LUPO: ZUNINO REPLICA A BOITANI
- Scritto da Redazione Cacciando
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Riceviamo e pubblichiamo
SUL LUPO IN ITALIA
QUANDO LE SMENTITE FINISCO PER ESSERE FAKE NEWS!
Franco Zunino: un commento all’ultima intervista di Luigi Boitani
rilasciata al sito del La Stampa il 24.11.2017
Inizio col notare che mentre l’intento dell’intervista era di demolire “qualche balla”, all’intervista lo stesso sito ha premesso una foto di lupo più somigliante alle razze centro-est-nord-europee che a quelli della popolazione italiana centro-meridionale!
Luigi Boitani inizia con lo smentire casi di reintroduzione di lupi; e sconfessa così se stesso quando in passato scrisse che liberazioni abusive di lupi in Italia non si potevano escludere e che in Italia erano molti i recinti con lupi tenuti in cattività, tanto che già pensò ad una di queste quando vi fu la prima segnalazione di un intero branco apparso improvvisamente in Val Borbera negli anni ’80 del secolo scorso (fortunatamente esistono le cose scritte!).
Parla poi di un lupo andato a morire vicino a Bon, ma non dice da dove provenisse (dire Alpi è molto vago), e che fosse inoppugnabilmente meridionale è molto ma molto discutibile, mentre era quasi sicuramente uno della popolazione alpina che ha avuto origini in Francia (se tanti indizi fanno una prova: primo fra tutti l’esplosione di un focolaio nettamente alpino occidentale!).
Da per certo che due lupi italiani siano giunti nei Pirenei spagnoli, quando la cosa più probabile è che provenissero dalla popolazione creatasi sulle alpi francesi. Lui attesta che siano lupi italiani, ma con l’unica prova… che lo sostiene lui, perché dire “italiani” può essere ingannevole: italiani di dove?!
Sostiene che il lupo liberato a Parma anni fa (certamente non un lupo italiano della sottospecie italiana per chiunque lo voglia esaminare dal punto di vista fenotipico) sia giunto a Nizza, quando per anni si è scritto che era solo giunto nel cuneese dove fu subito ucciso da altri lupi. Come mai ora, a distanza di anni, si parla invece di Nizza?
Conferma i 100-200 lupi sopravvissuti ai primi anni ‘70 (ma duecento lo dice solo oggi, mentre per anni, sia lui che altri – e ci sono anche qui gli scritti a provarlo – hanno sempre parlato di 100 lupi) ma non ha mai smentito il conteggio che io feci nel 2010 che partendo da quel dato giunsi a stimare allora 4.500 lupi che, rapportati ad oggi, sarebbero circa 7.000 lupi e non i 1.000-2.000 che lui sostiene: numero che nega addirittura le regole della biologia! A meno di non voler pensare a vere e proprie mattanze da parte dei bracconieri!
Parla criticando i giudizi e dati da chi sta “in salotti in città”, ma in realtà sono proprio loro (i lupofili) che stanno in salotti in città, perché non stanno certo in salotti in città i pastori, gli allevatori, i cacciatori che parlano quindi a ragion veduta forse più dei naturalisti e studiosi (che al massimo utilizzano satelliti e radiocollari per seguire pochi individui).
Parla del problema “drammatico” dell’ibridazione tra cani e lupi, ma non quella, sì drammatica, tra lupi di varie razze quali sono quelli giunti nelle Alpi e quelli della sottospecie centro-meridionale!
