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270 Winchester

270 Winchester

Già quarantotto anni fa, quando ottenni il primo porto d'armi, mi interessavo molto di tutto ciò che ruotava intorno al mondo della caccia, e soprattutto di quanto veniva stampato sulle armi a canna rigata. Erano davvero pochi gli articoli concernenti gli ungulati alpini che apparivano su "Diana", l'unica rivista quindicinale di caccia edita a Firenze e distribuita capillarmente in tutto il Paese.

Bisognava però accontentarsi e sperare in tempi migliori per apprendere i fondamenti della caccia a palla e dei calibri relativi, perché allora almeno il 95% dei cacciatori si dedicava alla lepre, alla piuma ed alla migratoria.

Sulle Alpi i cacciatori di camosci erano presenti in numero discreto, ma gran parte di essi correva dietro alle sacre antilopi con vecchie carabine, residuate della Seconda Guerra Mondiale, in special modo con i Mauser 8x57JS od i '91 Carcano italiani finiti nei fienili delle baite o nascosti nei muri a secco delle mulattiere.

Negli anni durissimi del dopoguerra, infatti, solamente i benestanti potevano permettersi armi di pregio con ottiche di qualità, un privilegio esclusivo.

Tornando alla carta stampata, verso la metà degli anni '60 la Casa Editrice Sansoni di Firenze ebbe la fantastica idea di pubblicare un'opera che fece epoca: "L'Enciclopedia della Caccia". Uscì a dispense settimanali e, attendendo con ansia ogni numero, completarla fu una vera gioia.

Quei due volumi segnarono il mio futuro di cacciatore a palla perché in essi trovai tutte le informazioni fondamentali di balistica, valide anche oggi. Scorrendo ripetutamente le loro pagine, arricchite da numerose e belle illustrazioni, appresi tante verità teoriche che, in anni successivi, avrei constatato con la pratica.

Ovviamente ciò che più mi appassionavano erano le armi lunghe rigate per la caccia agli ungulati. Ricordo che quando lessi, riguardo la scelta del calibro, le note concernenti il 270 Winchester rimasi ammaliato dalla semplicità del testo e dalla lapidaria conclusione: "Per il capriolo e per il camoscio è insuperabile!". Tenni conto di questa affermazione, ma passarono ancora molti anni prima che potessi acquistare la prima carabina. Comunque l'assidua lettura di questa opera e di rari articoli di approfondimento firmati da Riccardo Todeschini o da William Dozza, si rivelarono sempre un passatempo piacevole ed istruttivo.

Sia in Val Seriana che in Val Susa ebbi modo di conoscere alcuni cacciatori di camosci, apprendendo che le loro armi erano in 270 Winchester, calibro di cui tutti erano entusiasti. Diversamente da oggi, nei primi anni '60 non era ancora in uso l'incivile ed irresponsabile abitudine di tirare ai camosci a distanze inverosimili con calibri assurdi, come molte "teste di tamburo" fanno oggi con ottiche mostruose, cavalletti tipo commando ed altre diavolerie.

Allora il 270 Winchester, come dicevamo, faceva tutto e bene, senza tanto chiasso e con proverbiale costanza.

Nato intorno al 1925, il 270 Winchester era figlio del 30.06 Springfield.

Anziché palle di 7,85 mm di diametro, utilizzava palle di 7,06 mm che, grazie al restringimento ed al minimo allungamento del colletto del bossolo del 30.06, spingeva gli iniziali proiettili di 130 gr a velocità prossime ai 930-940m/s, veri missili dotati di energie prossime ai 3700 Joule!

Senza dubbio era il calibro giusto per le cacce negli spazi aperti e sulle montagne degli States in cui si cacciavano antilopi pronghorn, bighorn, cervi mulo e cervi a coda bianca. Ovviamente il successo fu immediato in tutta l'America, e l'utilizzo del 270 Winchester come calibro polivalente si diffuse a macchia d'olio, pur sottolineando il fatto che le palle "soft-point" usate allora, le uniche disponibili, avevano un'efficacia sul selvatico senza dubbio inferiore a quella delle ogive odierne.

Intorno al 1930, vista l'insistente richiesta di un proiettile più pesante per selvaggina di massa notevole, wapiti e alci per capirci, la Winchester studiò una palla di 150 gr, sempre nella configurazione "Soft Point", che incontrò il favore dei cacciatori americani. Sono ben 86 anni che il 270 Winchester è un indiscusso protagonista del mercato mondiale, ed il suo successo commerciale non pare destinato a diminuire, se paragonato ad altri calibri che, come meteore, hanno avuto una vita brevissima.

Ancor oggi se la prima carabina del neofita è spesso camerata in 270 Winchester una buona ragione ci sarà! Infatti quando un gruppo di appassionati si ritrova a discutere di calibri, infallibilmente il tema sulla scelta del calibro più amato prende corpo con le indubbie qualità del 270 Winchester, che vanta milioni di estimatori sparsi in tutto il mondo.

Assieme al 30.06, al 308 Winchester, al 7x57, all' 8x57JS, al 300 H&H Magnum, ormai poco usato, ed al 300 Winchester Magnum, viene considerato uno dei migliori sette calibri in assoluto da persone che hanno passato la vita a caccia in tutti i continenti, spaziando dal capriolo al cervo, all'alce ed ai più grandi ovini selvatici, tra cui la Marco Polo sheep, l' argali e la big-horn. Jack O' Connor (1902-1978), che per oltre cinquanta anni cacciò tutti i grandi ungulati delle Montagne Rocciose, dall'Alaska al Messico, fu uno strenuo sostenitore del 270Winchester, calibro che preferiva ad ogni altro per big horn, Dall sheep e mountain goat, con occasionali abbattimenti di alci, wapiti, caribù e, temerariamente, perfino di grizzly.

Iniziò con una carabina Winchester mod. 54 con ottica ad ingrandimento fisso molto basso, non più di 4X, ma preferibilmente di 2,5X, Zeiss o Leupold, dotata di reticolo fine, tipo "cross-hair", poiché cacciava nella piena luce del giorno. Ebbene, con un'arma di peso complessivo non superiore a 3,5 kg, girò tutta l'America Settentrionale, oltre a molti paesi dell'Africa e dell'Asia, senza mai cambiare la sua attrezzatura: palla da 130 gr per animali fino a 150 kg e da150 gr per quelli più pesanti.

Non ebbe mai modo di pentirsi di quelle scelte, perché i risultati gli davano ragione, visti i numeri e la costanza degli abbattimenti. Anche con le coriacee antilopi maggiori africane non ebbe problemi: kudu, roan, sable, nyala, eland di Derby ed orix cadevano sotto i colpi del 270 Winchester, grazie anche alla sua grande esperienza di tiratore provetto.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, all'incirca alla metà degli anni '50, il 270 Winchester iniziò a diffondersi in Europa Occidentale, tranne che nei Paesi centro-europei, dove i calibri tedeschi erano parte integrante delle tradizioni venatorie locali, ben rappresentate dagli immortali 6,5x57, 7x57 e 8x57JS Mauser e dal 7x64 Brenneke.

Ciò nonostante, il successo del calibro americano fu scontato ovunque, poiché aveva caratteristiche balistiche non comuni: tensione di traiettoria molto alta, precisione e costanza di tiro ottime, potenza elevata, grande disponibilità di armi americane (Winchester e Remington) a prezzi concorrenziali e facile reperibilità delle munizioni. In pratica, molte virtù e quasi nessun difetto, se escludiamo la mancanza di palle molto pesanti che i 7 mm tedeschi, al contrario, gestiscono molto bene fino a 177 gr.

Logica conseguenza, almeno in Italia, fu che il 270 Winchester fu adottato con entusiasmo soprattutto dai cacciatori di camosci, che allora sognavano un calibro più teso dell'8x57JS. Accontentarsi di 50 o più cm di calo del proiettile a 300 m, rispetto ai 20-22 cm del 270 Winchester, sarebbe stato assurdo, perlomeno nella caccia in alta montagna, dove le distanze erano grandi e la loro stima difficile.

camoscio abbattuto in Val Germanasca (To) con CZ 550 in 270W e palla da 130 grani

Col passare degli anni il 270 Winchester confermò in pieno la propria fama di calibro d'eccellenza per la caccia al camoscio, assieme all'ultra veloce 6,5x68 tedesco che, intorno al 1956, si affacciò sul mercato anche se il suo studio ed i primi collaudi risalivano agli anni 1938-39. Nel numero di vendite, però, il 270 Winchester surclassò il concorrente europeo per merito dei costi minori, sia delle armi americane che delle munizioni meno costose di quelle del 6,5x68, offerte inizialmente dalla D.W.M e dalla Hirtenberger.Conosco anziani cacciatori che usano carabine in 270 Winchester dai primi anni '60 e che non le hanno sostituite con altre di calibro superiore, anche quando cinghiali e cervi si sono diffusi allargando l'orizzonte venatorio delle Alpi Occidentali.

