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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia incontra Federparchi: proficuo colloquio tra Maffei e Sammuri

arcicaccia logo co1 Nel quadro di un percorso di costruzione e di potenziamento delle relazioni con i soggetti che più direttamente e operativamente interpretano gli interessi della tutela del paesaggio del “bel paese Italia” il Presidente nazionale Christian Maffei ha incontrato il Presidente di Federparchi dott. Giampiero Sammuri.

Condivisa nella riunione del 9 agosto scorso l’importanza del lavoro svolto da Federparchi, nel rappresentare il valore delle aree protette per la biodiversità, l’economia green, la tutela del paesaggio e delle esigenze dei “piccoli borghi”. Dalla presenza dei Parchi molti comuni traggono energie, oggi indispensabili, per le popolazioni che vi risiedono.

La salvaguardia di usi, costumi, tradizioni di queste comunità da parte delle nuove generazioni passa per la costruzione delle migliori condizioni per consentire di continuare e vivere nei loro borghi valorizzando le attività “sostenibili” che vengono promosse e assicurando loro i presidi di assistenza sociale, sanitaria e le migliori condizioni di qualità della vita.

La tutela della biodiversità deve essere sempre più oggetto di interrelazioni, di progetti, di investimenti comuni con gli Enti Gestori della fauna selvatica ATC e CA.

Esaurita e lasciata ad un passato l’ostilità alle aree protette che ha caratterizzato contrapposizioni corporative e strumentali, ora è il tempo della collaborazione piena, sincera, operativamente produttiva.

Il fondamentalismo ideologico è, come dimostra la storia, un male di cui l’uomo è responsabile e danneggia tutti gli esseri viventi.

Le normative vigenti in materia di fauna selvatica, pur esprimendo e interpretando in modo avanzato – anche rispetto a legislazioni di altri paesi – sinergie alte, necessitano di un aggiornamento per rendere funzionali le norme alle modificate condizioni di consistenza di alcune specie selvatiche impattanti. Le stesse finalità di tutela ambientale l’uomo deve gestirle, quale custode, con economie sostenibili non solo delle aree protette, ma di tutto l’agro silvo pastorale con particolare riguardo agli agricoltori.

Occorre definire meglio la normativa per affermare nel Paese il ruolo delle aree contigue ai Parchi che soffrono nella loro realizzazione, di limiti anche rispetto al controllo di alcune “popolazioni”. È necessaria per questo una programmazione delle presenze del “cacciatore”, censimenti e certezza dei numeri degli operatori faunistici che dovrebbero essere individuati tra i cacciatori residenti venatoriamente negli ATC e nei CA. Pregiudiziali interpretazioni delle normative, che nei fatti sono di reale impedimento alla costituzione dell’aree contigue, fanno male al governo dell’equilibrio tra le specie selvatiche.

Comune intendimento da concretizzare qui ed ora, sarà l’individuazione di progetti, la ricerca di risorse anche attraverso il recovery fund ma anche utilizzando la legislazione attuale per integrare le attività sostenibili nelle aree protette anche con i progetti della Fondazione Una.

Impegno di lotta, quello al bracconaggio, anche con il coinvolgimento della vigilanza venatoria coordinato tra tutte le associazioni ambientaliste, venatorie, campestri sotto la direzione e il controllo dei Carabinieri Forestali nelle Regioni e province autonome.

Roma, 23 agosto 2021

QUESTIONE TORTORA. LA CABINA DI REGIA PROTESTA CON MITE E CONFERENZA STATO REGIONI

cabina di regiaContinua forte l’impegno delle Associazioni Venatorie e di una parte delle Regioni per raggiungere l’accordo sul Piano di gestione della tortora. La colpevole inerzia della Conferenza Stato Regioni e del Ministero competente ha vanificato il lavoro di mesi e penalizzato senza motivo migliaia di cacciatori, sacrificati ancora una volta inspiegabilmente all’ideologia anti-venatoria. Chiesto un incontro urgente per la risoluzione del problema entro il 30 agosto.

