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Capanno: i signori del freddo

Capanno: i signori del freddo
Sasselli e cesene sono animali che stimolano la fantasia dei cacciatori in modo particolare, il loro spostarsi in branchi, riempiendo l’aria di strisci e schiocchi ha un fascino incredibile.
Il passo è ben strano, tanto qualche anno fa i tordi e merli si sono presentati molto presto, arrivando a ondate discontinue al nord alternando giornate di abbondanza a giornate di deserto. Al centro invece sono arrivati molto più tardi del solito, continuando il passo discontinuo che ha fatto disperare tutti gli appassionati, anche i piccoli migratori hanno tardato e almeno qui in Toscana abbiamo dovuto aspettare fino al 20 di ottobre perché le mattinate al capanno fossero allietate da una buona presenza di fringuelli, frosoni, lucherini, ecc….Chissà, forse sarà colpa del caldo anomalo che abbiamo avuto in quell'inizio di autunno. Comunque finito ottobre, con Novembre tutti andiamo in fibrillazione per l’arrivo dei protagonisti di questa stagione, quelli che chiamiamo gli uccelli del freddo i sasselli e le cesene. 
Questi uccelli, negli ultimi anni, si sono lasciati molto desiderare e quindi, tra gli appassionati capannisti, c’è un senso di attesa febbrile. Ormai la tecnologia la fa da padrona e il cacciatore moderno, ha cambiato anche il modo di chiacchierare al bar. Fino a qualche anno fa per formulare i pronostici della giornata di caccia si sarebbero sentite citare le previsioni del tempo di Rai Uno e sarebbero fioccati proverbi ed aneddoti di vita vissuta; adesso con la capillare diffusione di computer e smarthphone le previsioni metereologiche vengono da internet e la migrazione viene seguita passo passo attraverso i post scritti sui forum di migratoria e i gruppi specializzati sui social network. Noi capannisti ne abbiamo persino uno tutto per noi su Facebook, dove arrivano puntuali notizie sulla situazione del passo in ogni parte d’Italia. 
Spesso i capanni per i tordi, posti in vicinanza dei valichi o a quote abbastanza alte, possono essere usati con qualche piccolo accorgimento anche per insidiare i sasselli e le cesene, vediamo di capire quali sono le esigenze principali.
Ma torniamo a noi e ai nostri amici pennuti, la situazione di fine ottobre-inizio novembre si mantiene calda in modo veramente anomalo. Dappertutto arrivano notizie di frotte di migratori fermi nel Nord Europa, sappiamo che prima o poi caleranno dalle nostre parti, speriamo solo di essere presenti il giorno giusto. Gli appostamenti per insidiare questo tipo di uccelli sono leggermente diversi da quelli per insidiare tordi e merli. Questi animali, infatti, contrariamente a quelli visti finora, amano le aree aperte con piante da frutto e cespugli di bacche. Durante il passo i luoghi migliori dove insidiarli saranno quelli di alta montagna, dove le temperature scendono prima, mentre durante lo svernamento, quando gli uccelli si fermano per lunghi periodi, in attesa di riprendere la strada del nord europa, i contingenti maggiori si spostano a quote decisamente più basse, facendo apparizioni in pianura e prima collina. Le cesene in special modo sono particolarmente sensibili alle perturbazioni e compiono grandi spostamenti di massa per sfuggire al brutto tempo, fermandosi solo quando trovano zone ricche di pastura. Quindi, spesso, i capanni per i sasselli e le cesene si trovano in aree coltivate, in prossimità di boschetti o siepi fra i campi o di alberi alti in prossimità di frutteti o cespugli fruttiferi. Questi appolli naturali esercitano un enorme potere attrattivo su questi animali che, sia durante il passo che durante lo svernamento, mantengono un comportamento gregario. Spesso i capanni per i tordi, posti in vicinanza dei valichi o a quote abbastanza alte, possono essere usati con qualche piccolo accorgimento anche per insidiare i sasselli e le cesene, vediamo di capire quali sono le esigenze principali. Questi uccelli vivono in gruppo, sono gregari abbiamo detto, quindi dovremo piazzare dei secchi sulle piante più alte in modo che gli uccelli attratti dai richiami cantori facciano una buttata di controllo prima di scendere a terra, lasciando delle vedette appostate sulle cime a vegliare sull’incolumità del gruppo. Certo non sono questi i capanni dove si fanno i grandi carnieri, ma se non si ha un’alternativa, meglio attrezzarsi per sfruttare al meglio quello che abbiamo. Ma se il nostro intento è quello di fare una caccia specifica a questi animali, dovremo trovare un sito in cui insidiarli, non solo mentre transitano ma anche quando si fermano. Per questo dovremo ricercare un luogo aperto, con grandi piante di buttata, in un luogo molto ricco di pasture. I luoghi ideali sono le colline coltivate a ridosso di montagne più alte, è il caso delle Prealpi e delle colline a ridosso degli Appennini. 
 
