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Come tarare il cannocchiale in aperta campagna - I parte

Come tarare il cannocchiale in aperta campagna - I parte

di Marco Benecchi

La nostra bella carabina l’abbiamo finalmente comperata, gli attacchi con il cannocchiale sono montati a regola d’arte, non ci resta altro da fare che tararla. Siamo capaci di farlo noi stessi o dobbiamo rivolgerci ad altri? Quante persone sono in grado di azzerare alla perfezione una carabina alla distanza voluta e magari di “ricamare” anche delle belle rosate? Chi lo ha già fatto non si spaventa più ed ogni volta che ci riproverà vedrà che andrà sempre meglio, mentre chi non ha mai provato è bene che impari a farlo, perché non sempre possiamo trovare dietro l’angolo chi può soddisfare le nostre esigenze quando e come vogliamo. Inoltre, tarare un cannocchiale non è poi così difficile come potrebbe sembrare a prima vista. E’ sufficiente seguire correttamente poche operazioni con calma e con impegno, consapevoli che la precisione di un arma dipende sì dal trinomio arma- ottica- munizione, ma soprattutto da quanto sarà accurata la taratura finale dell’insieme. Do per scontato che l’arma da tarare abbia tutte le caratteristiche fondamentali per esprimere una buona precisione: ottima incassatura, uno scatto eccellente e un corredo di munizioni perfette e tutte uguali. La scelta della munizione è una faccenda “spinosa”, perché oltre a tenere conto delle nostre esigenze, dobbiamo tenere conto anche di quelle della nostra arma che purtroppo non sempre coincidono. Personalmente mi è capitato che un’arma facesse faville con un tipo di munizione, mentre con un’altra leggermente diversa non riuscivo a stringere la rosata. Trovata la palla che meglio si addice al nostro impiego venatorio e al passo di rigatura della nostra arma, è bene procurarcene almeno un centinaio di pezzi, quantità classica di proiettili sfusi contenuti in una confezione.

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Di quelle munizioni, ne diventeremo automaticamente gelosi e lo sprecarle ci darà molto fastidio. Questo è uno dei motivi per il quale, durante l’azzeramento del cannocchiale, cercheremo di consumarne il minor numero possibile. Per procedere alla taratura non occorrono particolari accessori, né grandi doti personali; è un’ operazione alla portata di tutti. Nel nostro paese ci sono pochi poligoni abilitati al tiro a lunga distanza per carabine di grosso calibro e quei pochi hanno giustamente regole ed orari che magari potrebbero risultare scomodi a molti tiratori. Per allenarsi al tiro, un poligono è senz’altro una ottima scelta, ma non lo è altrettanto per tarare un arma. Il primo azzeramento deve essere eseguito con la massima serenità e in solitudine, al massimo possiamo avvalerci di un amico che ci aiuti nell’ allestimento dell’attrezzature e per il controllo dei bersagli. Mi avrà certamente capito al volo chi, dopo aver prenotato la linea di tiro per controllare di fino la sua arma, si è ritrovato con un tiratore alla sua destra che spara con un 458 WM, e a sinistra un baldo “cinghialaio” che prova la celerità della sua BAR in calibro 338 WM. E poi non dobbiamo dimenticare che in quasi tutti i poligoni che si rispettano c’è sempre “l’esperto” di turno che, sempre alla ricerca di dare preziosi consigli, gira come una volpe tra i tavoli di tiro distraendoci dal nostro intento. Quello che mi ripropongo di fare è il descrivere in modo sommario quali sono le operazioni necessarie per eseguire una buona taratura in aperta campagna e possibilmente in completa tranquillità. Fondamentale è trovare un terreno dove poter sparare in sicurezza, senza arrecare danni fisici e/o acustici a persone e cose; consapevoli della potenza e soprattutto della gittata delle nostre armi. Una cava in disuso o un campo incolto che abbia un ampio terrapieno parapalle sarebbero l’ideale.

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