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Piemonte: il Tar dispone, la Regione disfa.

Piemonte: il Tar dispone, la Regione disfa.
Nel mese di luglio il Tar Piemontese aveva emesso un'ordinanza, la n. 280, imponendo a Regione Piemonte di modificare il calendario venatorio 2016/17, ed inserendo 11 nuove specie cacciabili; era stata anche fissata una nuova udienza per il 15 settembre.
Il mondo venatorio, rappresentato da 5 Associazioni Venatorie (FIDC, ANLC, Enalcaccia, ANUU ed EPS) e alcuni ATC e CA aveva chiesto venisse sospesa l'efficacia della deliberazione della Giunta regionale 11.4.2016 n. 21-3140, con cui si approvava il calendario venatorio per la stagione 2016/2017 e delle relative Istruzioni operative supplementari" e dei connessi allegati, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 15 del 14.4.2016, nelle parti in cui: 1) vieta la caccia alla pernice bianca, alla allodola ed alla lepre variabile; 2) definisce il periodo di caccia per le specie tortora, quaglia, beccaccia, cesena, tordo bottaccio, tordo sassello e cervo; 3) restringe il carniere giornaliero rispetto alla previsione della "Guida per la stesura dei calendari venatori" ISPRA in relazione alle specie tortora, quaglia, beccaccia; 4) vieta la caccia alle specie fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta e combattente.
Il Tar aveva dato ragione ai ricorrenti al punto 4, accogliendo in parte l’istanza cautelare proposta dai ricorrenti così disponendo: “sospende l’efficacia del calendario venatorio approvato con deliberazione della Giunta regionale 11 aprile 2016 n. 21-3140, limitatamente alla mancata inclusione delle specie fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta e combattente, ordinando alla Regione Piemonte di provvedere alla relativa regolamentazione entro il termine di venti giorni dalla comunicazione della presente ordinanza”.
Ai primi d'agosto era uscito il nuovo calendario 2016/17 che recepiva l'ordinanza Tar, anche se le nuove specie inserite furono solo 9 e non 11, escludendo combattente e moretta per le quale v'era un parere sfavorevole di ISPRA.
 
Ieri il Tar ha ritenuto che Regione Piemonte abbia ottemperato, ritenendo quindi che l’istanza cautelare proposta con il ricorso sia divenuta in parte per sopravvenuta carenza di interesse; mentre resta confermato, per le restanti parti del calendario venatorio impugnato, il mancato accoglimento dell’istanza in questione, già disposto dalla citata ordinanza n. 280/2016.
Resta ancora aperta la questione relativa a pernice bianca, lepre variabile ed allodola, per le quali il Tar dovrà esprimersi sul merito, decidendo quindi se rimettere la questione alla Corte Costituzionale, così come richiesto dai ricorrenti che sostengono come la Regione non potesse vietarne la caccia con legge (l.r. n. 26 del 22/12/2015), essendo la disciplina della materie ambiente di esclusiva competenza dello Stato e dunque sottratta alla potestà legislativa regionale, che può intervenire sul calendario solo a mezzo di atti amministrativi (impugnabili), e non di legge.
 
La partita però non sembra ancora chiusa, e l'assessore Giorgio Ferrero l'aveva anticipato già subito dopo l'uscita dell'ordinanza n.280, perché l'8 agosto è stato presentato un disegno di legge, il n.269, con cui si vuole nuovamente impedire la caccia alle 11 specie, tutte anatidi e migratori; il tutto da approvare con urgenza ad evitare che il 2 ottobre i cacciatori piemontesi possano esercitare il diritto sancito dal Tar. 
Insomma, un'altra operazione ardita, dopo che sulla pernice bianca Regione Piemonte aveva già ignorato ben tre sentenze del Tar favorevoli ai cacciatori, arrivando a votare una legge regionale (l.r. n.26 del 22/12/2015) che ne vieta la caccia. Il mondo venatorio non ci sta, e le 5 Associazioni Venatorie hanno fatto sapere che qualora ciò avvenisse sarebbe il quinto ricorso in due anni.
Un bel record per un assessore che rifiuta la patente di "anticaccia".
 
Scarica e leggi l'ordinanza allegata... 
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