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Il Setter gordon oggi... Ritratto in nero focato

Volendo fare una foto dei tre setter, si potrebbe dire che l'irlandese sintetizza una raffinata irruenza, l'inglese rappresenta la felinità audace e il gordon è un concentrato di forza e potente bellezza.

ferma e consensoL'amico Vincenzo Celano disse, nel suo indimenticato Libro della Beccaccia: "il setter gordon, se è verace, basta vederlo cacciare una volta e te ne innamori per sempre: la mania nerofocata di qualche poeta"....

da decenni caccio con i gordon che ho portato - insieme ad alcuni setter inglesi che ho avuto, con piena soddisfazione - su tutti i terreni alla ricerca di tutti i selvatici da penna idonei al cane da ferma. Pur non rinnegando gli ottimi inglesi del mio passato (Day, Ken, Bush, Sheena occupano un grande posto nei miei ricordi), il mio cuore, venatorio e non, è posseduto da questa magnifica razza creata dal Duca Alessandro IV di Gordon: in queste righe proverò a spiegare il perchè di questo amore e di questa preferenza, per quanto concerne il carattere e i suoi pregi e difetti a caccia. Per la morfologia, vedere lo standard, disponibile in altra parte del portale.

IL CARATTERE.

Cane estremamente docile e mansueto, di buona indole, il gordon è cane di un solo padrone, nel senso che mal sopporta i cambi di mano, l'esssere prestato (cosa che non ho mai fatto, l'unico che usa le mie cagnine, oltre al sottoscritto, è mio figlio Brian, mio compagno di caccia) o l'essere ceduto in età adulta: si affeziona moltissino al padrone e alla sua famiglia, ma anche agli animali di casa (gatti, ad esempio), che difende con la fierezza di quella cagna da pastore che, si dice, Alessandro IV fece coprire da un suo setter per dare origine alla razza. Avendo uno siluppato senso del branco, gradisce il continuo contatto con l'uomo che ha accettato come capo-branco e non ama le lunghe separazioni da lui.. Nella vita di ogni giorno è leale, affabile, allegro, simpatico, giocherellone da cucciolo e cucciolone. Essendo molto sensibile, è attento all'umore del padrone, ne capisce i cambiamenti, sempre osservandolo con i begli occhi scuri; a volte questa sensibilità lo porta ad essere un pò permaloso, ad offendersi (cosa che capita spesso alla mia Jane quando la lascio a casa per uscire, ad esempio, con la sola cucciolona di turno, ma dipende dal soggetto, perchè alla Kate questo non capita mai), ma non è capace di tenere su il muso a lungo, basta una carezza e dimentica tutto. E' sostanzialmente un cane calmo, tranquillo, a casa o in giardino.

Kate su starneE' un cane coraggioso - a meno che non abbia subito traumi....infantili, ma questo vale per tutte le razze -, se equilibrato e ben allevato non teme i rumori tipo fuochi d'artificio o scoppi di marmitte di moto, nè gli eventi naturali tipo i temporali anche più violenti con fulmini e tuoni assordanti. In genere le mie femmine accettano di buon grado, dopo qualche breve rimostranza iniziale, l'introduzione di una nuova cucciola nel branco, anzi, dopo qualche ora la piccola viene adottata dalla Kate, senza se e senza ma......

Un problema, nella convivenza con il nerofocato, è il suo quasi continuo bisogno d'attenzione: se si annoia, specialmente da giovane, inizia a fare danni: scava buche, a volte crateri, nel canile o in giardino, morde la casetta della cuccia o le assi del canile sino a distruggerle, porta in giro roba per il solo gusto di.....far casino. Per cui è sempre meglio tenerlo impegnato in uscite a caccia o in addestrramento oppure allenamento. Inoltre occorre fare molta attenzione alla frutta (lamponi, pere, mele, fino alle olive,) di cui è ghiotto e che non esita a strappare dai rami bassi, con colpi di reni da....portiere!

Per conoscere poi le altre mille sfaccettature - e gioie - della vita quotidiana con uno o più gordon, bisogna possederne uno e....verificare di persona.

IL GORDON A CACCIA.

