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Cosa piantiamo al capanno?

Cosa piantiamo al capanno?
 
Quando il capannista cerca un posto per fare un nuovo appostamento fisso, oltre a valutare la vicinanza alle più proficue linee di passo, deve obbligatoriamente considerare le possibilità che si hanno di trasformare, con relativa facilità, il nostro angolo di mondo in uno splendido giardino, bello da vedere per noi e estremamente accogliente per i nostri amici pennuti.
Lo schema dell’appostamento fisso lo conosciamo tutti molto bene: una piazzola con al centro il capanno e le piante di buttata che possono formare un cerchio, un ferro di cavallo o al limite anche solo una linea attorno a questo.
Quali sono le specie migliori da destinare a questa incombenza? Sicuramente le specie quercine come ad esempio cerri e roverelle, sono estremamente resistenti alle malattie e alle fucilate, sono estremamente longeve e mantengono la foglia fino a stagione inoltrata. Da evitare, almeno secondo me, il leccio, sempreverde dal fogliame estremamente fitto. Buone caratteristiche di palcatura dei rami hanno anche Orniello e acero montano che però non hanno una grande tolleranza a potature e legature. Nelle zone montane possiamo rivolgerci al faggio che spesso dopo i 1000 metri di altitudine è quasi componente monospecifico dei boschi di alta quota. In passato anche il castagno poteva essere preso in considerazione, ma oggi tra mal dell’inchiostro, cancro corticale e vespe cinesi si corre il rischio di trovarci da un anno a un altro con un inutile moncone secco a rovinare il gioco. Il mio suggerimento, comunque è quello di cercare un vecchio appostamento, nella mia zona se ne trovano dappertutto e un occhio allenato li riconosce immediatamente, una fila di grandi piante che spiccano nel bosco molto più vecchie di quelle che le circondano, risparmiate per la loro utilità venatoria, ma ormai inghiottite dall’avanzare delle sorelle più piccole. Generalmente questi siti "storici" segnalano ottime zone di passo e con una certa dose di lavoro possono essere riportati agli splendori di un tempo.
Le operazioni di grande potatura devono essere effettuate in inverno, mentre la piantumazione delle essenze di pastura deve avvenire: dalla pianura fino alle medie altezze preferibilmente in autunno, alle quote più alte alla fine dell’inverno. Questo perché, mentre nelle aree temperate è bene mettere a dimora le piante all’inizio del piovoso autunno, in montagna dove l’estate non è mai così terribile è preferibile non far affrontare ai giovani getti i rigori dell’inverno.
Che caratteristiche devono avere queste piante fruttifere? Devono ben adattarsi al clima della zona dove vogliamo piantarle e chiaramente fruttificare dalla fine dell’estate all’autunno inoltrato, in modo che i frutti restino sulle piante fino al sopraggiungere dell’inverno inoltrato, al periodo di sasselli e cesene per intendersi.  Nel caso delle piante più alte ci deve essere una buona resistenza alle fucilate, mentre quelle che restano a formare il sottobosco devono essere resistenti alle continue potature. Le soluzioni e le piante da utilizzare potrebbero essere infinite, io qui ve ne presenterò alcune che senz’altro conoscete molto bene, ma chissà magari qualcuno potrà trovare qualche spunto interessante.
Sorbo dell'uccellatore
 
Il nome di questa pianta richiama chiaramente il "catturare gli uccelli". Era, infatti, la regina  delle tese di montagna, con le sue bacche rosse di cui tutti gli uccelli sono ghiotti. Si tratta di un albero che può raggiungere anche altezze imponenti, facilmente riconoscibile per la corteccia grigiastra e le foglie verde chiaro composte e imparipennate. Il suo habitat è la montagna dai 600 ai 2000 metri di altitudine. Lo si trova nei boschi misti di abete e faggio. Ha incredibili capacità attrattive grazie alle bacche, ma scarsissima resistenza alle fucilate e alla siccità, quindi il mio consiglio è di tenerlo il più possibile potato ad arbusto in modo da non usarlo come pianta di buttata.
 
