Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Migratoria: colombacci stanziali

Negli ultimi anni, in Italia, su gran parte della dorsale Appenninica, i colombacci "stanziali" sono considerevolmente aumentati di numero.

Ovviamente,sono diventati oggetto di "mille" attenzioni dai sempre più numerosi amanti del volatile azzurro.

Una contagiosa malattia, questa, che sta coinvolgendo cacciatori, non addetti ai lavori, che si sono buttati, anima e corpo, su questa entusiasmante tecnica di caccia. Fortuna vuole che, le nuove leve, oggi hanno la fortuna di trovare un ampia offerta di attrezzature che, se ben usate, sono in grado di garantire un buon risultato anche all’ultimo della classe. Infatti, al contrario di una volta, in quasi tutti i negozi specializzati si possono trovare ogni genere di richiamo. Colombacci in plastica, polistirolo, in penna, legno, gonfiabili, racchette di ogni forma, colore, azione, altezza, piccioni perfettamente addestrati da zimbelli o volantini, volantini imbalsamati meccanici, frulli elettrici, robot di colombaccio, ragazzi un vero manicomio con il quale "tutti" dobbiamo fare i conti e scegliere realmente le cose che servono per le nostre esigenze di caccia. Dimenticavo, esiste pure una fornita libreria e moltissime riviste specializzate dove poter attingere preziose notizie e consigli. La nostra generazione, invece, viene dalla gavetta. Qualche aiuto o spunto, è sempre arrivato dalla vicina Toscana ma, generalmente, si trattava soprattutto di caccia a al palco durate il periodo del passo . Noi "riminesi", abbiamo affinato la caccia al campo nei dintorni del bosco della Mesola nel ferrarese. Un magnifico parco nazionale , dove ancora si trova un pregiato ceppo di cervi , che nel corso degli anni ha fatto da "casa" ai numerosi colombacci di passaggio.

Attorno a questo grandissimo bosco, la mia generazione si è fatta le ossa . Ma con la 157 le cose sono cambiate e per i "nomadi" venatori, come il sottoscritto, sono iniziati i "veri" problemi. Onestamente, a parte gli ungulati, spero in un aggiustamento di questa buona legge per i migratoristi, che sono molto di più dei selecontrolori, cosi da poter dare la possibilità a tutti di godere dei frutti, di passaggio, di tutta la nostra penisola. E chiudo qua il discorso. Gli "intransigenti" residenti ( e questo vale per qualsiasi forma di caccia) sono sempre molto nervosi quando gli si tocca il territorio, anche se i colombacci ,a onor del vero, non hanno la targa con il numero di provincia ma sono di TUTTI!

A quei tempi, verdi permettendo, era consentito l’uso delle leva con il piccione imbragato. Tutto era molto semplice e remunerativo.

Alcuni ,per fare più scena, legavano tra due pali una fila di 5 o 6 piccioni che poi tiravano, al passaggio dei branchi, creando un effetto incredibile. Ricordo che, poco più che ventenne, "catturavo" i piccioni nella piazza della mia città con una rudimentale trappola! Ero un pazzo scatenato. Allora, la caccia era passione comune, eravamo un gruppo di oltre venti ragazzi che si spostavano tutti assieme per le scorribande venatorie. La sera, però, si andava a dormire presto senza bere nulla ,anche se eravamo tutti sportivi, poi all’alba via. Il traffico era meno intenso ma le nebbie incredibilmente fitte. Oggi tutto questo sarebbe impensabile e i giovani non si avvicinano più alla caccia. Troppi problemi, burocrazia e regolamenti "folli", oltre il rischio di rovinarsi il penale per una sciocchezza, con le guardie "troppo" intransigenti! Forse si è meglio andare a ballare e divertirsi che vadano a caccia i vecchi! Purtroppo, questa è la realtà.

In tutta Europa i giovani vengono trattati con i guanti e, pensate, possono andare a caccia anche senza la licenza di caccia!

Mentre, in Italia, se sbagli a mettere una firma o una croce su un foglio, che non serve a nulle e a nessuno, rischi fino alla galera! Una follia! Questa è l’Italia venatoria.

Ma torniamo ai nostri colombacci. In ogni caso, al contrario di allora, oggigiorno raccogliamo molti più uccelli. Le tecniche, oggi, sono molto più sofisticate, noi abbiamo molta più esperienza ma soprattutto i colombacci sono aumentati in maniera esponenziale ovunque.

Foto B.Gai- Catouno

In settembre, purtroppo, solo in poche province è consentito cacciarli. Peccato, perché sarebbe anche il momento idoneo per realizzare interessanti bottini con gli uccelli residenti. Questo perché le poche pasture non lavorate attirano tutti gli uccelli presenti nell’area ed il gioco è fatto.

Cosi dobbiamo aspettare il mese di ottobre e "bruciare" questa ghiotta opportunità. In ogni caso, dove consentito, vi è già una vera a propria scuola di amanti di questa tecnica che è una via di mezzo tra la caccia al campo ed il passo. Si devono cercare i colombacci nelle pasture Appenniniche, anche a buone altezze, oppure nel fitto del bosco dove traccheggiano da una cima all’altra. Servono poche cose, qualche stampo e alcune racchette, per il campo, mentre nel bosco servono le lunghe racchette con stanghe di svariati metri micidiali in alcune occasioni. Certo, occorre trovare degli pazzi idonei per la caccia che non sempre sono a tiro di "macchina". Quindi, oltre un po’ di esperienza, è meglio un preventivo controllo a caccia chiusa. Devo dire che, se non siete in possesso di questo tipo di attrezzatura, con frullo a terra e due racchette ben posizionate potete ugualmente divertirvi ma con le "stanghe" è un’altra cosa!

Inutile dire che serve sempre una buona dose di pazienza in quanto, le ore migliori, si alterano durante tutto l’arco della giornata. Quindi, dalla mattina alla sera " fermi" nel capanno che deve essere una vera opera d’arte, mimetico e comodo per sparare.

Per questo primo periodo di caccia servono munizioni leggere con 32 grammi piombo del 6, 7 ma anche 8 poi, come sempre scrivo, è tutto soggettivo e personale. Infatti, se per quel giorno non abbiamo la cartuccia giusta che facciamo andiamo a casa?

Oppure cercheremo di "buttare" il colpo al momento e alla distanza corretta? Io sono del parere che tutte le cartucce vanno bene, infatti nelle mia sacche si trova di tutto, il problema è un altro, centrare il colombaccio!

Oppure non fate come quelli che a cinquanta metri buttano giù tutto, poi vai a caccia con loro e ti accorgi che i "loro" cinquanta metri al massimo sono venticinque!! E poi, non buttano giù tutto! Ricordo un simpatico intermezzo con un blasonato giornalista che ad un incontro della stampa mi disse che durante una battuta ai colombacci all’estero aveva abbattuto oltre duecento colombi con lo stesso numero di cartucce!

Per educazione, non lo mandato a quel paese, ma ho sorriso dicendogli che io non sparo da fermo! A girato i tacchi e se ne andato. Per me, quello al massimo con duecento colpi ne avrebbe fatti una ventina, forse, poi io li vedo dalla faccia! Purtroppo il nostro variegato mondo è zeppo di questi fenomeni che sul " campo" non valgono molto. Anzi nulla! Invece, occorre avere sempre tanta umiltà, concentrazione e preparazione. La caccia al colombaccio è una fucina di nuove idee e ringrazio, di cuore, tutti gli amici che mi scrivono inviandomi sempre interessanti novità per ottenere risultati migliori. Ragazzi, in Italia, siamo forti!

In bocca al lupo a tutti!

Foto G. Gai- Catouno

 

Si ringrazia Caccia+ per averci fornito il contenuto

 

 

 

 

 

Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura