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Setter Inglese, il più amato

Setter Inglese, il più amato

 

Nel periodo aureo della caccia contemporanea ovvero nei decenni che dal dopoguerra ci portarono alla soglia degli anni 70 fra i cacciatori era invalso l’uso del pointer e del bracco pointer,razza la prima e incrocio la seconda che corrispondevano in buona parte ai desideri dei nembrotti di allora, avvezzi ad insidiare gli allora numerosi branchi di pernici grigie e rosse in un territorio caratterizzato da un costante insediamento agricolo.

Rari gli incontri col fagiano, circoscritta al periodo autunnale la caccia alla beccaccia, probabilmente in ragione della forte presenza di nobile stanziale per tutta la stagione, i pointers risultavano cani idonei allo scopo, resistenti , cacciatori eletti per il tipo di selvaggina e di ambiente.

Ma fu proprio in quegli anni che i setters si affacciarono prepotentemente sulla scena venatoria italiana tanto da surclassare abbondantemente il cugino d’oltremanica e ancor più le razze italiane, imponendosi numericamente in maniera preponderante.

I cacciatori non sono come i cinofili che spesso sposano una razza per motivi a volte estranei alla sua praticità, se i cacciatori scelsero il setter fu a ragion veduta.

Ricordiamoci che solo negli anni ’30 uno scritto apparso su una rivista venatoria italiana affermava che "il setter e il pointer non valgono un pelo del nostro bracco, ribelli alla educazione e poco intelligenti" ma che solo alcuni decenni dopo le iscrizioni ai libri genealogici del setter superarono le 10.000 unità annuali.

L’Italia divenne la seconda patria di questa splendida razza e non è azzardato dire che se una patria nella patria vi fu questa è stata la nostra amata terra ligure dove fra tutti ha spiccato per autorevolezza e competenza il maestro dei settermen, il Dottor Fabio Cajelli, insuperato compilatore dei più celebri commenti agli standards dei setters.

Ebbi la fortuna di vivere quei tempi, probabilmente assimilabili ad uno dei migliori periodi della cinofilia venatoria nostrana, ed anch’io ebbi modo di vivere il passaggio dall’uso costante in caccia del pointer a quello del setter inglese.

Per la verità ricordo con grande affetto e un po’ di nostalgia i pointers che ho posseduto, chissà saranno stati bravi o forse irripetibile quello scenario venatorio, ma devo anche dire che probabilmente un qualcosa vi fu che fece pendere l’ago della

bilancia a favore dei setters tanto che mai da quei tempi ho interrotto di allevarli e utilizzarli a caccia.

Al pointer atleta poderoso e nevrile ho preferito il setter atleta aggraziato e dal manto di seta, così radente e silenzioso nella ricerca della selvaggina da trasmetterti una pregustazione dell’incontro prima ancora che questo si materializzi in una morbida ferma.

Ho posseduto setters bravi e meno bravi, comunque di livello accettabile nell’utilizzo venatorio, sempre pronti nell’apprendere dimostrando quella grande duttilità che probabilmente ha fatto si che anche nelle mani di cacciatori poco avvezzi ai canoni della cinofilia risultassero sempre efficienti nella pratica.

Vi furono e vi sono cani autodidatti che nelle mani di cacciatori poco pazienti non hanno mai seguito corsi elementari o universitari ma che tuttavia hanno raggiunto livelli eccelsi favoriti da istinto, passione e intelligenza, coltivati da appassionati con esercizio costante e carnieri concreti.

Non me ne vogliano gli amici sostenitori di altre razze, ma il bianco è bianco e il nero è nero: a riscontro è sufficiente recarsi sui terreni di caccia.

Germano Ferrari.

 

SETTER INGLESE

NOTIZIE STORICHE

 

Il setter inglese è senza dubbio un épagneul migliorato che i cinofili inglesi hanno, con allevamento intelligente e selezione severa, reso di forme più armoniose, con andatura più vivace e cerca più estesa di quella posseduta dagli épagneuls continentali. Per giungere alle attuali condizioni, sia in conformazione che di attività venatoria, gli allevatori inglesi hanno applicato una rigorosa selezione per molte generazioni, sino ad ottenere il tipo desiderato.

