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Moriglioni e Morette

Iddio creò moriglioni e morette, e l’uomo…l’aereo a reazione.
Ali poste verso il retro, piuttosto corte e strette e poi...velocità, velocità, velocità.
Chiunque dia un’occhiata al moriglione in volo si rende in conto di come  l’ingegneria aeronautica abbia copiato da questo: le ali  strette e verso la parte posteriore del corpo, corpo tozzo,  coda corta.
Uccello che frequenta indifferentemente le lagune aperte e salmastre, ma anche quelle dolci ed i laghi interni, purché con acque piuttosto libere  e con scarsa vegetazione; la sua alimentazione è sia vegetale che animale (piccoli insetti, molluschi, crostacei, ecc),  velocissimo in volo il moriglione si leva in acqua ne più ne meno d’ una folaga, ciabattando, compiendo i primi metri in volo, aiutandosi per la spinta con le zampe, e proseguendo ancora per un discreto tratto parallelamente, sino a prendere finalmente quota. L’ammaraggio è d’ una goffaggine inimmaginabile, ponendosi il moriglione in posizione verticale per tutta la sua altezza sull’acqua ove ha deciso di posarsi, con le zampe poste sul retro dell’addome, ciondoloni e divaricate, e con i grossi piedi palmati aperti.
Dunque entusiasmante in volo, “sgraziatissimo”  tanto nella partenza dall’acqua quanto, soprattutto, nell’ammararvi.
Tuffatore agguerritissimo, se il tuffo è involontario e non condizionato da elementi di allarme, come la moretta si solleva con piccolo balzo sull’acqua, senza uscirne, e vi scompare …a capofitto, dando l’impressione d’un tuffo in verticale.
Se invece è ferito (e lo stesso può dirsi per la moretta) si tuffa senza assumere questo comportamento sparendo immediatamente alla vista; altre  volte, sempre se ferito, precipita verticalmente dal cielo e scompare non appena la tocca.


Ma tanto sul moriglione che sulla moretta feriti si possono dire moltissime cose; a volte non riemergono, emergendo soltanto con il becco, tenendosi con le zampe alla vegetazione sommersa; altre volte, e soprattutto se vi è il vento che increspa l’acqua, assumono una posizione parallela a questa, nuotando semi sommerse con tutto il corpo sulla stessa linea e con la brezza che nasconde la loro scia, indirizzandosi dove c’è vegetazione e dove, nella maggior parte dei casi diventano irrecuperabili; altre volte ancora riemergono per una sola frazione di secondo per sparire subito  sott’acqua, poi, nuovamente,  ritornano a galla a  prendere aria a notevole distanza da chi li cerca non sapendo dove siano.  
Salvo casi eccezionali non è nidificante in Italia, e si possono vedere i primi moriglioni di discesa verso  i mesi di agosto e settembre anche se  il grosso, che ha la sua base di svernamento nella Valli di  Comacchio, arriva fra ottobre novembre.
E’ notevolmente gregario come la moretta e non è difficile avvistare branchi di moriglioni o morette, in volo o posati sull’acqua, composti da centinaia di individui. È uccello notevolmente silenzioso anche se a volte, soprattutto nell’alba, al momento di posarsi sugli stampi emette un unico rauco e  basso suono.
Concludendo i nostri amici moretta e moriglione se feriti, il più delle volte, sono perduti.

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