Solitamente, quando si parla del setter scozzese a caccia, si sentono sputar sentenze e sproloquiare luoghi comuni, particolarmente da chi con un gordon VERO non ha mai cacciato, e spesso non l'ha mai neppure visto cacciare....sgombriamo quindi il campo da alcune perle di "saggezza", figlie della suddetta ignoranza, tipo:

- "di gordon ne riesce, a caccia, uno su mille, ma quell'uno è un fenomeno": questa è la bestialità più grossa: i miei gordon e quelli di amici con cui ho cacciato, a partire dagli anni '70 fino ad oggi, erano tutti ottimi cacciatori, dotatissimi di ferma, consenso, riporto da far invidia ai continentali, recupero, cerca estesa, il tutto condito da stile di razza spesso presente assai più che in altre razze. Duca, cane di un mio vecchio maestro, fu eccelso beccaccinista, Ras fu uno specialista su galli, bianche e cotorne, come le mie due attuali Jane e Kate lo sono a beccacce.....certo, nello scegliere un cucciolo, occorre rivolgersi ad una genealogia di lavoro, di cani cacciatori, quali Doglio, Volterrani, Bellandi, Quaglino, per citare solo gli allevatori dei quali conosco meglio il lavoro e i risultati.

jane su starne- "il gordon è un cane troppo pesante per la montagna, va bene solo in palude": qui devo dominarmi, altrimenti passo agli.....impropèri!! Il gordon moderno, senza dubbio più leggero rispetto a 30 anni orsono (ma sempre, saldamente nello standard, per morfologia e psiche) è un cane da ferma dalla presa di terreno che nulla ha da invidiare al cugino inglese, vedere per credere, sono a disposizione per dimostrazioni sul....campo, perchè."val più la (dimostrazione) pratica della....grammatica"....

Detto questo, resta da dire che il black-and-tan è un cane strutturato per lavoro pesante, su terreni difficili e in condizioni meteorologiche avverse, a volte estreme, che significa nè più nè meno che è un cane per qualsiasi tipo di caccia, essendo forte fisicamente, resistente alla fatica, buon recuperatore di energia con qualche ora di riposo e buona alimentazione (in generale anche forte mangiatore, il che facilita il recupero fisico). Un amico che si recò in Svezia, tundra e foresta, mi raccontò che il sesto giorno consecutivo di caccia vide tutti i cani piuttosto sfiancati, tranne il suo gordon che "teneva botta", non più galoppando ma continuando a cercare....

L'unico vero problema del nerofocato è il mantello nero che, assorbendo più calore di uno bianco, ritarda il raffreddamento corporeo: in altre parole, eccezioni a parte, il nostro ha la tendenza a soffrire il caldo: non per niente si dice che è un cane d'acqua, per la gioia con cui si getta a capofitto in bolle, canali, pozze, rigagnoli....il caldo è più un problema di chi caccia in pianura, piuttosto che di noi longobardi di montagna. Va comunque ricordato come una borraccia o bottiglia di plastica nel carniere/zaino, nonchè una tanica nell'auto o nel furgone, aiutino ad ovviare a questo problema.

Sotto la pioggia battente, per contro, o la neve fitta, la brina o il gelo, il gordon si esalta, dando il meglio di se, dall'alba al tramonto.

Kate E Jane in ferma su beccacciaIn MONTAGNA, a forcelli, si fà largo con saggezza fra rododendri e drose, la sua indole ragionatrice lo porta a volte a bloccare anche i vecchioni più smaliziati, la sua prudenza naturale gli evita nel contempo di precipitare in qualche orrido strapiombo, e questo discorso vale anche per la caccia alle coturnici, nella quale a volte. a inizio caccia, soffre un pò sui versanti rivolti a meridione, dove rocce e sassère riflettono e amplificano il calore dei raggi solari, ma con l'avanzare della stagione il problema viene meno.

A bianche, nell'ambiente lunare sopra i duemila, i miei gordon del passato furono di casa: la minore irruenza, rispetto a inglesi o pointer, miei o di amici, impedì loro di spedarsi, aiutati anche dall'abbondante e folto pelo che questa razza ha fra i polpastrelli.

In tutte le cacce montane, indistintamente, le grandi qualità di riportatore e sopratutto di recuperatore, ne fanno un ausiliare prezioso.

A BECCACCE, che caccio in montagna per gli 8/10 delle mie stagioni, apprezzo il gordon per i suo galoppo attento e saggio: il mio beccacciaio ideale deve sì galoppare tutto il tempo della cacciata, ma deve essere in grado di bloccare una Regina fin dai oprimi minuti da quando lo sciolgo (detesto i cani ai quali necessita un'ora o un'ora e mezza per inquadrarsi e sfogarsi"). Inoltre amo il naturale collegamento, pur con grande presa di terreno. Odiando cordialmente il beeper, applico alle mie gordon dei grossi campani francesi o sardi, che mi comunicano in ogni momento dov'è il cane e che cosa sta facendo. Lo chiamo unicamente col fischietto, quasi mai a voce. Il gordon si appassiona alla beccaccia in modo morboso, divenendone monomaniaco; la negozia con prudenza, fermandola alla giusta distanza e guidandola senza forzarla e senza darle tregua, fino a bloccarla.

Penso che a beccacce, ormai, non potrei più andarci con un'altra razza.

Il BECCACCINO è un altro selvatico vocazionale dello scozzese. Nato beccaccinista nelle stoppie di riso della Bassa, Lomellina in testa, ebbi la fortuna di vedere all'opera Duca, il bravissimo nerofocato del mio maestro di caccia di quei miei tempi di 18/20enne: fu qualcosa di indimenticabile, che infatti non scoderò mai più, come cercava nei risi a testa alta, a leggere il vento, e a testa alta li fermava, inesorabilmente, uno spettacolo cinegetico senza pari. Anche il mio Ras, e poi Athos, furono buoni beccaccinisti, quantunque il primo preferisse chiaramente il forte afrore dei selvatici del monte. Nel frattempo un nostro amico, che cacciava spesso con noi, aveva un gordon tanto polivalente da essere usato con successo sulle saette alate e, nei giorni in cui le sgnepe erano scarse o assenti, da cimentarsi con disinvoltura sui rallidi, gallinelle e porciglioni, che abbondavano nei numerosi canali della nostra Bassa lombarda.

Kate e Jane e beccacciaL'audace prudenza nelle guidate e la forza dello scozzese lo rendono adatto alla caccia del FAGIANO. Dato che le Regine, sui nostri monti non si vedono che all'inizio di Ottobre,

le prime uscite le dedichiamo ai fagiani, alcuni dei quali nati fuori e quindi selvatici, del nostro fondovalle: vi lascio immaginare che duelli fra rovi, gerbidi incolti, boschine di robinie e sambuchi.....

I ripopolamenti di STARNE, sulle nostre montagne, fanno si che, durante la prova-cani ci si trovi a cimentarsi con uccelli resi molto scaltri e leggeri dalla continua pressione cinofila e dalla grande presenza di predatori. Le nostre attuali gordon hanno sviluppato un modo attento ma deciso di lavorarle, che ci permette di godere di belle ferme e consensi su queste brigate che sanno....leggere e scrivere.

Il mantello nero non agevola il reperimento del cane in ferma in certe vallette in ombra: ci aiutano molto i collari arancio, giallo o verde chartreuse fluorescenti che portano anche i grossi campani, parzialmente avvolti da nastro adesivo per addolcirne il suoni, evitando le note alte per lasciare quelle basse, gravi. E poi, credetemi, nel bosco un cane nero risalta, cioè si vede, molto più di uno rossiccio o roano-marrone....ve lo dico per pluri-decennale esperienza....

Chi si accostasse alla razza gordon per la prima volta si troverà ad avere a che fare con un cane intelligente, mediamente di buon naso, dall'ottima addestrabilità e, se proveniente da genealogia di cacciatori, ricco di qualità naturali. Deve anche sapere che i maschi giovani sono, in genere meno precoci delle femmine di pari età o sorelle di cucciolata: ma a questi cani piace imparare, svolgono volentieri gli esercizi di riporto (importante: sempre smettere quando il soggetto ha "ancora voglia di..", cioè prima che il gioco/esercizio gli venga a noia), il "terra", "seduto", "dietro" e quant'altro si voglia insegnargli

Ma sopratutto avrà un ecceziononale compagno di caccia e di....vita.

Questo è il mio ritratto in nero...focato del setter gordon: se volete saperne di più, acquistate un cucciolo black-and-tan ma attenzione....la febbre nerofocata è irreversibile, una volta contagiati non si guarisce più......

Franco Subinaghi

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