Gli inglesi chiamarono questa razza con il nome di Setter, probabilmente per derivazione dal verbo to set, che significa sedere, in quanto questo cane prima di rimanere immobile in ferma si sedeva, o meglio si abbassava, sfiorando il terreno con inclinazione del posteriore (rampante). Il setter era impiegato come ausiliario della falconeria per cercare e fermare "gli uccelli", ed era pure chiamato cane da rete in quanto quando si arrestava, il cacciatore gli si avvicinava e lanciava su di lui una rete in cui rimanevano impigliati quaglie, pernici e....cane. Il primo amatore inglese che adoperò i setters in caccia fu il Conte de Leicester vissuto nella metà del secolo XVI. Il Duca di Northumberland possedeva nel 1555 degli épagneuls o setter che fermavano accucciati. Nel 1576 il Dr. Caius nel trattato English Dogs chiamava il setter inglese; " setter che rimaneva immobile quando trovava le starne, distendendosi a terra e strisciando come una serpe". Il più grande allevatore di setter inglese in ordine di tempo e per i risultati ottenuti è sicuramente Sir Edward Laverlack nato il 19 giugno 1798 e morto il 4 aprile 1877 all'età di 79 anni.

Egli rimasto orfano fu adottato da uno zio industriale di Manchester. Già all'etá di 14 anni. aveva incominciato a dedicarsi alla caccia, consacrando poi tutta la sua vita allo sport cinofilo ed all'allevamento del setter. All'età di 18 anni perdette anche lo zio che gli lasciò una enorme fortuna che gli permise di abbandonare gli affari per i quali aveva scarsa disposizione e dedicarsi esclusivamente all'allevamento del cane da ferma ed al suo sport preferito, la caccia. Nel 1825 inizia la sua carriera di setterman e acquista dal Rev. Harrison una coppia di setters blue belton a nome di Ponto e Old Moll. Da questi due riproduttori nacquero tutti i setters allevati da lui, che vinsero in esposizioni e gare per parecchi anni. Laverlack commise però l'errore di ricorrere esageratamente alla consanguineità, e negli ultimi anni molti dei suoi purosangue risultarono sterili. Un'altro grande allevatore al quale Laverlack dedicò il trattato sui Setter fù Mr. Purcell Lievellin che fu anche suo intimo amico ed ammiratore. Nel 1874 si costituisce il Kennel Club con il suo Stud Book ed organizza esposizioni e field trials. Gli amatori del cane da ferma avevano però organizzato esposizioni già

nel 1859 e field trials già nel 1865. Tra i più noti proprietari di Setters inglesi che parteciparono dal 1865 al 1875 ai field trials, figurano A.F. Lonsdale e Barclay Field con cani di mezzo sangue Laverlack, il Rev. Y.C. Macdona con il famoso Campione di field trials Ranger, R. Garth e Purcel Llevellin con numerosi purosangue Laverlack. Rinomati allevamenti di setter inglesi da lavoro dell'epoca erano: il Canile Lingfield di Mittechel, Canile West Down di Blaine, Canile Stylish di Sharpe e il Canile of Bobbings di Bishops. Verso la fine dell'800 i setter inglesi apparvero anche in Italia. Il primo Setter inglese trialer giunto in Italia fu Lingfield Felix importato nel 1924 dal Comm. Nasturzio di Genova, pioniere e mecenate dello sport cinofilo, che importò in seguito numerosi altri eccellenti setters; Banchary Gim, Courat Egg, West Down Red Caps, West Down Turwy, il grande fra i grandi e capostipite di tanti allevamenti, che troviamo nei certificati dei setters dei cinofili liguri, Lingfield Idriz (figlia di Gambler), solo per fare alcuni nomi. Dopo Lingfield Felix arrivarono in Italia numerosi eccellenti setters trialer acquistati da cinofili italiani. Ricordiamo Giulio Colombo tra i grandi padri della cinofilia italiana che acquistò Lingfield Mystic vincitore del Derby, Fabio Cajelli, Rossi di Genova che acquistò Verdict of Bobbing e Stylish Swicher anche lui vincitore del Derby in Inghilterra, Enrico Oddo che importò West Down Gnome e Bodril de la Croix Blanche.

All'epoca succedeva che tutti o quasi tutti i vincitori di gare inglesi venivano importati in Italia. Da queste intelligenti importazioni e riusciti accoppiamenti si ebbero magnifici risultati, tanto che Ciro Matteucci all'epoca pronosticò l'Italia come futura patria del Setter inglese. Il suo pronostico si è avverato.

 

 

 

 

 

 

 

Si ringraziano la Sis delegazione Liguria e il Sig. Gian Battista Morsia che ci hanno fornito questo prezioso contributo.

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