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Quale cane per la beccaccia?

Quale cane per la beccaccia?
La Regina si caccia con il cane, e su questo non v’è alcun dubbio, ma quale razza sia la migliore è altro problema, e qui sono i gusti a fare la differenza.
Cominciamo col dire che la gran parte dei cacciatori predilige l’uso del cane da ferma, ma anche quello da cerca può essere utilizzato, prova ne sia che per uno di questi, il cocker, il nome trae proprio origine dalla beccaccia, cock in inglese; lo springer poi, risulta un ottimo ausiliare per ogni selvaggina, da pelo piuttosto che da penna, beccaccia compresa.
Ma torniamo al cane da ferma, certo più idoneo per sviluppare quelle meravigliose azioni che rendono unica ogni giornata per boschi.
Qui la principale differenza è tra inglesi e continentali, a loro volta divisi in italiani ed esteri.
Incontrastato re tra tutti questi magnifici ausiliari, quantomeno per la sua notevolissima diffusione, il setter inglese, cane che esplica la sua azione a largo raggio, spesso lontano dal cacciatore, ma esplorando un gran quantità di terreno.
Olfatto potente e ferma solidissima, spesso unite a buon riporto e recupero, le qualità che meglio lo caratterizzano. Vederlo gattonare mentre avvicina il selvatico, è un’emozione che non può lasciar indifferenti; se poi s'appassiona a questo tipo di selvatico si trasforma in autentico specialista.
Se l’inglese è il più amato, è secondo al solo pastore tedesco per iscrizioni annuali all'ENCI, molti consensi li ottiene anche il cugino nerofocato, il gordon, altresì definito setter scozzese.
Più massiccio dell’inglese, e certo meno veloce di questi, il gordon è un ottimo cane, forse penalizzato per questo tipo di caccia dal mantello nero che lo rende meno visibile nel folto del bosco, per ilresto le sue qualità venatiche sono comparabili a quelle dell'inglese.
Il terzo dei setter, l’irlandese, è il meno utilizzato, ma non per questo è inferiore agli altri. Olfatto prodigioso e velocità seconda sola a quella del pointer, è cane bellissimo e questo l’ha penalizzato, favorendo negli anni la selezione per questa caratteristica piuttosto che per il lavoro.
Completa il lotto il pointer, signore dell’aria, splendido atleta che anche a beccacce si fa valere pur se dotato di pelo corto che meno lo protegge nel folto. Il pointer è velocissimo, esplica un’amplissima azione di cerca e possiede un olfatto prodigioso, tanto che è stato spesso usato nella formazione o nel miglioramento di molte razze canine. Generalmente le sue ferme sono improvvise, scultore, rabbiose; la guidata, a strappi, esprime potenza e sicurezza; quelli che lo amano davvero lo usano malvolentieri a beccacce, nel bosco, preferendo vederlo al lavoro in pianura e collina alla ricerca di starne piuttosto che in alta montagna a cotorni, dove davvero se ne possono apprezzare le straordinarie qualità.
I continentali non sono meno adatti a questo tipo di caccia, differenziandosi per una cerca più ristretta, anche se breton e khurzhaar moderni hanno ormai velocità prossime a quelle degli inglesi.
Tra questa categoria i più utilizzati per la beccaccia sono i due tedeschi, kurzhaar e drahathaar, il piccolo folletto francese, selezionato in Bretagna, terra di beccacce, e anche il korthals, griffone pure lui proveniente d’oltralpe, e particolarmente adatto per la ricerca della Regina.
I due tedeschi sono cani decisamente eclettici, capaci anche di impegnarsi proficuamente in altre forme di caccia, e forse sono solo penalizzati dal colore scuro del mantello, che li rende poco visibili nel bosco, ma quanto ad olfatto non sono da meno degli inglesi.
Il breton, molto diffuso anche per la piccola taglia che lo rende adatto anche a chi vive in città, quando caccia è un'autentica furia, e nella sua zona d'origine, la Bretagna. ha pochi rivali anche sulla beccaccia.
Utilizzati, ma in numeri molto più ridotti anche bracco di Weimar, viszla ungherese e gli altri epagneul.
Chiudiamo con i due cani italiani, bracco e spinone, cani che stanno recuperando un posto privilgiato nelle preferenze dei cacciatori italiani. 
Dei due il più utilizzato per la beccaccia è certo lo spinone, più rustico e protetto da un pelo ispido e folto, ma entrambi sono ottimi cani per questo selvatico. La moderna selezione ci ha regalato soggetti più veloci e leggeri di quelli d’un tempo, quando si vedevano spinoni e bracchi lenti, pesanti e linfatici. Cani che superavano abbondantemente i 30, talvolta i 35 chili, poco adatti per la caccia moderna, con penuria di selvatici e la necessità di cani che coprano molto terreno.
Di possibilità dunque ve ne sono molte: a voi al scelta e…in bocca allla Regina!
 
 
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