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Marcello Villa

Nato a Bavari (Genova) il 14 Marzo 1941 da padre cacciatore con il cane da ferma: pointer anche se non iscritto.

Negli ’50/”60 del secolo scorso, nel mio borgo d’origine, la passione per la caccia era molto diffusa, i racconti emozionanti dei vecchi prozii, di mio padre e degli zii, erano per me terribilmente contagiosi. Ho iniziato a cacciare con la fionda, a catturare uccelli, col vischio che avevo imparato a fare dall’olio di lino, col roccolo (Rete che si tende a chiudere un passaggio abituale) a fine state per merli novelli o, in primavera con l’aiuolo (due pagine di rete aperte ai lati lunghi di un’aiuola precedentemente preparata con giuoco vivo) per la cattura di fanelli, verdoni o cardellini.

A16 anni ho avuto in regalo il primo cane, era un griffone, si chiamava Mirco. Morì a soli 2 anni per cimurro. Andavo a caccia con un mio coetaneo a cui il padre aveva concesso il consenso per il porto d’armi ma non il permesso di tenere il cane. La prima uscita a caccia “fuori”, come allora si usava dire, senza la guida di adulti, la feci con il mio amico e Mirco andando a Gavi Ligure, a una quarantina di Km. da Genova: partenza in corriera, così si chiamavano allora i pullman, poi in treno da Genova ad Arquata Scrivia, poi ancora in corriera fino a Gavi. Per quel tempo e per l’età è un’avventura straordinaria, un sogno realizzato, un racconto di padelle che il mio amico non si è lesinato.

Ottenuta la maturità, nel 1960, ho avuto finalmente il porto d’armi ed insieme ad esso il mio primo pointer. Una femmina non iscritta che trovava molto e fermava poco, con la quale cacciavo le rosse in valle Staffora e in valle Trebbia dove mio padre mi aveva portato fin da adolescente.

Nel 1964 un amico mi regalò un cucciolo, MIKI, pointer m. Bianco-Arancio che, secondo il Dr. Cajelli che nel frattempo avevo iniziato a frequentare, possedeva un’ottima genealogia.

Miki diventò un bravo soggetto, vincente a quaglie, che allora erano di cattura e a selvaggina. Seppur presentato a poche prove, ottenne diversi Ecc., un CAC su starne a Volterra, una vittoria nella classica organizzata a Praglia dal Gruppo Cinofilo Genovese, giudicata da Giovanni Radice, davanti ai molti professionisti che all’epoca vedevano nella prova genovese un importante cimento.

Dal 1964 mi associo al Gruppo Cinofilo Genovese il cui presidente è il Dr. Fabio Cajelli.

Per un lungo, proficuo periodo ogni lunedì mattina faccio un salto alla sede, allora presso lo studio del Presidente, dove è facile incontrare, a commentare con Cajelli gli esiti delle esposizioni o prove della domenica, i frequentatori entusiasti o delusi, di quelle manifestazioni.

Sono affascinato dalle descrizioni morfologiche e delle sintesi delle azioni di lavoro dell’esimio presidente.

D quell’anno con diversi incarichi farò parte del consiglio del Gruppo Cinofilo Genovese di cui sarò vice-presidente dal 1978 anno in cui muore Cajelli, fino ai primi anni del’90.

Nel 1968 ottengo il prefisso Ligusticus e vengo nominato giudice di caccia per tutte le razze da ferma.

Nello stesso anno vado per la prima volta a caccia sulle Alpi. Da amici cacciatori di camosci vengo invitato nella loro baita in valle Stura con un permesso giornaliero, allora ottenibili con facilità.

Scopro le bianche e dopo una giornata piena di emozioni ed anche paura per essermi cacciato tra rocce a picco, impossibili da salire e inquietanti da scendere, tornerò alla baita con tre bianche in carniere e nella mente i fotogrammi delle guidate palpitanti e delle ferme straordinarie del mio giovanissimo Ginco, fratello di Miki, ma di una cucciolata ripetuta. Nasce così un amore intenso e duraturo la cui passione continua tuttora ad ardermi dentro.

Nel 1969, a distanza di 10 anni dalla maturità in cui ho lavorato alla Olivetti, prima come addetto alle vendite e poi come concessionario, mi iscrivo alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano pur continuando a gestire l’azienda precedentemente istituita.

Nel 1975 ottengo la laurea in Medicina Veterinaria, cedo l’azienda e da libero professionista mi dedico a cani e cavalli da sport.

Le cucciolate iscritte dalla costituzione dell’allevamento a tutto il 1975 sono solo cinque, il lavoro mi impegna e ho poco tempo per la caccia e per la cinofilia.

Nel 1979 vengo nominato giudice per prove classiche e a grande cerca per cani delle razze inglesi.

Nel 1980 istituisco la Coop. Alta Valle Sturla con lo scopo di sfruttare le aree marginali dell’Alta Valle Sturla attraverso l’impiego di animali al pascolo costituito dall’allevamento di vacche di razza Limousine, cavalli Bardigiani ed asini Dell’Amiata tutt’ora esistente.

Sono particolarmente attratto ed interessato alle popolazioni animali domestiche a limitata diffusione e di conseguenza in pericolo di estinzione, quali le razze canine italiane meno diffuse, la genovesissima vacca Cabannina, l’asino dell’Amiata ed il cavallo Bardigiano che hanno in Liguria e nel genovesato una non trasurabile radice d’origine.

Allo scopo di tutelare e diffondere il Cavallo Bardigiano e l’Asino dell’Amiata, nel 1986 costituisco la Società Ippica del Bardigiano dove con l’addestramento e la promozione si preparano alla commercializzazione i prodotti dell’allevamento.

Dal 1985 al 1990 sono chiamato a far parte del “Comitato Nazionale Allevamento” istituito dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana. Per me è un grandissimo onore perché gli altri componenti sono dei maestri nel senso pieno del termine, da loro imparerò cinofilia a tutto campo.

Nel 1988 promuovo, presso la Società Ippica del Bardigiano, un’attività ludica e terapeutica per disabili con l’uso del cavallo Bardigiano e dell’asino dell’Amiata; tale iniziativa è tutt’ora viva e operante e ha dato origine all’associazione ARIOSTO che autonomamente svolge l’attività riabilitativa per un numero rilevante di pazienti.

Nel 1990 pubblico il libro “Il Pointer” edito dalla De Vecchi di Milano.

Nel 1991 sono invitato quale relatore al 1° Convegno Scientifico sulle Anomalie Ereditarie in Cinotecnia, organizzato dall’ Ente Nazionale della Cinofilia Italiana.

Nel 1996 edito da A.G. Asterisco, pubblico il manuale “Elementi di preparazione alle gare di fondo” per cavalli.

Dal 2004 faccio parte della Commissione Tecnica Centrale del Libro Genealogico del Cavallo Bardigiano.

Dal 1968 ad oggi ho allevato 25 cucciolate di pointer orientate all’ottenimento di soggetti da caccia.

Tuttavia alcuni di essi, hanno partecipato anche alle prove e tre sono diventati campioni di lavoro.

Ho giudicato un buon numero di prove sia di caccia sia classiche o a grande cerca in Italia ed all’estero.

Da decenni sono socio del Pointer Club senza aver mai ricoperto cariche dirigenziali.

Last modified onLunedì, 30 Maggio 2016 13:12

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