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La Volpe

Nessuno, nonostante difficilmente l’abbia vista dal vivo, può dire di non conoscerla;  fin dall’antichità la sua astuzia proverbiale e le sue furberie sono state assunte in chiave educativa, trasformandola in un personaggio ricorrente del mondo della “favola”.

Tutti i maggiori scrittori di questo genere letterario, da Esopo a Fedro, a La Fontaine, l’hanno più volte presentata ai lettori inquadrando le sue imprese dentro quella sapienza proverbiale che per anni è stata un po’ il sostituto e il condensato della antica sapienza popolare.

Tutto quanto si è detto di lei, in bene e in male, le calza a pennello, così che si può dire che quel grosso batuffolo di morbida pelliccia rossastra assommi dentro di sé quasi tutti gli attributi del mondo animale: furbizia, scaltrezza, agilità e atletismo, intuito, costanza, pazienza, ingegnosità, amore filiale, aggressività, crudeltà e piacere sanguinario.

Un compendio di qualità che ha reso vincente su ogni fronte la sua straordinaria capacità adattativa ad ogni situazione e ad ogni ambiente; raro caso di un grosso carnivoro che si è saputo perfettamente adattare al mondo moderno, così profondamente trasformato e urbanizzato.

Anche se le caratteristiche della dentatura e del suo apparato digerente lo fanno appartenere ai mammiferi carnivori, le pressioni ambientali l’hanno resa sempre meno specializzata, e ciò le ha permesso di essere in grado di introdurre nella sua dieta, per necessità divenuta poi costume, insetti, frutta, bacche, pesci, anfibi e crostacei; perfino carogne e avanzi di ogni genere là dove si è insediata nelle periferie suburbane delle grandi città.

I sentimenti umani nei suoi confronti sono sempre stati improntati da un odio profondo derivato sia dalla cultura del mondo contadino, a causa delle frequenti scorrerie predatorie a danno degli animali allevati nei cortili e nei recinti delle fattorie isolate, sia della cultura venatoria, che la considerava una rivale temibile e predatrice troppo astuta.

Se la prima visione, data la drastica riduzione di queste attività rurali, è decaduta per via naturale, la seconda non dovrebbe essere da meno, visto che studi e osservazioni sistematiche sui costumi di questo predatore dimostrano che il prelievo di specie di interesse venatorio non è  superiore al 10% della sua dieta, la cui maggior percentuale è rivolta ai roditori. Quando l’intelligenza delle cose vincerà il fascino del “così si diceva”, anche la volpe godrà finalmente di quella benevola considerazione attribuitale dal mondo letterario e si riscatterà dalla persecutoria considerazione di “nocivo”, rimanendo quello scaltro e furbo cacciatore come è nella sua natura.

Tutti i predatori, uomo compreso, devono essere correttamente considerati come parte integrante di quell’ecosistema tanto delicato che va giustamente studiato, conosciuto ed equilibrato ai contesti odierni, senza demonizzare nessuno.

Gli amori della volpe cadono nel periodo più freddo dell’anno, in febbraio, quando nelle gelide notti stellate si odono i loro latrati e guaiti di richiamo; i maschi si ritrovano anche in più d’uno a corteggiare le femmine in calore, e le zuffe sono all’ordine del giorno.

Formatesi le coppie, le femmine provvedono alla sistemazione delle tane dove la cucciolata, generalmente di 3-6 piccoli, verrà al mondo in primavera, nelle camere più profonde e ampie; a volte vengono sfruttate le comode tane dei tassi, con i quali possono anche convivere senza conflitti, mentre altre volte esse vengono scavate in luoghi assai difficili da individuare.

A un mese di vita i volpacchiotti sono bellissimi ed escono volentieri al sole per iniziare le esplorazioni dell’ambiente e per giocare, attività fondamentale per l’esercizio fisico e per l’apprendimento delle prime tecniche di caccia.

I genitori li riforniscono spesso anche di prede vive che imparano così a conoscere e ad uccidere.

L’uomo non è il solo nemico della volpe; la predona è infatti a sua volta vittima degli artigli dell’aquila, dell’astore e del gufo reale, e viene predata, dove ancora è presente, anche dal lupo.

E’ presente un po’ ovunque, e poiché caccia di notte ci potrà capitare di incontrarla che ci attraversa furtiva la strada nelle serate invernali, quando vaga alla ricerca di prede o di una compagna, inquadrata dai fari della nostra auto magari al rientro da una serata tra amici o in discoteca.

 

SCHEDA

Nome scientifico: Vulpes vulpes

E’ lunga circa 130 cm, di cui quasi 50 spettano alla coda; alta 30-40 cm., pesa in media 6-9 chilogrammi.

Testa larga e muso lungo e sottile indicano un eccellente sviluppo della canna nasale, a cui corrisponde un pari sviluppo delle mucose  olfattive che la guidano nella caccia e sono, con l’udito e la proverbiale astuzia, armi impareggiabili.

E’ un astuto cacciatore notturno e il suo istinto predatorio è tanto forte che spesso uccide molte più prede di quante gliene servono per il pasto, e sotterra quelle in eccesso per recuperarle in periodi di magra; il suo coraggio la spinge ad attaccare perfino i piccoli di capriolo. E’ stato calcolato che una volpe è in grado di catturare, in un anno, fino a 5000 topi selvatici, svolgendo così un ruolo molto utile negli ecosistemi naturali. 

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