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Luca Gironi

Luca Gironi

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Sabato e domenica a Gussago va in scena la 70 fiera degli uccelli

Sabato e domenica va in scena la 70° Fiera degli uccelli di Gussago (BS). Una due giorni ricca di appuntamenti che oltre alle consuete competizioni di richiami canori vedrà prove cinofile ed esibizioni di chioccolatori. Un ricco programma che porterà un folto pubblico di appassionati ad affollare gli oltre 200 stand.

I Cinghialai toscani sono pronti pronti per la manifestazione del 10 Settembre

Sabato mattina, da tutta la Toscana, accorreranno a Firenze cacciatori di cinghiali decisi a portare la loro protesta sotto le finestre del Consiglio Regionale. A coordinare il tutto il gruppo Facebook Squadre Toscane Caccia al Cinghiale in Battuta, un’iniziativa nata quasi per scherzo ma che in pochi mesi ha assunto rilevanza nazionale.
Abbiamo rivolto, in vista della manifestazione, alcune domande ad Alberto Caroli uno dei trascinatori del gruppo, per farvi capire chi sono e cosa vogliono questi “cinghialai organizzati” che tanto si stanno dando da fare sul web. A voi questa breve intervista a cui seguirà un approfondimento che vi darà conto della manifestazione e che uscirà su uno dei prossimi numeri della rivista Diana.


- Spiegaci come è nato il vostro gruppo, chi sono i fondatori e che scopo avevano?
Nel mese di agosto del 2015 è nato il gruppo Fb “Squadre Toscane Caccia al Cinghiale in Battuta” per avere scambi di esperienze nella caccia al cinghiale e per conoscere nuovi cacciatori che praticano tale attività, una cosa molto tranquilla e serena. I fondatori di tale gruppo sono: Andrea Cecconi di Borgo San Lorenzo (FI), Paolo Nardini di San Piero a Sieve (FI), Gabriele Berti di Scarperia (FI) ed io Berto Caroli di Palazzuolo sul Senio (FI) ed il vero scopo del gruppo era riuscire a scambiare le proprie esperienze con altri cacciatori appassionati alla caccia al cinghiale in battuta. Poi, dopo l’approvazione della Legge “Obbiettivo” il gruppo, che nel frattempo si era ampliato, si è riunito la prima volta a Colle Val d’Elsa (SI) il 19 marzo con una presenza massiccia di cacciatori dove fu stilato un documento sottoscritto da ben 251 Squadre ed inviato alla Regione, alle Associazioni Venatorie, alle organizzazioni agricole e a tutti i Consiglieri Regionali. A Giugno ci siamo ritrovati di nuovo a Pomarance (PI), anche qui grossa affluenza di cacciatori, a questa assemblea nacque l'idea, condivisa da tutti i presenti, di organizzare una manifestazione come prima forma di protesta ed adesso ci siamo il 10 di settembre è alle porte vediamo se qualcuno ci ascolta, comunque in quell'occasione si deciderà se attuare altre forme di protesta tipo uno “sciopero” come già tra l'altro ventilato su Facebook.


- Siete molto attivi nella difesa della braccata tradizionale, quali sono i problemi principali su cui volete porre l'accento?
Certo che siamo attivi per la difesa della caccia al cinghiale in battuta, è nata in Toscana e non vorremmo per colpa di qualche scienziato del 2000 rovinare Storia, Cultura e Tradizione della nostra regione. La Regione Toscana con l’approvazione della Legge “Obbiettivo”, che si prefigge di risolvere il problema ungulati nell’arco di tre anni, porterà le squadre ad avere un ruolo marginale nella gestione del territorio e a nostro avviso in questo sistema i danni e gli attriti con il mondo agricolo aumenteranno in maniera esponenziale, quindi all’opposto di come la pensiamo noi.


- Che rapporto avete con le associazioni venatorie tradizionali?
Con alcune buono con altre un po’ meno, però vorrei prendere l’occasione per ribadire l’ennesima volta che questo gruppo non vuole costituire la tredicesima associazione venatoria, anzi per me personalmente potrebbe bastarne una per tutta Italia. Comunque siamo stati soprannominati gli “ARRUFFAPOPOLI” e sinceramente non riesco a capirli, nei nostri documenti non siamo mai stati aggressivi nei confronti delle Associazioni Venatorie, anzi si è cercato e continueremo a cercare, collaborazione con loro, ma a volte torna il detto “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Nel nostro gruppo, che ad oggi è formato da 1.000 persone tra cui capisquadra e capidistretto, si possono contare associati di Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Federcaccia, Confavi, CPA, Italcaccia e penso anche tutte le altre sigle, quindi veramente non riesco a capire l’atteggiamento di alcuni; comunque Noi andiamo avanti.

