolo, generalmente gemelli per le femmine adulte, nascono tra i mesi di maggio e giugno, in un periodo di condizioni ambientali favorevoli, quando le disponibilità alimentari sono ottimali e le femmine sono in grado di seguirli con cura per tutti i mesi necessari allo svezzamento.
Il trofeo del maschio, che al secondo-terzo anno si presenta generalmente con tre punte, viene perso verso la fine di ottobre o in novembre, e inizia a ricrescere quasi subito, ricoperto da un particolare “velluto”, una fitta peluria che lo protegge per tutto il periodo della crescita.
Lo sviluppo del trofeo, negli adulti, si completa entro la fine di marzo: il velluto si stacca a brandelli, aiutato in ciò dallo sfregamento del trofeo sui rami bassi e sul tronco di giovani alberelli.
Il palco, bianco osseo appena pulito, dopo essere stato sfregato contro le cortecce degli alberi assume in poco tempo una colorazione bruna.
Il periodo degli amori si colloca a cavallo dei mesi di luglio e agosto, momento in cui i maschi diventano molto possessivi del loro territorio e si vedono spesso combattere fra loro per il predominio.

SCHEDA

Nome scientifico: Capreolus capreolus
Inglese: Roebouk
Francese: Chevreuil (Il maschio viene chiamato “brocard”)
Dati biometrici
Peso: mediamente 17-23 Kg., ma può variare in base all’età e alle condizioni di salute; nella femmina è inferiore di 1-2 Kg.
Altezza: al garrese 70-75 cm.
Lunghezza: 110-130 centimetri
Tracce visibili della presenza dei cervidi nel bosco
Sono principalmente i “Fregoni” su giovani alberelli, le “Grattate” sul terreno, ad opera dei maschi come segnale per i potenziali rivali, specie nel periodo degli amori, le “Piazzole” o “Covi”, di forma ovale, ben visibili nel fogliame del bosco e nell’erba dei prati dove hanno riposato.
Le tracce da valutare con attenzione sono i “fregoni” sui rami bassi degli alberelli o sui loro tronchi, in particolare nel periodo in cui i maschi “puliscono” il trofeo dal velluto che li ha ricoperti per tutto il periodo della crescita, nella fase terrioriale e nel periodo degli amori.
Si tratta di tracce di scortecciamento conseguenti allo sfregamento dei palchi, situati per il capriolo a 50/60 cm. dal suolo, e per il cervo sempre oltre il metro di altezza, sempre ben visibili.
Durante il periodo degli amori i maschi “raspano” spesso anche il terreno, asportando ciuffi di erba e mettendo a nudo il terreno e le radici; segno evidente di territorialità rivolto a potenziali rivali.
Agli osservatori più attenti non sfuggiranno nemmeno le “piazzole”, o “covi”, dove i caprioli hanno passato la notte. Si tratta di giacigli dalla forma ovale, della dimensione di 60/70 centimetri per 40 circa, tra le foglie del sottobosco o in estate nei prati o nelle radure, che i caprioli preparano quando vogliono coricarsi per il riposo.
Alcuni comportamenti rappresentano un danno per il patrimonio boschivo: il brucamento dei germogli, specie di giovani abeti, e gli scortecciamenti dei cervi che avvengono per motivi alimentari, in particolare durante l’inverno quando il cibo scarseggia, a volte con grave danno per il normale rigenerarsi del bosco.

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