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La Beccaccia

La beccaccia è considerata da sempre la "regina del bosco".

 

Diversamente dalle specie autoctone, tipiche delle nostre montagne e stanziali, questa è una specie migratoria, presente solo nel tardo autunno e all’inizio della primavera.

Vive e si riproduce in tutte le regioni del centro e del nord Europa, specie nella fascia orientale.

Le coppie si formano dopo i corteggiamenti, durante i quali il maschio volteggia al di sopra della femmina, che se ne sta a terra e segnala la sua presenza con brevi fischi; in questa circostanza i maschi emettono particolari canti, una sorta di "crou crou", da cui deriva il nome francese di "croule" dato a questo comportamento, osservabile verso sera e all'alba  nelle fasce aperte al limite dei boschi.

Nei nidi, generalmente costituiti da semplici buche per terra e poco curati, la femmina depone 4 uova bianco-rossicce, spesso picchiettate di scuro, che schiudono dopo circa tre settimane.

È stato accertato che la beccaccia, in caso di pericolo, è in grado di trasportare i piccoli, con il becco o con le zampe, lontano dal nido in un posto più sicuro.

La sua sicurezza, nel bosco, le deriva dalla colorazione del piumaggio, che le offre una mimetizzazione quasi perfetta. Si ciba di ogni specie di invertebrato che scova conficcando nel terreno il suo lungo e sensibilissimo becco; per questo motivo ama particolarmente i boschi freschi e umidi, dove c'è abbondanza di humus.

Quando è nostra ospite, in autunno, trascorre la giornata al sicuro tra le vegetazione boschiva, alternando periodi di riposo a brevi passeggiate per cercare il cibo, e solo all'imbrunire si alza in volo per recarsi nei prati e nei luoghi aperti a pasturare, per tornarsene di nuovo al riparo della vegetazione alle prime luci dell'alba.

Caratteristiche inconfondibili sono il lungo becco e la particolare posizione degli occhi, quasi sopra il capo, in grado di permetterle un campo visivo di 360 gradi.

SCHEDA

Nome scientifico: Scolopax rusticola

Il nome “Scolopax” deriva dal greco e significa “palo aguzzo”, per via del suo lungo becco che conficca nel terreno, e “rusticola” deriva dal latino e significa “abitante della campagna” .

Dati biometrici:

Lunghezza media: 34 cm.

Apertura alare: 63 cm.

Peso medio: 250 / 400g..

Lunghezza del becco cm. 8

Strategie evolutive

Nel corso dell’evoluzione abbiamo potuto osservare, tra gli uccelli, percorsi talmente differenziati, di cui non possiamo non rimanerne incantati. Le considerazioni che possiamo fare, ogni volta che osserviamo una specie, possono essere di vario genere.

Alcune caratteristiche sono state indotte dagli ambienti in cui queste specie si sono adattate a vivere.

Pensiamo ai trampolieri, le cui zampe permettono loro di vivere in zone perennemente coperte d’acqua e di usufruire di un’alimentazione tipicamente acquatica. Gli anatidi, oltre che straordinari volatori,  sono ottimi nuotatori, forniti di zampe palmate che permettono loro di vivere sugli specchi d’acqua e di fare immersioni per procurarsi il cibo. I picchi hanno sviluppato un becco molto potente e sono provvisti di una lunga lingua appiccicosa per poter utilizzare quelle risorse di cibo rappresentate dalle larve “xilofage” che si nutrono delle sostanze legnose dei vecchi tronchi.

Alcune specie hanno adottato strategie migratorie, per godere al massimo delle risorse alimentari del pianeta in ogni stagione, arrivando a fare “trasferimenti”, in vista dell’inverno, di parecchie migliaia di chilometri, mentre altre hanno imparato come arrangiarsi anche nei periodi di magra, accontentandosi delle poche risorse che si possono trovare qua e là, come i nostri tetraonidi, splendidi esempi di adattamento a condizioni difficili, a volte proibitive.

(beccaccia albina)

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