Oggi inoltre, con l'utilizzo di polveri altamente progressive e di palle speciali, dotate di espansione controllata ed alti coefficienti balistici, il calibro americano ha ripreso quota, dato che il 270 Winchester oggi viene scelto per i classici kipplauf anche in Austria ed in Baviera.

Tanto per avere un'idea delle prestazioni, ecco i dati desunti dal catalogo

 

Blaser che propone per il 270 Win. le ottime palle Cdp, valide per ogni ungulato alpino a tutte le distanze di tiro "intelligenti", non oltre i 300 m: le Velocità a 0-100-150-200-250-300 m sono rispettivamente di 950-845-796-749-703-658 m/s con Energie di 3790-3004-2665-2356-2076-1823 Joule. E' stato necessario molto tempo, ma finalmente anche i cacciatori di camosci delle Alpi Orientali, abbandonando il loro marcato scetticismo, si sono dovuti ricredere rivalutandole ottime qualità balistiche del grande calibro americano. Sempre secondo il catalogo Blaser, tutti i vari 6,5 mm sono surclassati dal 270 Winchester, sia per l'energia che per la traiettoria (-9,8 cm a 250 m e -23,7 cm a 300 m). Solamente il 6,5x68 ed il 257 Weatherby Mag., che sono dei veri Magnum, reggono il confronto. L'unico vero antagonista del 270 Winchester, come calibro polivalente su tutta la selvaggina europea, è il 7x64 che lo batte per i maggiori pesi di palla sfruttabili (fino a 177 gr) ed ovviamente per la potenza più alta. Ma per i tiri lunghi il 270 Winchester è superiore al calibro tedesco, come hanno sempre constatato coloro che li utilizzano entrambi. Una considerazione da sottolineare: secondo Ed Matunas, esperto di balistica americano, cacciatore ed autore di molti saggi venatori, dopo innumerevoli prove effettuate con munizioni di fabbrica di ogni tipo e con diverse armi, il 270Winchester è un calibro da ricaricare, in quanto quasi nessuna delle munizioni usate per i suoi esperimenti (e di colpi ne ha sparati migliaia) raggiungeva le velocità dichiarate. Tutte le munizioni testate erano molto più lente, da 100 a250 ft/s, ovvero da 30 a 75 m/s in meno di quanto riportato sulle confezioni. Le uniche invece che si comportavano correttamente erano le FEDERAL Premium, che toccavano le velocità attese alla bocca. A proposito di munizioni commerciali è bene ricordare che sono prodotte in grandi lotti la cui sigla di identità, con numeri e lettere alfabetiche, è stampata sulla confezione. Siccome le polveri utilizzate dalle Case nel corso degli anni possono talvolta differire le une dalle altre, è meglio evitare possibili sorprese nella precisione dell'arma acquistando 3-4scatole di munizioni dotate dello stesso tipo di palla e peso con il medesimo numero di lotto. Esigetelo anche dagli armaioli di cui non siete clienti abituali che, distrattamente, potrebbero omaggiarvi di munizioni fresche... dei tempi di Buffalo Bill! Un'altra nota curiosa di alcuni anni fa proveniva dal catalogo delle munizioni RWS di cui nessuno, mi auguro,dubiterà. I due soli calibri che con tutte le munizioni proposte vantavano il famoso "pallino nero", simbolo grafico che sottolineava la capacità di un abbattimento sicuro per capriolo, cinghiale e cervo, erano il 270 Winchester e l'8x68S. Non siamo ancora soddisfatti? Chi avrebbe potuto migliorare le superbe qualità del 270 Winchester se non la medesima Casa americana? Da una decina d'anni, infatti, un altro 270 è apparso sulla scena: il 270 WSM (Winchester Short Magnum), dotato di qualità balistiche superiori, ma concettualmente assai diverso. Alla resa dei conti, dobbiamo essere certi che il 270 Winchester è un grandissimo calibro, specialmente per la caccia agli ungulati in montagna, un vero amico che, anno dopo anno, mai ci tradirà. E se sentite qualcuno che ne parla male, affermando che si tratta di un calibro obsoleto, lasciatelo dire perché anche gli asini hanno diritto di...ragliare.

 

cervo abbattuto in Val Susa (To) con CZ550 in calibro 270 W. e palla da 130 grani 

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