Il sassello
 
La specie è presente come nidificante in tutta l'Europa settentrionale spingendosi oltre il limite della vegetazione arborea. E' una specie migratrice che sverna nel mediterraneo e in Africa settentrionale. In Italia è presente durante il periodo di passo (ottobre-novembre) e di ripasso (febbraio-marzo). 
Il Tordo Sassello presenta dimensioni medio-piccole con un peso che si aggira intorno ai 60-70 gr. Le parti superiori sono di colore bruno oliva, più rossicce rispetto al Bottaccio dal quale si distingue anche per il sopracciglio color crema e le piume del sotto ala color ruggine. I sessi sono simili e presenta due mute annue. I luoghi preferiti rimangono i soliti del Bottaccio e del Merlo a differenza che il Sassello predilige zone più aperte. E' una specie territoriale, monogama e gregaria nel periodo delle migrazioni. Il nido viene costruito su alberi, cespugli e talvolta anche per terra. La femmina depone e cova 5-6 uova per 13 giorni ca. I pulcini rimangono nel nido per due settimane. Generalmente si hanno due covate annue. L'alimentazione è meno frugivora e più insettivora del Merlo e del Bottaccio.
Fonte www.agraria.org
 
Prepariamoci il pastone
 
Tutti usiamo aggiungere qualcosa al mangime pellettato per irrobustire e stimolare i nostri richiami.
In commercio si trovano molti validi pastoni, però se volete provare una ricetta infallibile, tutta naturale, potete provare con questa: 3 manciate di Farina di granoturco, 1kg di fichi secchi, 2 manciate di crisalidi e circa 500g di preparato Vigorpasto della ditta Canary, macinare il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo. Da anni ormai lo uso per i miei richiami con risultati veramente ottimi. A cura di Francesco Pasquinelli: Allevatore e rivenditore di uccelli vivi, Via San Gennaro 29, Gragnano Lucca Tel. 0583974397- 3394356075
 
 
 
 
 
Realizziamo l’appostamento
 
Per gli arbusti ci possiamo sbizzarrire: alloro, piracanta, amaranto, corniolo, ciliegio canino, prugnolo, caco, rosa canina, ginepro, sorbo dell’uccellatore. 
Infatti, le zone migliori per insidiare questi uccelli sono gli altopiani friulani e veneti, le Prealpi lombarde e le colline del primo Appennino emiliano e romagnolo. Queste zone hanno tutto quello che questi uccelli amanti del freddo possono volere: temperature invernali basse, agricoltura estensiva che mantiene siepi e boschetti sul limite dei campi, bestiame brado e soprattutto vicinanza di pianure coltivate in cui rifugiarsi in caso di freddate improvvise. Certo questi animali si spingono fino alle coste tirreniche e fanno la loro comparsa anche nel meridione, ma più tardi e mai nelle stesse concentrazioni che assumono in queste zone e nelle aree di crinale del versante tirrenico dell’Appennino. I capanni tipo di queste aree collinari, sono costruiti generalmente secondo uno schema comune. Si individuano una o più piante di buttata isolate dal bosco, meglio se poste in area leggermente sopraelevata al piano di campagna, e si usano come base per costruire il nostro appostamento. La tesa, oltre che dalle piante alte, deve essere formata da arbusti fruttiferi invernali o da alberi a basso fusto, meglio se da frutto. Fondamentale è il posizionamento dei secchi, mentre la vegetazione più bassa serve più per posizionare i richiami e per fare da attrattivo attraverso le bacche. Per gli arbusti ci possiamo sbizzarrire: alloro, piracanta, amaranto, corniolo, ciliegio canino, prugnolo, caco, rosa canina, ginepro, sorbo dell’uccellatore. Dipende solo dal clima e dal tipo di terreno che abbiamo a disposizione. Da qualche tempo, addirittura, si trovano in commercio riproduzioni di bacche fruttifere in plastica, che possono trasformare con poca spesa, un cerro in un finto sorbo dell’uccellatore. In questa stagione le foglie ormai non sono più un problema, sono state spazzate via dalle prime tramontanate e i rami nudi si propendono verso il cielo in attesa dei branchetti di sasselli e cesene. Le secche dovranno spiccare dagli alberi spogli, ma non eccessivamente, in modo che gli uccelli attratti dai richiami siano invitati a scendere occupando questa e le parti adiacenti della stessa. Spesso se il branco in arrivo è numeroso, non trovando posto su una secca troppo alta tende a frazionarsi spostandosi su quelle vicine, se invece lo convogliamo tutto sulla stessa pianta, probabilmente la nostra rosata incrocerà più di un soggetto alla volta. Certo non è un assioma matematico a volte può essere vero tutto il contrario. La batteria per questo tipo di caccia è forse la più coreografica di tutte, per attrarre questi uccelli gregari, infatti, si ricorre a un gran numero di cantori e striscioni per quello che riguarda i sasselli e a un numero importante di cesene. Entro i limiti di legge, che salvo limiti locali sono 40 richiami per gli appostamenti degli opzionisti B e 10-15 per gli opzionisti C, ci possiamo sbizzarrire a portare quanti più richiami possibile. I limiti ce li impongono, più che altro, lo spazio di mantenimento e trasporto dei richiami e il loro costo. Da quando sono chiusi i roccoli delle province, infatti, quest’ultimo è diventato il problema più grande. Il concerto che sono in grado di produrre questi richiami, però, ci ripaga senz’altro di ogni fatica e di ogni spesa, e ascoltare la varietà di gorgheggi del tordo sassello unita al frastuono gioioso della batteria di cesene rappresenta forse il punto di arrivo e la più grande soddisfazione per un capannista.
La cesena
 
Questo turdide nidifica in tutta l'Europa nord-orientale, dalla Scandinavia fino agli Urali, in Italia è presente una popolazione nidificante sull’arco alpino. E' un migratore che sverna in Europa meridionale, Italia e si spinge fino al NordAfrica. Si tratta di un animale di dimensioni medio piccole leggermente più grande rispetto al Tordo e al Merlo, con un peso che si aggira intorno ai 80-105 gr. Testa e groppone grigio ardesia, dorso e ali marroni; gola, collo e petto fulvi macchiati di nero; ventre e sottocoda bianchi, coda nera. I due sessi sono simili e presenta due mute annue.
Frequenta gli stessi habitat deli altri Turdidi. Specie gregaria anche nel periodo riproduttivo e monogama. La stagione degli amori che inizia ad aprile vede il realizzarsi in genere di due covate ciascuna composta da 5-6 uova deposte e covate essenzialmente dalla femmina in un nido realizzato intrecciando i rametti degli alberi e ricoperti di fango. Il nido talvolta può essere realizzato anche per terra (tundra artica), la cova dura 13-14 giorni e i pulcini lasciano il nido a 14-15 giorni di età. L'alimentazione della Cesena è frugivora e insettivora come quella degli altri Turdidi e principalmente appetiti sono i frutti del sorbo, del pero e del melo.
Fonte www.agraria.org
 
 
Le cartucce da freddo
 
La stagione di passo dei sasselli va dalla fine di ottobre alla metà di novembre, mentre per le cesene da novembre in poi ogni momento di freddo intenso è buono per fare un’apparizione. Comunque sia quando si ha a che fare con questi animali ci troveremo senz’altro in condizioni di clima freddo. Per questo dovremo adattare il nostro parco munizioni con cartucce caricate con polveri e grammature di pallini adatte ad un clima rigido. In commercio esistono ormai cartucce per ogni gusto e per ogni esigenza. Molte polveri ben si adattano ai climi rigidi: ad esempio l’Anigrina lamellare, la Tecna, la Fb, l’S4 e soprattutto la mitica jk6 (l’hanno inventata gli svedesi che di freddo dovrebbero intendersene) e se associate a grammature importanti, da 32 a 36g per il calibo 12 per intendersi, daranno sempre buoni risultati. Consigliamo comunque di avere sempre a disposizione varie opzioni, perché in condizioni estreme anche cartucce supercollaudate possono dare spiacevoli sorprese. Per questo tipo di caccia consigliamo calibri maggiori rispetto a quelli usati per tordi e merli, sia per considerazioni di carattere climatico, sia per non trovarsi spiazzati di fronte all’abitudine di questi uccelli gregari di buttarsi tutti assieme sulle secche. In questo caso una bella rosata potrebbe consentire di abbattere più di un esemplare alla volta.
 
 
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