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Arci Caccia: sulla caccia in zona arancione e rossa nessuno sia lasciato indietro!!!

arcicaccia logo co1La caccia, in questa folle annata, passa ovviamente in secondo piano, rispetto alla tragedia della pandemia. Ciò non toglie, che i cacciatori svolgano un’attività a contatto con la natura, in grandi spazi, dove il rischio di contagiarsi è davvero minimo. Per questo, non possiamo che accogliere con favore la decisione della Regione Emilia Romagna, della Regione Liguria e della Regione Marche di permettere, anche in zona arancione, la caccia al cinghiale fuori dal Comune di residenza. Questo a condizione, però, che si tratti solo di un antipasto e che, immediatamente dopo, sia concesso lo stesso trattamento anche ai praticanti le altre forme di caccia. Possiamo capire che la caccia al cinghiale, in tutte le sue forme, sia fondamentale per la prevenzione dei danni e per ridurre il rischio di diffusione della Peste Suina Africana, ma restiamo convinti del fatto che l’attività venatoria abbia un impatto veramente irrisorio sulla diffusione del virus. Quindi non possiamo che chiedere, per i cacciatori che si trovano in Zona Arancione e Zona Rossa, lo stesso trattamento di cui godono tanti altri cittadini che trovano giusto sfogo e salutare attività fisica all’aria aperta nella propria passione. Ne trarranno giovamento i cacciatori e un indotto importante: quello delle armerie, delle aziende agrituristico e faunistico venatorie, dei fabbricanti di armi, munizioni, indumenti, scarponi, ecc.. Un mondo di posti di lavoro sicuramente non inferiore a quello di altri comparti economici. Per questo, adesso che c’è stata questa apertura, su una singola forma di caccia, chiediamo uguale trattamento anche per le altre. Perchè i cacciatori sono una grande famiglia, dove nessuno viene lasciato indietro.

 

Il Presidente Nazionale

Piergiorgio Fassini

FIDC: via libera alla caccia al cinghiale. solo un primo passo sulla strada per la normalità

federcacciaRoma, 20 novembre 2020. In queste ultime ore si sta assistendo da parte di alcune Regioni site in zona arancione alla concessione della possibilità di spostamenti tra comuni per procedere alle operazioni di controllo e per la caccia al cinghiale, sia nella forma della braccata che della girata.
Consideriamo questo il primo passo per estendere a tutti i cacciatori residenti nella regione la possibilità di esercitare la caccia ovunque abbiano titolo – appostamento fisso sito in altro comune; caccia in Atc in cui non ricade il comune di residenza; accesso a aziende agrituristico venatorie e faunistico venatorie, ecc… – e auspichiamo che questo percorso sia portato a termine al più presto e fatto proprio da tutte le amministrazioni regionali.
Infatti, se gli iscritti a una squadra di caccia collettiva al cinghiale o gli autorizzati a prelievi di contenimento possono superare i confini comunali per prelevare il cinghiale, ci pare naturale pensare che nulla possa essere detto a chi invece del suide insegue, ad esempio, fagiani e beccacce.
Le possibilità di concorrere alla diffusione del virus non cambiano in base al selvatico inseguito.
Come continuiamo a ripetere sin dall’inizio, la caccia si pratica in ampi spazi aperti, lontano da aree abitate e antropizzate, la maggior parte delle volte in forma singola o con un numero di persone tale da poter mantenere, proprio perché all’aperto, una distanza interpersonale largamente superiore a quella consigliata da tutti i protocolli. Non ci sono quindi ragioni scientifiche, mediche e di buon senso per impedirla.
E non è un caso che infatti la caccia non sia stata sospesa dal Dpcm, ma solo resa difficile o impossibile dai limiti agli spostamenti. Un problema al quale siamo convinti le Regioni – e non è un caso che ci siamo rivolti alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome proprio per confrontarci con loro – possano porre rimedio.
Ringraziamo quindi le Regioni che hanno deciso di assumersi la responsabilità di autorizzare uno scostamento dall’interpretazione data generalmente al Dpcm, considerando che qualsiasi passo avanti, anche parziale, può fare da apripista a ulteriori e più complete e soddisfacenti determinazioni.
Certo, se la cosa dovesse rimanere limitata a cercare un rimedio ai danni arrecati dai cinghiali alle colture, alla circolazione stradale o in funzione di unico presidio nei confronti di zoonosi come la peste suina, non troverebbe la nostra soddisfazione.
Bisogna dunque andare oltre e non fermarsi a questo punto: soluzioni parziali e che non riconoscono uguale dignità alle diverse categorie di cacciatori non sono accettabili.
Adesso dunque è necessario che le Regioni abbiano il coraggio di continuare il percorso intrapreso, anche agendo sul Governo, per permettere uno svolgimento della caccia pienamente soddisfacente pur all’interno del contesto delle norme emanate a tutela della salute pubblica.

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

Toscana: la Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie contro le riaperture per specie o tipologie di caccia, “O cacciamo tutti o non caccia nessuno”

LOGO CABINA DI REGIA TOSCANACabina di Regia Toscana: A caccia andiamo tutti o non va nessuno!!!

I cacciatori toscani, che perfettamente consapevoli di trovarsi nella ben nota pandemia, da sempre si sono comportati con la più totale correttezza, sia sul terreno di caccia che nella vita, sono rimasti delusi dalle decisioni assunte dal Governo, che nello stilare il DPCM, infatti, seppur non nominando mai l’attività venatoria, ne impedisce la pratica nelle regioni dichiarate “rosse”, limitandola, ingiustamente, solo al territorio del proprio comune di residenza nelle zone “arancioni”.

Riteniamo profondamente ingiusto impedire una pratica in cui le possibilità di contagio potrebbero essere sporadiche e ridottissime, certamente minori che in tante altre attività, alcune anche sportive, per le quali il DPCM mantiene, naturalmente con le dovute cautele, la possibilità di un normale svolgimento.

Le Associazioni Liberacaccia, Italcaccia, Enalcaccia, Arci Caccia, intendono difendere il mondo venatorio, levando alta la protesta verso le istituzioni a tutti i livelli. Per questo hanno richiesto alla Regione Toscana, di permettere, quando i contagi caleranno e torneremo in zona “arancione”, la pratica venatoria in tutto il territorio dell’ATC e nel distretto al quale siamo iscritti per tutte le tipologie di caccia: Migratoria, Stanziale, Ungulati.

Rimane il fatto, stando così le cose, che fra poco tempo assisteremo ad un’esplosione di specie invasive e predatrici tali da arrecare gravi danni ai prodotti agricoli e alle altre specie stanziali.

Vogliamo dare ancora tempo alle Associazioni Agricole di categoria, sempre presenti nei comitati di gestione degli ATC ed in Regione, agli incontri presso l’Assessorato di competenza, perché può anche esserci sfuggito, ma non abbiamo visto un comunicato di solidarietà verso il mondo venatorio. Ricordiamo che si tratta di due categorie, agricoltori e cacciatori, legate indissolubilmente nella gestione del territorio agro-silvo-pastorale e sarebbe di grande aiuto far vedere che questo settore agisce con unità di intenti.

In questa ottica, vista l’inconsistenza della decisione, a nostro avviso assurda, di fermare la caccia, e al contempo di usufruire comunque dell’aiuto di chi viene ogni volta “calpestato” nei propri sacrosanti diritti, derivanti dal pagamento di ben “profumate” tasse di concessione, le associazioni sopra riportate, vista l’incertezza normativa riguardo alla possibilità di esercitare l’attività venatoria, sconsigliano alle proprie GGVV e a tutti i soci abilitati al controllo in art. 51 e 37, di partecipare a operazioni di controllo e contenimento di alcun genere o tipologia. Si intervenga da parte della Regione in maniera decisa ed efficace presso i Ministeri competenti, rimediando alla disastrosa ingiustizia perpetrata verso la nostra categoria e tutto l’indotto economico, come le aziende agrituristiche, gli allevamenti, ecc…, che le ruota attorno.

Il bosco non contagia! Il motto che le Associazioni lanciano alle istituzioni e a tutti i cacciatori, soci e non, della Toscana è “O TUTTI, OGNUNO NELLA SUA TIPOLOGIA DI CACCIA, O NESSUNO” e da questo come Associazioni della Cabina di Regia non intendiamo derogare.

Arci Caccia, Enalcaccia, Italcaccia e Liberacaccia

Cinghiale: riparte la caccia in Emilia e nelle Marche. Mobilità completa anche in zona arancione per il contrasto della PSA

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In queste due Regioni, il quesito posto dalle amministrazioni al Governo ha avuto risposta positiva. Per contrastare il rischio di diffusione della Peste Suina Africana e i danni in agricoltura in queste due Regioni i praticanti la caccia al cinghiale potranno spostarsi dal proprio comune, addirittura dalla Provincia o dalla Regione per svolgere l'attività venatoria. Per maggiori informazioni leggete i due comunicati consultabili ai link allegati.

https://www.cronachemaceratesi.it/2020/11/19/riparte-la-caccia-al-cinghiale-parere-positivo-del-prefetto/1468886/

https://www.regione.emilia-romagna.it/agenzia-di-informazione-e-comunicazione/@@comunicatodettaglio_view?codComunicato=96714

 

Emergenza Covid: La Cabina di Regia scrive a Conte e Bonaccini sollecitando un incontro per parlare delle difficoltà della caccia

 cabina di regia

La Cabina di Regia Unitaria del Mondo Venatorio si è riunita ieri per valutare azioni di mitigazione dei disagi causati dalle misure di contenimento dell’attività venatoria ai praticanti l’attività venatoria. Per questo le Associazioni Venatorie Riunite hanno indirizzato una lettera per richiedere un incontro al Presidente del Consiglio Conte e al Presidente della Conferenza Stato Regioni Bonaccini, sollecitando una revisione dei DPCM che consentano una ripresa in sicurezza, ma con soddisfazione, della caccia nelle Zone Rosse e migliori condizioni di svolgimento nelle Zone Arancioni. Nei prossimi giorni partiranno lettere indirizzate ai Ministri competenti e ai Presidenti delle Regioni, nella speranza che in ogni regione siano espressi in maniera unitaria da tutte le associazioni riunite nelle Cabine di Regia Regionali.

85 lettera al Presidente Consiglio CONTE Dpcm 3.11.2020 page 000185 lettera al Presidente Consiglio CONTE Dpcm 3.11.2020 page 0002

85bis Lettera Presidente BONACCINI Dpcm 3.11.2020 page 000185bis Lettera Presidente BONACCINI Dpcm 3.11.2020 page 0002

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