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Lo Stambecco

Questo splendido ungulato può essere considerato il simbolo delle Alpi.

A differenza del camoscio, che vive sulle alte vette solo nel periodo estivo e si ritira nelle fasce boschive quando giunge l’inverno, lo stambecco vive per tutto l’anno ad altitudini molto elevate. Non teme per nulla le intemperie dell’inverno, ben coperto da un fitto manto peloso e da un notevole strato di grasso, e cerca, in questa stagione, pareti scoscese e ben esposte al sole, dove la neve viene spazzata dal vento e sulle cenge riesce a scovare quella poca erba, ormai secca, che basta per il suo pasto frugale.
È un animale robustissimo, un vero principe delle vette. 

I piccoli di questa specie nascono a giungo, all’inizio dell’estate. Gli stambecchi vivono in branchi divisi per sesso: i maschi per conto loro e le femmine, con i piccoli e i giovani, in piccole comunità separate.
Si riuniranno solamente al sopraggiungere dell’inverno, durante il periodo degli amori, che cade, per loro, in dicembre e inizio gennaio, i mesi più freddi.
Non è difficile osservarli, in quanto sono poco sospettosi. Questa specie ha rischiato, a causa di questo suo carattere confidente, di essere sterminata già alla fine del 1700, finché gli ultimi esemplari rimasti sul Gran Paradiso, a partire dal 1821, non vennero rigorosamente protetti.
Oggi gli stambecchi sono stati reintrodotti un po’ dovunque sulle Alpi dove erano presenti prima dell’800, anche in territori di stati confinanti, partendo da animali provenienti dal Parco del Gran Paradiso, e le popolazioni stanno tutte benissimo.
Nei maschi adulti le corna possono superare la lunghezza di un metro, mentre nelle femmine non superano i 20/30 centimetri. Nel corso della stagione degli amori i maschi competono fra loro, sfidandosi in duelli spettacolari nei quali cozzano tra loro le gigantesche corna, senza recarsi danno; non è raro che inseguimenti e sfide si possano osservare anche in altre stagioni, per stabilire il loro rango nel gruppo.

SCHEDA
Nome scientifico: Capra ibex
Inglese: Steinbock
Francese: Bouquetin
Dati biometrici
Peso: mediamente nei maschi 95/100 Kg.; nella femmina 75/80 Kg.
Altezza: al garrese 65/80 cm.
Lunghezza: 150-170 cm. nei maschi e 100/120 nelle femmine

I progetti di reintroduzione
In questi ultimi anni sull’arco alpino, per una sempre maggiore attenzione nei confronti del patrimonio faunistico delle nostre regioni, si sono sviluppati diversi progetti di reintroduzione di specie selvatiche. Sono state interessate a questo intervento quelle specie di cui si ha la certezza che già nei secoli scorsi abitassero questi luoghi. Il progetto che ha avuto più successo è proprio quello dello stambecco che, a partire dall’unica popolazione di animali sopravvissuti grazie alla protezione esercitata nel Parco del Gran Paradiso, oggi vive in numerose colonie sparse su tutte le Alpi, sia su diversi comparti italiani, sia su quelli francesi, svizzeri, austriaci e sloveni. Altri progetti stanno interessando il Gipeto, chiamato anche avvoltoio degli agnelli, la Lince, mammifero predatore ancora presente nelle foreste dell’Europa centrale, l’Orso, tornato a vivere nelle foreste del Trentino e del Friuli, e la Marmotta, di recente reintrodotta su tutte le praterie alpine, a beneficio dell’aquila reale, la sua principale predatrice. Si tratta di interventi molto complessi, che devono tener conto delle trasformazioni avvenute nei territori nel corso di tutto il 1900, che spesso non possono garantire, per diverse ragioni, il pieno successo dei progetti, e devono assolutamente vedere coinvolti positivamente gli abitanti dei territori che li dovranno ospitare.

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