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Cacciatori espulsi: ha torto il direttore ma …paga la riserva !

Dal Messaggero Veneto.

TAIPANA. Il direttore della riserva di caccia li destituisce dal Consiglio, loro si rivolgono al giudice civile e il tribunale accoglie la domanda. Hanno ragione loro. Nel frattempo, però, il vertice dell’associazione cambia volto: lui, il direttore che aveva scompaginato il Consiglio, si è dimesso per andare a costituire un’altra riserva, e il conto delle spese legali resta sul groppone dei suoi ormai ex compagni di caccia. È il brutto epilogo della vicenda che, negli ultimi tre anni, ha minato i rapporti all’interno della riserva di Taipana. E che, peraltro, rischia di avere un’ulteriore coda giudiziaria, se è vero - come pare - che alla prossima assemblea dei soci, il 22 dicembre, si valuterà l’ipotesi di avviare un’azione legale, finalizzata a ottenere il risarcimento della somma.

Tutto comincia con la decisione di Dino Del Piero, all’epoca direttore a Taipana, di dichiarare la «decadenza e/o revoca» dalla carica di consiglieri del direttivo di Giovanni Rottaro e Donato Scuor. La comunicazione porta la data del 30 novembre 2009 e viene spiegata con la presunta assenza di entrambi da tre sedute consecutive del Consiglio. All’articolo 8 dello Statuto associativo, infatti, è previsto che, in casi simili, il consigliere venga sostituito con il primo non eletto della propria lista. Da qui, la surroga e la nomina di altri due cacciatori.

L’operazione, oltre a scatenare la reazione dei diretti interessati, viene letta all’interno dell’associazione come il chiaro tentativo di Del Piero di ristabilire la maggioranza, messa in discussione dalle diverse opinioni di quel drappello di oppositori. Assistiti dall’avvocato Mauro Melchior, gli “espulsi” chiedono al tribunale della sezione distaccata di Cividale che sia accertata e dichiarata la nullità o invalidità o inefficacia della comunicazione. L’azione è rivolta contro la riserva, di cui Del Piero era appunto il legale rappresentante e che è difesa dagli avvocati Carlo Del Torre e Alessandro Sgrazzutti. Di lì a qualche mese, però, con l’istituzione della riserva di Monteaperta, l’intero direttivo si dimette. Venuta meno la materia del contendere, resta tuttavia la necessità di riconoscere le spese processuali.

Nel merito, il giudice Simone Ogno non ha dubbi: «la presenza dei consiglieri alle riunioni c’è stata e risulta a verbale e solo successivamente vi è stato l’abbandono come forma di protesta alle sedute». La domanda, insomma, è fondata e le spese, pur in presenza della dichiarata estinzione del procedimento, vanno liquidate. Parcelle e bolli alla mano, il conto ammonta a circa 8 mila euro. Tutti a carico della stessa riserva.

 

11 dicembre 2012

 

http://messaggeroveneto.gelocal.it/

 

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