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Federcaccia scrive ai Consiglieri Regionali del Piemonte

Federcaccia scrive ai Consiglieri Regionali del Piemonte
Lettera aperta al Consiglio Regionale del Piemonte
 
Preg.mi Consiglieri Regionali del Piemonte,
la quarta settimana di novembre 2017 verrà ricordata a lungo da cacciatori e politici piemontesi.
Prima la notizia della chiusura lavori della III Commissione, che ha licenziato per la votazione del Consiglio Regionale il testo del ddl 182 sulla caccia presentato dall’Assessore Ferrero; poi, ironia della sorte, nemmeno due giorni dopo la pubblicazione di un ordinanza del TAR Piemonte, la 1262/2017, che potrebbe decisamente rimescolare le carte, rendendo quella stessa legge claudicante prim’ancora d’iniziare il suo cammino!
Ma cos’è successo  di così clamoroso da poter determinare un tale terremoto?
Nulla di così inatteso come potrebbe sembrare, ma solo la prevedibile conseguenza di un lavoro davvero fatto male, assemblato senza nulla recepire delle nostre osservazioni e, almeno così pare a noi, redatto in fretta e furia a botte di copia-incolla con il solo scopo di penalizzare il mondo venatorio, o d’espellere le scorie di numerose, e certo  maldigerite, sconfitte nelle aule del TAR subalpino. 
Vendette postume o ripicche buone tra ragazzi delle scuole, ma totalmente fuori luogo quando le Istituzioni si debbono raffrontare con i cittadini, o con associazioni che, come la nostra, legittimamente ne rappresentano la maggioranza assoluta.
Il Tribunale Amministrativo Piemontese, per farla breve, ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità su leggi volute dall’Assessore Ferrero per  aggirare l’ostacolo di sentenze che l’avevano visto soccombere di fronte ai ricorsi del mondo venatorio; ma non spetta al legislatore definire con legge le controversie giudiziarie sostituendosi al giudice di queste. Ricordare il caso della pernice bianca dovrebbe rinfrescare la memoria a molti, ed il problema è che lo stesso ddl 182 ha recepito i divieti già precedentemente contenuti nelle leggi ora sub judice.
Fortunatamente toccherà alla Consulta metterci la parola fine, e dunque vedremo se essa tornerà indietro su analoghe decisioni già assunte in passato, consentendo a Regione Piemonte di legiferare su una materia, l’Ambiente, riservata allo Stato; oppure se bollerà quei provvedimenti legislativi come incostituzionali, di fatto azzoppando la nascente legge sulla caccia.
La questione non è affatto secondaria, o politicamente irrilevante, e se come Associazione Venatoria riconosciuta siamo molto felici per il risultato ottenuto, come cittadini e contribuenti piemontesi siamo umiliati per lo smacco cui rischia d’andare incontro la nostra Regione, ma pure irritati per il continuo utilizzo di denaro pubblico, inutilmente sperperato per alimentare contenziosi legali sempre perdenti.
Preferiamo guardare avanti, e credere vi sia ancora spazio per buon senso e rispetto delle leggi, quelle stesse che ad oggi consentono a centinaia di migliaia di cacciatori in Italia, e milioni in Europa, d’esercitare la loro passione.
E dunque invitiamo tutti i Consiglieri Regionali ad approfondire con responsabilità l’argomento “caccia”, rendendoci da subito disponibili per civili confronti d’idee, da affrontare senza prevenzioni o reciproci pregiudizi, semmai con l’obiettivo ambizioso di dotare quanto prima anche il Piemonte di una legge sulla caccia che sia moderna e condivisa, nel rispetto di ambiente e biodiversità. 
Avviene già in mezzo mondo, spesso proprio in Paesi civilissimi e all’avanguardia su questi argomenti, e non v’è ragione per credere che ciò non possa accadere anche qui, al…piede del monte!
Noi non vogliamo la guerra con la politica piemontese, e nemmeno con una parte di essa; non l’abbiamo mai voluta fare, agendo solo e sempre a difesa dei diritti di quasi 25.000 appassionati, ma certo non ci tireremo indietro di fronte alle prepotenze di chicchessia, continuando a combattere se costretti.
Federcaccia Piemonte non negozia mai la dignità dei cacciatori, chiede solo il rispetto di leggi come la 157/92 e il diritto d’esercitare l’attività venatoria sul nostro territorio, proprio come normalmente fanno lombardi, veneti, liguri, toscani, emiliano-romagnoli, laziali, umbri, marchigiani, campani, pugliesi, siciliani e così via; nessuno escluso. 
Grazie per la Vostra attenzione e buon lavoro.
 
Federcaccia Piemonte
 
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