Ignora che chi va veramente in giro tra le montagne e le foresta sa benissimo che se incontra un lupo, 99 e più su cento è un lupo, e che mai o solo molto raramente si incontra un ibrido o un cane inselvatichito. Io stesso, che ho frequentato per almeno 40 anni l’habitat abruzzese del lupo, posso dire di avere incontrato il lupo una sola volta, e supposti cani inselvatichiti o ibridi solo 2 volte: in 40 anni! E dove sarebbero queste migliaia di cani inselvatichiti ed ibridi, che mai ci furono quando non c’erano i lupi? Come mai sarebbero così cresciuti con la crescita dei lupi? Debbo credere che ci sia stato un gran via vai di accoppiamenti tra cani e lupi proprio in questi anni, quando è più logico pensare ad una crescita esponenziale dei lupi stessi, caso mai! E come mai questo fenomeno può ritenersi quasi endemico del solo nostro Paese, visto che è solo da noi che se ne sente parlare? In America al massimo si parla (come ne parla Boitani) di ibridi tra lupo e Coyote, che è cosa assai più comprensibile ed accettabile trattandosi comunque specie affini e selvatiche.
Parla di “identità genetica della specie” quando invece dovrebbe parlare di “identità genetica della sottospecie”, visto che sono loro stessi (i lupofili) a dire che la sottospecie italiana va conservata. Come facciano ad esistere lupi al 30-40% ibridi, se la probabilità di accoppiamento tra cani e lupi è rarissima, perché molto difficilmente una femmina di lupo si farebbe ingravidare da un cane e che una ipotizzabile (perché può accadere) femmina di cane ingravidata da un lupo i cuccioli li partorisce tra le case, non in natura (io stesso ho avuto un cane che molto probabilmente era figlio di una femmina di cane ingravidata da un lupo abruzzese, sia come fenotipo sia caratterialmente, ma che partorì nella fattoria in cui viveva, non nei monti o nelle foreste!).
Che una lupo incontri una cagna vagante ed in calore ed anziché predarla vi si accoppi se non è una fake news è molto vicino ad esserlo. Mi piacerebbe che Boitani confermasse con dati precisi quando dove e come il fatto è stato registrato, e quante volte questi fatti sono riportati nelle note degli studiosi. Che casi esistano è non solo inoppugnabile, ma anche immaginabile, ma resta sempre il fatto che una rondine non fa primavera! Anche perché le razze di cani che possano in qualche modo accoppiarsi con i lupi sono pochissime, altrimenti l’Europa intera sarebbe piena di questi ibridi e cani inselvatichiti. Invece, guarda caso, se ne parla SOLO in Italia!
In un Paese serio non può esistere che un’autorità pretenda di essere creduta sulla parola senza dare le prove di ciò che asserisce, vero solo perché lo dice lui, la voce autorevole per antonomasia, mentre qualsiasi altra dichiarazione che provenga da altre parti deve essere assolutamente provata e mai abbastanza documentata altrimenti è tacciata di falsità.
In un processo penale le prove le deve portare tanto il reo quanto la giustizia, sia per dimostrare l’innocenza sia per dimostrare la colpevolezza di una persona.
Tutte le dichiarazione sul DNA, ad esempio, non sono mai state dimostrate con tanto di rapporti dettagliati del come e del perché si stabilisce che un reperto sia di lupo o di un ibrido: solo calcoli ed algoritmi di probabilità; e, soprattutto, con dichiarazioni ritenute verità in quanto verbo di autorità! E tanto meno con la questione della sottospecie italiana del Lupo. In quanto a quello europeo, è stato lo stesso Boitani in passato o sostenere che i lupi europei sono tutti uguali, quindi sconfessando l’esistenza di una sottospecie di Canis lupus italicus per la conservazione della quale egli stesso oggi ci dice di battersi (come peraltro ci stiamo battendo noi, forse più di lui!).
Murialdo, 8 Dicembre 2017 Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW
Ps.Intanto ancora nei giorni scorsi qui da dove scrivo è stato trovato morto l’ennesimo lupo che fenotipicamente nulla ha a che fare con il Canis lupus italicus e che definire ibrido sarà quanto meno arduo (se non tra sottospecie di lupo); a meno che non lo si decida per “ragion di Stato”, e senza chiedersi da dove provenga: è lupo e tanto basta. Uno qualsiasi pur che lo si possa dichiarare tale!