Roma, 26 agosto 2021 – Con una lettera indirizzata a Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza Stato-Regioni, all’On. Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, e per conoscenza ai Presidenti delle Regioni e all’On. Deborah Bergamini, Sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento, le Associazioni Nazionali Venatorie Riconosciute, facenti parte della Cabina di Regia del Mondo Venatorio (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina) e il Comitato Nazionale Caccia e Natura affrontano ancora una volta la questione tortora.

Attorno a questo selvatico e alla possibilità del suo prelievo venatorio è andato in scena ancora una volta in Italia il consueto triste copione di uno spettacolo già visto. Trincerandosi dietro l’altrettanto consueto rimpallo di competenze e responsabilità, si è fatto in modo che mesi di lavoro e impegno serio, coerente e rispettoso portato avanti dalle associazioni venatorie riconosciute per raggiungere un consenso unanime sul piano di gestione della tortora selvatica, condizione richiesta dalla Commissione Europea per poter mantenere seppure in un modo ridotto le giornate di caccia a questo selvatico nei calendari venatori regionali, siano stati finora vanificati da una evidente insensibilità, forse dovuta a pregiudizi ideologici che non possono essere propri delle Istituzioni del nostro Governo.

Dal 23 aprile 2021 infatti, data in cui si è raggiunto l’accordo sul Piano per la gestione nazionale della tortora, questo non è stato portato in esame della Conferenza Stato Regioni per la sua mancata iscrizione all’ordine del giorno, dovuta a evidente colpevole inerzia sia della stessa Conferenza che del Ministero competente.

Una inerzia che va contro qualsiasi logica oltre che in contrasto col preciso dovere della pubblica amministrazione di trovare definizione a problematiche di competenza di organi pubblici o ad essi sottoposti e che mostra chiaramente come la volontà politica sia quella di acconsentire sempre e comunque a qualsiasi richiesta protezionista, sia essa giustificata o meno dalla oggettività dei fatti.

Per questo motivo, le Associazioni riunite nella Cabina di Regia hanno formalmente richiesto un tempestivo incontro per la definizione, entro il 30 agosto prossimo, dell’esame del Piano, pronte ad assumere i necessari provvedimenti se anche questa richiesta venisse disattesa.

Con l’occasione la Cabina di Regia venatoria intende rivolgere un sentito ringraziamento ai Presidenti di Regione che in fase di stesura del Piano prima e di definizione dei calendari venatori dopo, con senso di responsabilità nei confronti di una classe di cittadini meritevole di attenzione e rispetto e consapevoli del proprio ruolo istituzionale, si sono assunti il coraggio di deliberare in modo da inserire la specie tortora fra quelle oggetto di prelievo.

Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:

Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).

Emilia Romagna: la Regione toglie la tortora dalla Preapertura

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Anche la Regione Emilia Romagna si arrende e toglie la tortora dalla preapertura. Arci Caccia Emilia Romagna scrive all’Assessore Regionale ringraziandolo del lavoro svolto, ma sottolineando le mancanze del Governo su questa vicenda:

 

Gentile Assessore,
prendiamo atto del lavoro, preciso e puntuale, da Lei e dai suoi uffici, svolto per consentire di cacciare la tortora in preapertura in maniera conforme alle direttive Europee, La ringraziamo.
Lavoro e impegno purtroppo inutili.
Occorre stigmatizzare il comportamento del Ministero e degli organismi tecnici competenti che con assoluta solerzia, impongono in maniera generalista a tutte le Regioni la moratoria di fatto e con altrettanta risoluta inerzia, non danno corso all’ approvazione del PIANO NAZIONALE come deliberato nella competente commissione presso la Conferenza Stato Regioni.
Nell’ottica che i Piani di Gestione saranno sempre più lo strumento principe per cacciare la selvaggina migratoria, vedere tale livello di onestà intellettuale e apprendere che neppure le Istituzioni, quale quella da Lei rappresentata, riesce ad avere le risposte dovute ci preoccupa e non ci fa ben sperare per il futuro.
In particolare mi permetto di dubitare sulla Sua affermazione che trattasi di sospensione limitata alla stagione venatoria in corso, spero di essere smentito.
Questa situazione vedrà le Associazioni venatorie impegnate in una battaglia unitaria per fare chiarezza tra legittimi obiettivi politici e corrette procedure amministrative a tutti i livelli.
Non nascondo che ci piacerebbe in questa dialettica avere il supporto delle Regioni che secondo me, se non altro per garbo Istituzionale, non meritano di essere additate quali responsabili di questa situazione essendo loro a dovere gestire il rapporto coi cacciatori.

Cordialmente

Christian Maffei
ARCI CACCIA REGIONALE

Alleghiamo la lettera dell’Assessore Mammi e la lettera di risposta di Arci Caccia Emilia Romagna

Arci Caccia Lazio: come volevasi dimostrare “Niente Piano-Niente Tortora”

 

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Riceviamo e pubblichiamo:

Dai social riprendiamo la lettera che l’Assessora Enrica Onorati ha scritto ieri alle Associazioni Venatorie del Lazio Federcaccia, Enalcaccia Liberacaccia Italcaccia ed ANUU in risposta alla loro nota del 19 Agosto scorso. Rimane immutato il nostro giudizio espresso nei confronti delle politiche dell’Assessorato in riferimento alla preapertura. Ma la predetta lettera conferma appieno i nostri dubbi relativamente alla inadeguatezza, infondatezza ed intempestività di certe missive. Certe figure potevano risparmiarle!!!

Riteniamo fondamentale un percorso unitario anche nel Lazio, lo scorso anno ne siamo stati promotori, tuttavia tale percorso va impostato nel reciproco rispetto e nella chiarezza delle cose da fare, altrimenti non è un percorso unitario ma un’Armata Brancaleone!!!

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Cabina di Regia Toscana: La chiusura della caccia alla tortora è una sconfitta. Lavoriamo perché non accada più

CABINA DI REGIA TOSCANA 1La notizia della decisione della Regione di togliere la tortora dalle specie previste in preapertura, anche se era nell’aria, ci lascia sicuramente con l’amaro in bocca. Questo perché, fino all’ultimo, abbiamo sperato che fosse compiuto l’unico passo che poteva permettere di cacciare la tortora, l’approvazione del Piano di Gestione Nazionale della Tortora Selvatica. Questa specie, infatti, è considerata dall’Unione Europea come minacciata e quindi il suo prelievo è possibile solo se lo stato mette in atto una serie di misure che vanno dalla ricostituzione degli habitat al censimento della specie alla riduzione del prelievo. Ebbene, era la fine di aprile quando la Conferenza Stato Regioni ha raggiunto l’accordo che doveva portare all’approvazione di questo provvedimento che, caccia a parte, sarebbe fondamentale per tutelare la specie. Il fatto che l’accordo fosse stato raggiunto ci aveva fatto ben sperare e invece, al posto del Piano approvato, come una beffa, il MITE ha prodotto una richiesta di moratoria del prelievo. Un teatro dell’assurdo in cui il Governo scarica la propria inadempienza sulle Regioni, dicendogli che “visto che i ministeri competenti non hanno fatto il loro lavoro, allora le Regioni devono togliere la tortora dal calendario”, seguito poi da Ispra che si affretta a metterci il carico modificando pareri positivi già annunciati. Già per questo è legittimo essere arrabbiati, ma se si pensa che la nostra Regione aveva predisposto la propria parte del Piano e ottemperato alle richieste dell’Ispra il livore non può che aumentare. Per questo chiediamo con forza che il Governo si svegli e approvi il Piano nei tempi più brevi, sappiamo che la Conferenza Stato Regioni è convocata per i primi di settembre. Ebbene è tardi, ci si muova con l’urgenza dovuta al rispetto di migliaia di cacciatori che hanno il diritto di non vedersi negata un’attività per la quale hanno pagato profumatamente per un cavillo burocratico. Si spera che il Governo trovi un po’ di coraggio per risolvere, insieme alle regioni, i problemi della tortora per garantire una tranquilla preapertura e non continuare a penalizzare l’attività venatoria.

 

Le Associazioni componenti la Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie Toscane

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura