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Il setter gordon, un'araba fenice

Gualtiero Quaglino, cuneese purosangue è da molti anni conosciuto da cinofili e cacciatori italiani per la qualità dei suoi setter gordon, con i quali ha cacciato e gareggiato ovunque.

Noi di Cacciando l'abbiamo incontrato per farci raccontare perchè molti anni fa decise d'abbandonare pointer e setter inglesi per dedicarsi totalmente al bel nerofocato di Scozia.

Sig. Quaglino, qual'è la motivazione che l'ha spinta a scegliere un setter gordon ?

Qualcuno penserà sia...masochismo, ma la risposta è un'altra. Nel lontano 1980 circa, con un setter inglese dalle qualità venatorie che andavano oltre ogni immaginazione, cacciavo senza sosta pernici bianche e coturnici, esclusivamente in alta montagna, su terreni impervi e rocciosi. In quello stesso periodo un signore che incontravo spesso in un'armeria di Torino mi raccontava le imprese di un setter gordon che vedeva cacciare due vallate più a nord di quella che frequentavo io; le parole a favore di quel gordon erano superlative e lo descriveva come il pù grande che avesse mai visto. Grandissime doti di fermatore su galli, su pernici bianche, sulle coturnici; in più il setter aveva presa di terreno inverosimile e resistenza eccezionale.

Alla morte prematura del mio inglese, provocata da un diabolico tumore alla milza, contattai quel signore pregandolo di presentarmi il padrone del gordon. Lo conobbi e iniziai serrate trattative per farmelo cedere, ma senza risultato.

Come spesso accade, la sfortuna dell'uno equivale alla fortuna d'un altro, e la sorte volle che questi venisse sorpreso a bracconare caprioli. Processato venne privato per cinque anni di porto d'armi e licenza e così, pur dispiaciuto, si decise a cedermi il cane. Si chiamava Aramis, e dal pedigree risultò che l'aveva allevato il Sig. Faloppa, titolare dell'affisso "Camporosso" e che in seguito divenne mio grande amico. Da quel giorno, fosse caccia o prove, ho solo più utilizzato setter gordon, ottenendo enormi soddisfazioni e grandi risultati.

 

Sig. Quaglino, quale fu il motivo che la spinse ad affiancare le prove alla caccia ?

Per risponderle devo premettere che ad Aramis affiancai subito un altro soggetto, pure lui nerofocato e di nome Black, cane che dimostrò da subito notevolissime doti venatorie, tanto in montagna che in pianura. Black aveva anche un'ottima morfologia e decisi d'iscriverlo, oltre che alle prove di lavoro,  anche a quelle espositive, avvalendomi della collaborazione del Sig. Doglio. Quest'ultimo mise Black in condizione d'ottenere subito la qualifica di "Eccellente" in prove di lavoro, cui seguirono risultati in esposizione, tanto che il cane venne proclamato " Campione italiano di bellezza". Sfuggì il titolo di lavoro, ma lui fu il primo gordon ad ottenere due "Molto buono" in due giorni consecutivi su classiche a quagile nel campo della Cervesina, vincendo anche il primo Campionato italiano a quaglie organizzato da Libera Caccia.

In seguito partecipai a Coppa Europa in Francia e mi resi conto di come il livello europeo fosse molto più alto del nostro, tanto che decisi di acquistare alcuni soggetti di alta genealogia; tra questi spiccava Hulan, di proprietà del francese Macuglia. Con l'arrivo di Hulan si diede inizio ad una formidabile corrente che ebbe la sua punta massima nei tre discendenti Kir, Omero e Sancis, soggetti con cui vinsi 3 Coppe Europa, 38 tra Cac,Ris.Cac, Cacit, il tutto arricchito dai requisiti di campioni italiani sia in caccia a starne, che in grande cerca, trofeo Saladini e classiche a quaglie.

Attualmente questi sono i cani di mia proprietà:

- Rossini di Velatri, titolare di 3 Cac

- Tekno e Tibet, titolari di Cac e Cacit in caccia a starne e in esposizione, Campioni europei e Campioni assoluti italiani

- Celine di Valbruna e Cesca di Valbruna che hanno ormai acqusito i titoli per essere proclamate Campionesse italiane di lavoro

- Dario di Valbruna e Dalila di Valbruna, giovani dal futuro promettente.

 

Sig. Quaglino, cosa risponde a quelli che definscono il gordon...continentale degli inglesi ?

Non posso dare risposte certe e mi attengo a considerazioni personali; a tal proposito cito alcuni passaggi del libro scritto dal grande Laverack, che così commentava: " I setter gordon pesanti, con testa grossolana, arti grossi, piedi larghi, il treno posteriore troppo stretto. Mi fu fatto osservare che questi soggetti non avevano la resistenza e la passione delle altre razze -setter inglesi- e più facili a far volare mezza dozzina di starne senza fermarle che fare una ferma in bianco. Mentre invece ebbi modo di osservare una linea gordon che possedeva il Reverendo Mr. Hutchinson, più leggera, buona come qualsiasi altra razza da ferma inglese."

Un altro grande del passato, Giulio Colombo, viene in sostegno al mio pensiero. In un suo articolo dell'epoca così commentava: " ...nella mia carriera di giudice ho visto gareggiare setter gordon, non molti in verità, alcuni anche in grande cerca, e addirittura vincere."

Il commento che sto per fare non voglio venga letto come provocazione ma...provate un po' ad immaginare di aumentare il setter inglese di 10/15 kg d peso, di 7/10 cm di altezza, come hanno fatto in passato con il gordon; non so se sarete ancora sicuri d poter affermare che il gordon è il "continentale degli inglesi".

 

Sig. Quaglino, come vede il futuro del gordon ?

Vorrei poter rispondere ma sinceramente non me la sento, voglio però collegarmi ad una frase presente in un articolo di qualche anno fa del Dott. Volterrani: " 100 anni in 10".

Mi rimase impressa perchè alludeva allo sforzo fatto da pochissime persone, sparse qua e là per l'Italia: Bellandi e Volterrani (Toscana), Juliano e Laverda (Friuli e Veneto), Casagrande(Lombardia), Taina e Peri (Emilia Romagna), Doglio, Quaglino e Faloppa (Piemonte). 

Naturalmente ho menzionato solo i nomi di coloro che hanno lavorato per non vedere vanificati gli sforzi fatti a garantire che in futuro emergano nuovi giovani da aggiungersi ai vecchi appassionati, e che i 10 anni non tornino ...a 100 !

Inoltre spero vivamente che tutti coloro che lavorano per il gordon, sia quelli che perseguono standard di bellezza che coloro che privilegiano le doti di lavoro, seguano percorsi paralleli e dialoghino tra loro per raggiungere un unico obiettivo: ottenere un cane che rappresenti in se, e al meglio, tutte le qualità morfologiche e di lavoro. In questo modo sempre più cacciatori e cinofili si potranno avvicinare ad un cane, il setter gordon, cui va sempre più stretta l'etichetta di...continentale inglese.

 

Dopo questa bella chiacchierata l'amico Quaglino ha sganciato per noi suoi campioni: Celine, Cesca, Dario. Beh, cosa dire ancora di più se non: " Grazie Gualtiero, hai ragione tu !"

 

 

   

    

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