Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Epagneul Breton, un piccolo grande cane

Dopo molto "inglese", iniziamo a parlare un’altra lingua, raccontandovi d’un formidabile cane da ferma continentale, compagno di moltissimi cacciatori nostrani e favorito dall’avere il motore d’una fuoriserie …nella carrozzeria di una piccola utilitaria.

Un "piccolo grande cane", questo è l’épagnuel breton, tra i cani da ferma ultimo per dimensioni ma non certo per qualità venatorie ed ardore.

Il piccolo folletto francese venne selezionato intorno alla metà dell’ottocento, anche se c’è chi lo vuol fare risalire a prima, partendo da quegli antichi èpagneul che erano presenti in Bretagna e si volevano far discendere derivazione dal "bracco da quaglie" spagnolo.

Era accaduto che questi cani venissero a stretto contatto con quelli degli inglesi che cacciavano in zona, in quei territori ondulati ove boschi folti e impraticabili s’alternano a prati e coltivi.

L’èpagneul breton divenne in breve il cane dei francesi, adatto ad ogni tipo di caccia che fosse

di…bosco o di riviera.

Negli anni s’è imposto anche in Italia, sua autentica seconda patria, dove le sue iscrizioni all’Enci sono inferiori (seppur i maniera abbastanza netta) a quelle del solo setter inglese.

Chi scrive ne usato uno, formidabile, con cui ha cacciato per anni sulle montagne piemontesi.

Buon naso, avidità, fondo inesauribile, un riporto impeccabile e un recupero ancor migliore hanno fatto di quel mio piccolo compagno un ausiliare completo ed una …vera è propria macchina da guerra.

Che si trattasse d’insidiare un gallo forcello o di cacciarne i "cugini" in pianura, nulla cambiava e il  si mostrava a suo agio comunque.

Fortemente attratto dalla selvaggina da pelo, tanto da dare spesso voce sulla fuga della lepre, rischia d’appassionarsi al capriolo, abbandonando il proprio conduttore e impegnandosi in sterili e lunghi inseguimenti.

Forse proprio per questo i francesi lo definirono "un segugio con il difetto della ferma".

Carattere forte, e talvolta dominante, non di rado s’azzuffa con altri cani incontrati per strada o sul terreno di caccia. Guai però a sottovalutarlo perché il piccolo bretone, con il suo potentissimo torace cerchiato a botte, è un autentico lottatore sembrando più cane da combattimento che da ferma.

C’è pure chi l’usa per insidiare il cinghiale, che lui scova e bracca come il più rognoso dei terrier, o l’usa al capanno per il riporto come fosse un retriver; a noi però pare che questo non sia l’utilizzo adeguato perché il francese è un "Signor Cane da Ferma" e come tale andrebbe trattato.

Ma ecco cosa ne pensa chi di Breton se ne intende davvero, e da …decine d’anni: Oliviero Merli.

 

Considerazioni sull’Epagneul Breton

di Oliviero Merli

 

Per parlare di Breton ci si deve inevitabilmente attenere allo standard. La patria dell’Epagneul Breton è la Francia e nello specifico la Bretagna.

Da lì hanno avuto origine i primi Breton, utilizzati dai cacciatori di beccacce che ne hanno apprezzato le doti di cercatore e riportatore (recuperatore).

È la Francia che fortunatamente detiene lo standard (sia di lavoro che morfologico). Il club francese Epagneul Breton ha nel consiglio molti specialisti che, con passione seguono l’evoluzione della razza e apportano quelle modifiche che si rendono necessarie quando si riscontrano in troppi soggetti il medesimo difetto.

Ogni anno il CEB (Club de l'èpagneul breton) francese organizza la Nationale d’Elevage a cui partecipano circa 300 soggetti. Lì si ha il termometro sulla salute della razza. Vincere alla Nazionale è motivo d’orgoglio e privilegio di pochi!!!

Anni addietro il CEB ha notato che troppi soggetti erano esili e non arrivavano al minimo della tagli. Il consiglio ha così deciso di alzare di 1 cm la taglia minima lasciando quella massima invariata (50 cm + 1).

In vari paesi (Italia compresa) però, si tolleravano ancora maschi sottotaglia (46 cm taglia minima per una femmina).

Così il CEB francese per mano del grande Presidente Cristian Gunther decise di alzare ancora di 1 cm la tagli minima (47 cm minimo per femmina).

Ora in Francia si vedono ottimi soggetti per struttura, taglia, ben omogenei e di grande tipicità. Purtroppo non è così in altre nazioni dove (tranne pochi seri allevatori) ognuno alleva come gli pare.

Si vedono soggetti di ogni tipo: esili o con stop troppo accentuati. Alcuni addirittura di tre taglie e due tipi di pelo!!!

Un vero appassionato della razza deve conoscere bene lo standard, sia di lavoro che morfologico.

Solo selezionando entrambi i riproduttori esenti da tare, tipici e di grande venaticità, cercando sempre di migliorare i prodotti, avremo ancora Breton che si possono definire tali.

 

Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura