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Riflessioni d’un cacciatore

Riflessioni d’un cacciatore

Riflessioni d’un cacciatore : cucciolo oggi, beccacciaio domani.

La Caccia è il luogo ideale ove convergono i sogni che ogni cacciatore vorrebbe trasformare in realtà.
La caccia alla beccaccia è la realtà nella quale convergono i miei, il più bello, emozionante e coinvolgente dei quali è vedere il proprio cucciolo trasformarsi in cane cacciatore prima e poi in cane beccacciaio; ma per iniziare ciò il cucciolo bisogna averlo  ricevuto in regalo, o acquistato presso un allevatore o un privato o, magari, figlio d’una nostra cagna.

I miei sono da sempre setter gordon e/o inglesi, in futuro penso che saranno solo nero-focati, apprezzando moltissimo, sia io che mio figlio Brian, questa splendida razza.
Con la situazione della caccia di oggi e le leggi restrittive in materia di tempi e luoghi per addestrare i cani da ferma, allevare un cucciolo è un atto d'amore, che richiede investimenti di tempo, volontà, passione e denaro (e fortuna) mica da ridere.
Vorrei esternare quattro mie idee sulla scelta dei (miei) cuccioli, che non saranno mai di età superiore a sessanta/settanta giorni, per una questione di imprinting, e affinché abbiano subito in mente chi è il loro capobranco. Inoltre la loro giovane età non mi permetterà di imputare ad altri i miei eventuali errori in fase di allevamento o addestramento, così come non saranno altrui i meriti per le cose fatte in modo corretto.
Prima domanda: come e dove?
O si ha una femmina della quale si è completamente soddisfatti e si può farla coprire da un maschio del quale conosciamo vita e miracoli venatori, e si alleva la cucciolata (sarebbe la soluzione ideale, ma bisogna avere dovizia di tempo da dedicarle), oppure ci si può rivolgere ad un allevatore SERIO nel quale abbiamo completa fiducia (Sandro Doglio, nel nostro caso per i setter gordon), i consigli del quale potranno avviare la nostra scelta nella giusta direzione. Alcuni criteri sono per me comunque basilari:
- la scelta di un cucciolo è una faccenda lunga, rimango ore a guardare la cucciolata giocare e correre in cortile, per farmi una prima idea dei cuccioli dotati di un certo caratterino, già dominanti insomma.
- i cuccioli che accorrono al battito delle mie mani guadagnano già dei punti su quelli che si mostrano indifferenti o, peggio, timorosi (e quindi scartati)
- adoro i cuccioli che, quando la cucciolata sta mangiando, spingono via fratelli e sorelle, denotando grinta e carattere, e quelli che
fermano a vista i passeri o le farfalle che si posano in giardino
A questo punto chiedo che vengano separati i maschi dalle femmine, dato che sceglierò una di queste. A parità di carattere e di apparente assenza di timori, esamino le cucciole una per una, prestando particolare attenzione al colore degli occhi, alla presenza o meno di depigmentazioni (assai rare nei gordon , dove però occorre osservare la distribuzione delle focature, mentre nel setter inglese eventuali depigmentazioni nella zona del muso e degli occhi sono spesso evidenti sin dalla tenera età), all'attaccatura dell' orecchio. L'intensità delle focature, la lucentezza e lo spessore del pelo possono distinguere un soggetto dall' altro.
Quando mi sono fatto un'idea precisa e ho ristretto la mia scelta a due/tre cucciole (i gordon sono molto prolifici, cucciolate di 10 o 12 soggetti sono tutt’altro che rare), chiedo a Sandro un suo parere - mi fido della sua competenza e onestà - poi, con Brian, prendiamo la grande decisione, scegliendone UNA, che sarà la nostra compagna di caccia e di vita per i prossimi anni:
Durante il viaggio verso casa la cucciola starà alternativamente i braccio a me e a Brian, e questa è a mio avviso una fase estremamente importante di imprinting nella vita di un giovane cane che, non dimentichiamolo, subisce un enorme cambiamento di vita nel quale si deve fare di tutto per evitargli traumi di qualsiasi tipo (con buona pace di coloro che si fanno spedire i cuccioli per ferrovia, come ho visto fare diverse volte).
L'arrivo del cucciolo a casa nostra è un momento delicato nonché laborioso, dato che la Jane ha la tendenza ad offendersi e a non "rivolgerci la parola" per un po’di tempo; quando introduciamo un cucciolo nel branco, la nuova arrivata entra in braccio a mia figlia o a mia moglie, alle quali la gordon perdona sempre tutto, mostrandosi materna e protettiva verso i cuccioli.
La piccola avrà comunque un po’ di tempo per esplorare il giardino, fare conoscenza con i gatti di casa, appropriarsi del patrimonio olfattivo del luogo ove trascorrerà la sua vita.
Le due cagne adulte non hanno problemi ad accogliere la new entry nel canile (misura m. 4 x 10, e quindi non mancano gli spazi) e nemmeno nella cuccia a casetta nella quale dormono tutte insieme.
Una nostra cucciola riceve molte attenzioni: esce diverse volte al giorno dal canile, per girare in giardino, a volte da sola -sotto il nostro occhio vigile - a volte con le adulte; in genere non la portiamo "fuori" in campagna prima che sia stato completato il ciclo delle vaccinazioni.
Non esageriamo mai con il gioco "della farfalla" (da noi, ala di beccaccia): una o due volte in tutta la sua vita, giusto per farle una prima foto "porta fortuna".
Generalmente a 4 mesi fa già il "seduta!" imitando le grandi che lo fanno automaticamente quando riportano qualcosa oppure ricevono un biscotto per cani quale premio.
Trovo anche importante che la piccola venga a contatto con persone non appartenenti alla famiglia, in modo che si abitui alla presenza della gente.
Le prime uscite in campagna avvengono sempre in zone pianeggianti, con alternanza di prato e bosco, dove potrà prendere confidenza con una gamma di odori che le diverranno sempre più familiari.
Sino a cinque/sei mesi la portiamo sempre da sola, senza le grandi: la Legge Regionale lombarda è di grande aiuto, permettendo di addestrare i cani sino a 15 mesi d'età, nel proprio comprensorio di residenza o di caccia, senza limiti di tempo, se non per il periodo durante il quale si riproducono gli ungulati.
E' bellissimo vedere una cucciola fermare uno scricciolo fra i cespugli o rincorrere le prime rondini che volano basse annunciando cambio di tempo,  o ancora vedere come ritorna al richiamo.
Negli anni ho imparato una cosa: è importante "parlare" al cucciolo, per permettergli di assuefarsi alla mia voce da capobranco, ma anche perché, ne sono sicuro, capirà molto più di ciò che noi pensiamo. E, naturalmente, molto più di certi esseri umani......
So d’avere, venatoriamente parlando, una grande fortuna: i miei amici mi conoscono e ci stimiamo reciprocamente, per il resto, poco mi importa; quindi non ho nulla da dimostrare a chicchessia; l'unico verso  il quale provo desiderio e necessità di dimostrare qualcosa, sono …io stesso; perciò cercherò di avere sempre cuccioli promettenti per vedere se riuscirò, anche di poco, a migliorare il livello dei miei cani.
Ogni giorno che abbiamo da vivere possiamo imparare qualcosa di nuovo, o fare qualcosa di meglio.
 

Franco Subinaghi, cacciatore e socio del Club della Beccaccia

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