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Benelli e Fiocchi: accoppiata vincente per l’Ethos 28 Magnum 1 parte

Benelli e Fiocchi: accoppiata vincente per l’Ethos 28 Magnum 1 parte

Sono molto affezionato a queste due aziende, di cui sono un consumatore da tanti anni, così, quando ho avuto la possibilità di testare l’ultimo prodotto dell’ingegno dei progettisti di queste due eccellenze italiane non me la sono certo fatta scappare.

Realizzare il primo calibro 28 camerato in 76 mm era una sfida che soltanto Benelli poteva raccogliere con successo, e chi, meglio di Fiocchi poteva fornire una munizione all’altezza della situazione? La domanda ovviamente è retorica. Avevo letto e sentito molto su quest’arma, ma devo dire che non ero preparato alla sensazione che dà tenerlo in mano. Si tratta infatti di un fucile leggerissimo, eccezionalmente maneggevole, ottimamente bilanciato e, come deve essere un fucile Benelli, decisamente bello. Ma veniamo al nostro “test”, come provare adeguatamente un’accoppiata di questo genere? Intendo fucile e munizioni magnum? Sicuramente facendogli affrontare uno dei selvatici più impegnativi, nellecondizioni climatiche peggiori, ovvero metterlo a confronto con i colombacci invernali.

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Capita quindi a fagiolo l’invito da parte di due amici, Alessio e Riccardo, a recarci a Siena per cercare di insidiare qualche uccello blu. La terra del Palio, infatti, con le sue sconfinate distese di boschi di querce, è una delle località di svernamento preferite del colombaccio. Questo perché le foreste di querce vogliono dire rifugio per le ore notturne e una riserva quasi inesauribile di ghiande, oltre ad una coma base di appoggio per raggiungere le stoppie e le semine poste nelle vicinanze e che sono così importanti per l’alimentazione invernale di un gran numero di selvatici. Pensate, l’interramento precoce delle stoppie, per molti, potrebbe essere, insieme ai pesticidi e al proliferare degli storni, una delle cause del declino del passero. Il colombaccio, invece, sembra godere di ottima salute, infatti, popola ogni anno più numeroso la nostra penisola, tanto che praticamente ovunque è divenuto una presenza fissa, che dimora nelle nostre campagne per 365 giorni all’anno. Questa presenza ovviamente si infittisce in alcuni periodi dell’anno, ovvero nei periodi di passo e ripasso e durante lo svernamento. In questi periodi, ai contingenti stanziali si uniscono quelli in transito, e nei mesi invernali, quelli che scelgono il nostro paese per attendere la fine del freddo nei loro territori di nidificazione. Il nostro calendario venatorio ci dà la possibilità di cacciare i colombacci sia durante il passo ottobrino che per tutto il proseguire della stagione, che si concluderà col 31 gennaio, che in alcune regioni può diventare anche il 7-10 febbraio. La nostra uscita, si svolge nei giorni che precedono il Natale, in una fredda ma limpida giornata di sole. L’appuntamento è per un’ora più che affrontabile, infatti, arriviamo sul luogo di caccia che il sole è già sorto da un pezzo. Posteggiata l’auto su un crinalino occupato da un agriturismo, ci avviamo per una strada sterrata che, dopo poco più di un chilometro, ci conduce in una grande tagliata che digrada in una larga vallata tenuta prato.

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