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La posa degli stampi

La posa degli stampi

 

Parte seconda
Esistono tali e tante varietà di situazioni, che non è mai possibile cacciare in maniera assolutamente ottimale. Naturalmente se la botte è in acqua aperte il problema non si pone in quanto gli stampi dovranno essere sempre posti con il petto al vento, ed il cacciatore se li porrà dinnanzi, porgendo dall’appostamento la schiena all’aria che spira.
I selvatici infatti verranno verso il gioco sempre rimontando il vento.
La situazione invece si complica, e non di poco, dove l’appostamento è al margine di un chiaro ricavato in mezzo alle canne. È evidente che l’appostamento verrà costruito tenendo presente il vento predominiate nella zona al mattino, ma vi saranno giornate in cui il vento spirerà in faccia al cacciatore in botte.
Ma…dove porre gli stampi?
Non certo davanti, perché i selvatici si indirizzeranno a queste rimontando il vento, cioè arrivando dalle spalle del cacciatore e tenderanno sempre ad allontanarsi da lui, una volta sugli stampi, piuttosto che ad avvicinarsi. Non resta quindi che porli di fianco, perché non vi sono altre soluzioni.
Stampi vicini o…lontani?
Sembrerebbe facile rispondere il più vicino possibile!
Le situazioni sono molte e diverse: a volte il porli troppo vicini in chiari chiusi da alta vegetazione fa si che queste restino, nei momenti precedenti alla levata del sole, nell’ombra della vegetazione circostante a seconda di come è orientato l’appostamento.
Vi è poi l’altra situazione dell’appostamento definito a tombolo (tipico della Toscana) perché se questi nascono artificialmente in un ciuffo di canne artificiale inserito in un grandissimo specchio d’acque aperte vi è la necessità di porle piuttosto lontane per ingannare i selvatici, in mode che questi guardino gli stampi e non il rifugio artificiale. Questo può accadere se gli stampi sono posti vicino a questo.
La questione prende maggior risalto durante il periodo di sedentarietà degli anatidi in un determinato luogo, divenendo questi sospettosissimi.
Personalmente sono sempre stato per posizionare gli stampi vicini all’appostamento, in maniera che, se possibile, il tiro avvenga proficuamente ed il selvatico possa poi essere recuperato; questo non sempre accade se la fucilata avviene a distanze più elevate.
L’anatide stesso, per abitudine, è portato a posarsi più frequentemente in acqua alle prime ore di luce, e dunque se gli stampi sono lontani si poserà in prossimità di questi.
In questi casi lo sparo nell’acqua diventa necessario, ma la luce potrebbe essere ancora insufficiente e dunque non bisogna sbagliare. Una volta alzatosi in volo diverrà difficile da individuare, nascosto nel buio, e la fucilata potrebbe andare a vuoto.
In sintesi per fermarlo è necessario sia vicino.
A seguire la terza parte.
Un cordiale nel becco dell’anatra.
Vito
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