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Federcaccia Piemonte ricorre nuovamente al TAR

Federcaccia Piemonte ricorre nuovamente al TAR
Federcaccia Piemonte ha nuovamente impugnato i decreti con cui la Città Metropolitana di Torino, e le Province di Alessandria e Cuneo hanno nominato i rappresentanti di alcuni ATC e CA piemontesi, ricostituiti dopo il commissariamento intervenuto a seguito di un altro ricorso al TAR presentato dal mondo venatorio.
Sostanzialmente quello che si contesta è la così detta "rappresentatività", e cioè il fatto che nella nuova legge regionale piemontese, la n.5 del 19/06/18, sia stato previsto che un'associazione venatoria per avere due rappresentanti all'interno del comitato di gestione di ambiti e comprensori debba avere almeno il 55% di iscritti.
Va ricordato come i membri del cdg siano dieci, e al mondo venatorio secondo la 157/92 tocchi designarne il 30% e cioè tre, e che quindi pur avendo la maggioranza assoluta, il 50%+1, in alcuni casi essendo comunque inferiori al 55% gli iscritti Federcaccia, l'associazione è risultata penalizzata, uscendone sottorappresentata.
Ciò, secondo l'associazione, violerebbe anche principi costituzionali non garantendo l'esatta rappresentatività proporzionale del mondo venatorio.
Già il TAR Piemonte s'era espresso sulla vicenda, contraddicendosi parzialmente rispetto alla prima sentenza, ma dando in questo caso ragione alla Regione e non rilevando profili di incostituzionalità; altrettanto aveva fatto il Consiglio di Stato cui s'erano appellati i ricorrenti.
FIdC chiede quindi l'annullamento delle delibere di nomina dei seguenti ATC e CA accorpati: ATC TO3 TO4 e TO5, CATO2 e CATO3, CATO4 e TO5, ATC AL1 e AL2, ATC AL3 e AL4, ATC CN1. 
Non basta, perché Federcaccia chiede anche la remissione degli atti alla Corte Costituzionale, sollevando la questione di legittimità dell'articolo 11 comma 8 e 9 della stessa legge regionale n.5, che aveva modificato la disciplina di ATC e CA, e che sarebbe in contrasto con l'art.117 della Costituzione.
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