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Piccola manutenzione delle armi rigate

Piccola manutenzione delle armi rigate

Terminata la stagione venatoria, è buona NORMA dedicare un po' del nostro tempo all'arma che, accompagnandoci per monti e valli per oltre tre mesi, ci ha magari permesso di realizzare qualche interessante cattura. Per qualcuno pulire e lubrificare un'arma è un lavoro molto noioso, ma ciò è necessario se vogliamo mantenere in perfetto stato ogni parte del nostro fucile.

Innanzitutto bisogna smontare l'arma se si tratta di un basculante ovvero dobbiamo separare l'asta dalle canne e queste dalla bascula. Le parti in legno devono essere accuratamente pulite da qualsiasi traccia di sporco, olio e piccole quantità di terra che spesso si insinuano nelle aree zigrinate, nel tasto di sgancio dell'asta o nelle celle aperte del calciolo. Per questa operazione è sufficiente un pezzo di tela pulita, leggermente inumidita con acqua tiepida, agendo in modo uniforme e delicatamente su queste superfici, pulendo le zigrinature con uno stuzzicadenti di legno o con uno spazzolino dotato di setole artificiali non troppo dure. Se notiamo lievi ammaccature sul calcio e sull'asta è abbastanza facile farle scomparire bagnandole in abbondanza con acqua molto calda. Lasceremo che il legno la assorba bene ripetendo eventualmente l'operazione. Subito dopo porremo un pezzo di tela intriso di acqua quasi bollente a contatto della superficie bagnata in precedenza, appoggiandovi subito la punta di un ferro da stiro ben caldo. Con piacere noteremo che i "lividi" sul legno spariranno del tutto, quasi per incanto; il legno infatti riprenderà istantaneamente il volume originario, grazie all'azione del ferro da stiro e dell'acqua calda. Se l'operazione non dovesse riuscire perfettamente bisogna ripeterla ed il successo dovrebbe essere garantito. Naturalmente stiamo parlando di piccole ammaccature, non di botte paurose o di abrasioni come se il calcio fosse stato attaccato da un castoro famelico! Quasi sempre però, dove si riscontrano questi "lividi" il legno perde lo strato di olio usato per la verniciatura ed allora si rende necessario usare uno dei prodotti restauratori per mobili che fanno davvero miracoli. Dopo qualche passata ripetuta attenderemo che quest'olio compia il suo lavoro sull'area opaca del legno. Infine, passando con moto circolare un panno asciutto sulla superficie trattata otterremo un buon risultato, verificandone l'esito finale a distanza di qualche giorno ed eventualmente ripetendo l'intera operazione di mini restauro. Terminato il trattamento con un olio conservativo steso uniformemente su tutte le superfici, per i legni possiamo dormire sonni tranquilli, osservando il loro stato a scadenze regolari di quattro, sei mesi.

Per quanto riguarda i ferri possiamo curare solamente la pulizia delle canne, perché l'interno della bascula dovrebbe essere controllato, pulito e lubrificato unicamente da una persona competente, ossia da un armaiolo di fiducia. Smontare una bascula non equivale alla pulizia di una mensola di casa: a ognuno il suo mestiere! Le canne invece, con un po' di pazienza, possiamo farle brillare dentro e fuori. Per l'esterno è sufficiente un panno ben intriso di olio per armi di ottima qualità che sicuramente non costa poco; i migliori sono quelli che superano le specifiche militari, in commercio già da molti anni. Ma ricordiamoci che oliare per lubrificare non significa innaffiare, come taluni fanno anche con oli da quattro soldi, con l'unico risultato di creare una morchia spaventosa! Logicamente, prima della lubrificazione le canne devono essere pulite perfettamente anche all'esterno, usando uno spazzolino con setole tenaci per asportare i depositi solidificati di olio vecchio e polvere che si formano lungo le bindelle, sia nella parte inferiore che in quella superiore, raramente nell'area dei ramponi o della triplice chiusura superiore, la Greener. Eventualmente si possono smontare anche gli "occhiali" degli estrattori sgrassandoli, pulendoli accuratamente ed oliandone il gambo.