Il Sambuco nero
Il sambuco nero, Sambucus nigra, fa parte della famiglia delle caprifoliaceae. Spesso aa portamento ricadente e prospera sui cigli delle strade e nei cedui di robinia. Si riconosce facilmente per le fruttificazioni a mazzetti di bacche nere. La corteccia è argentata  e le foglie sono composte da cinque o sette foglioline picciolate di forma ellittica con margine seghettato. Si tratta di una pianta presente dal livello del mare a più di mille metri, grazie alle profondissime radici resiste benissimo alla siccità, è molto fragile ma non viene danneggiato dalle fucilate, sopporta molto bene le potature e la perdita di rametti.
 
Ginepro
 
Il ginepro è un albero a portamento arbustivo, in grado di colonizzare ogni tipo di terreno da livello del mare all’alta montagna. Le piccole dimensioni, la resistenza alla siccità e la capacità di colonizzare ogni terreno fanno si che questa piccola conifera sia tra le preferite dei cacciatori come pianta di pastura e comodo paletto per appendere i richiami. Se le si lascia il tempo questa piccola pianta può raggiungere in condizioni ottimali altezze ragguardevoli, fino a 4-6 metri ma in tempi che richiedono programmazioni del nonno per farne usufruire i nipoti.
Alloro
 
Si tratta di un albero- arbusto di medie dimensioni che può assumere forme assai diverse: anche se generalmente è alto circa tre metri, può raggiungere anche dodici metri. Non credo sia necessario descrivere questa pianta che tutti conosciamo bene per averla usata in cucina. Le sue foglie sono, infatti, ingrediente fondamentale di cacciagione, arrosti e grigliate. Ma per i nostri scopi a noi servono le bacche di questa pianta che restano disponibili per tutto l’inverno. L’unica pecca di questa pianta è il fogliame troppo fitto che attira come calamite merli e tordi che vi trovano un rifugio sicuro al riparo della nostra vista.
Il Prugnolo
Arbusto alto fino a 3 m con rami contorti e corteccia grigio scura e ricca di spine legnose e tremendamente acuminate. Ci fornisce un frutto rotondo, di color azzurro violaceo quando è maturo. Cresce sui pendii soleggiati e ai margini dei sentieri ed è il primo ad invadere i campi incolti delle regioni montuose di tutta Europa. Può essere utilizzato come arbusto di pastura a patto che venga mantenuto sotto controllo, ha una capacità proliferativa incredibile.
Il Corniolo
Il Corniolo, esponente della famiglia delle Cornaceae, è presente un po’ in tutta l'Europa meridionale fino al mar Nero. Alberello alto dai due ai sei metri presenta  foglie lunghe 4-10 cm, opposte, picciolate, ovali ed ellettiche acuminate in cima. Sono ben riconoscibili per le nervature, estremamente pronunciate, convergenti verso la punta. I Frutti di color rosso vivo tendono al nero avviandosi a maturazione. Questo è un ottimo arbusto per i nostri scopi, sopporta bene le potature e i suoi frutti sono ben appetiti, ricordiamoci solo che predilige i luoghi ombreggiati e ricchi d’acqua.
La Rosa Canina
La rosa canina è un arbusto spinoso perenne originario dell’Europa e dell’Asia occidentale,  la si ritrova soprattutto nelle zone collinari e montane di tutta Europa, dove può raggiungere un’altezza di quattro metri. Pianta pioniera e molto rustica, la ritroviamo a far parte del sottobosco, sui bordi dei campi e delle strade e ad invadere terreni incolti. Si tratta di un rampicante che tende ad avviluppare alberi o strutture, ma se isolata si adatta a mantenere un portamento prostrato. Nel tardo autunno porta a maturazione dei frutti rossi molto appetiti dai turdidi.
Si ringrazia Caccia+ per aver fornito il contenuto
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