La canna rigata, sia che appartenga ad un basculante o aduna carabina, deve essere pulita perfettamente all'interno. È più facile a farsi che a dirsi. Dapprima si tolgono dalla canna le fecce più grossolane con un apposito scovolo inumidito con un velo d'olio e poi la si bagna più volte con una pezzuola di cotone intrisa con un prodotto solvente per piombo, rame e tombacco. Si lascia agire il solvente per una decina di minuti e si passa energicamente lo scovolo di bronzo per una decina di volte. Agendo nell'interno della canna con numerose pezzuole sempre intrise di solvente pulito, ne uscirà un liquido di colore azzurro-verdognolo che testimonia il distacco dei depositi metallici. Quando la canna ci sembrerà pulita, passata mezz'ora, dopo aver nuovamente intriso la canna con una pezzuola bagnata nel solvente, ripetiamo l'azione con lo scovolo di bronzo perfettamente ripulito e intriso ancora di solvente fresco. Ci stupiremo di quanto liquido iridescente uscirà ancora dalla bocca della canna! Al termine di questi passaggi, asciugheremo con cura l'interno della canna con diverse pezzuole di cotone stendendovi subito dopo l'ultimo leggero strato di olio conservativo. Il lavoro sarebbe finito, ma se apparteniamo alla schiera dei pignoli, volendoci assicurare una perfetta conservazione della canna a lungo termine, sarebbe indispensabile un'ultima operazione. Prima di applicare il definitivo velo d'olio conservativo, bisognerebbe lavare energicamente la o le canne con acqua quasi bollente saponata al 5-8%, aiutandosi con della stoppa grezza e agendo ripetutamente nelle canne come uno stantuffo, fino a farne uscire acqua limpida. Con questo metodo di pulizia tipo lavandaia, ben conosciuto dai nostri nonni che lo usavano per le armi a polvere nera, tutti i residui di sali e di grassi ancora presenti nelle canne saranno neutralizzati dall'azione congiunta dell'acqua bollente e del sapone. Le canne, così trattate, possono essere riposte in luoghi freschi ed asciutti, con la certezza assoluta che la ruggine non si farà vedere nemmeno a distanza di anni.

Anche le magliette devono essere controllate e rimosse se mostrano segni di cedimento o se le viti che le trattengono in sede si presentano arrugginite o con giochi eccessivi. Per ovviare a questi piccoli ma importanti problemi riguardanti il fattore sicurezza (la cinghia che si stacca può essere estremamente pericolosa!) sarebbe saggio avvitare la maglietta nel calcio applicando una femmina in ottone innestata a filo, ovviamente con un passo adeguato, che, in termini di sicurezza, è ben più affidabile di una vite inserita direttamente nel legno. Questa infatti, dopo anni d'uso, allarga inevitabilmente la propria sede e a lungo andare potrebbe cedere sfilandosi e causare una caduta improvvisa dell'arma! Se durante questi piccoli lavoretti di manutenzione notiamo dei piccoli affioramenti di ruggine non dobbiamo scoraggiarci. Basta un batuffolo di lana d'acciaio finissima, inzuppata in un ottimo olio per armi. Bagneremo con l'olio la parte interessata e successivamente, con movimenti circolari delicati e con pressione uniforme, agiremo col nostro batuffolo sulla macchiolina di ruggine. Come per magia il piccolo neo rossastro si scioglierà e la sottostante brunitura non ne risentirà affatto. Dobbiamo sempre ricordarci che l'interno della bascula od il sotto-canna di una carabina devono essere controllati ad intervalli di tempo non troppo lunghi, ma comunque sempre quando le armi vengono trasportate sotto forti acquazzoni o cadono nella neve se mal appoggiate. L'acqua si insinua dappertutto e la ruggine può fiorire in ogni interstizio della nostra arma causando talvolta danni non lievi. La soluzione per queste spiacevoli eventualità esiste: canna inox e calcio sintetico! Armi "discutibili" per alcuni, "mostruosamente efficienti" per chi scrive, e, dobbiamo ammetterlo, il massimo per quanto riguarda la resistenza a tutti gli agenti atmosferici, salsedine compresa.

 

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