- Per gli agricoltori i cinghiali rappresentano un serio problema, qual è la vostra ricetta per risolvere il conflitto?
Partendo dal presupposto che il rapporto fra Squadre di Caccia al Cinghiale e agricoltori a parte alcune eccezioni è buono, tra l'altro tantissimi cinghialai sono anche agricoltori, la nostra ricerca di collaborazione con il mondo agricolo è fondamentale per una gestione seria sul territorio della popolazione del cinghiale, basterebbe dare la possibilità alle squadre di intervenire rapidamente su richiesta dell’agricoltore per cercare di eliminare il problema, ma la volontà di fare ciò non c’è anche perché con la nuova legge le squadre sono diventate una cosa secondaria.

- Sabato 10 Settembre scenderete in piazza a Firenze, cosa chiedete alla politica e cosa sperate di ottenere?
Chiediamo con fermezza alla politica di riaprire un tavolo di trattativa per risolvere il problema ungulati, con questa Legge non si va da nessuna parte. Aumenteranno i danni da selvaggina e inutili e controproducenti conflitti con chi vive dei frutti della terra. Inoltre, la Legge “Obbiettivo” cerca anche di far aumentare la divisione del mondo venatorio cosa a cui non daremo spazio. Logicamente lotteremo anche per far capire che la Toscana non potrà essere la regione apripista per modificare l'art. 842 c.c. (perché sinceramente su questo non ci piegheremo assolutamente). Alla manifestazione saranno presenti anche alcuni Sindaci, che porteranno le loro esperienze, ormai il treno è partito chi vuole salire a difesa della caccia lo può fare tranquillamente per chi invece aspetta il prossimo… arrivederci, noi andiamo AVANTI TUTTA.

Sardegna: Cacciatori contro gli ATC

I cacciatori sardi, per bocca di Marco Pisanu e Bonifacio Cuccu, presidenti rispettivamente del CPA regionale e dell'Unione cacciatori Sardi, dicono no alla costituzione degli ATC previsti nel nuovo piano faunistico venatorio. La caccia in Sardegna funziona così com'è, non c'è bisogno di importare novità che si sono dimostrate fallimentari nelle altre regioni, affermano ad una voce i due presidenti. Anche la possibilità di cacciare 3 giorni alla settimana, su 5 disponibili, non piace: "La Sardegna" dichiara Pisanu, " è l'unica regione con dagli anni '50 una rigidissima regolamentazione che l'esercizio venatorio a 2 giorni settimanali. Questo ha consentito, contrariamente ad altre regioni, la presenza di selvaggina di pregio ed autoctona."

 

www.unionesarda.it 

La moltiplicazione dei cacciatori

La Toscana si appresta a vivere una fine d'anno movimentata sul fronte degli ATC. Ormai penso che tutti sappiano che la Corte Costituzionale ha bocciato la legge con cui la Toscana aveva riformato gli ATC riconducendoli a dimensioni provinciali e poi suddividendoli internamente in sub ambiti. L'idea non era male, diminuire i comitati per centralizzare i servizi e ridurre i costi; evidentemente però non si poteva fare. Adesso, dopo le sentenze, si apre però la fase successiva, come creare ambiti gestibili e appetibili rientrando nei canoni di legge? Le ipotesi sono le più varie ed ogni soggetto coinvolto ha le sue idee, come è giusto che sia. Mi ha particolarmente colpito, però, un'ipotesi che sembra provenire dal mondo agricolo, a pieno titolo coinvolto nella gestione del territorio. Questa proposta prevede lo spacchettamento degli ATC esistenti in ambiti più piccoli, in parte riunendo territori omogenei e in parte meno. Ma il motivo fondante della creazione di questi microambiti non sembra essere una migliore o più semplice gestione della caccia bensì una questione meramente economica. Infatti, nella mente di chi l'ha ideata, i cacciatori, per continuare a cacciare sugli stessi terreni dovranno pagare più ambiti e quindi sborsare più soldi, mettendo a disposizione risorse per il pagamento dei danni. Facciamoci una domanda però, usando un esempio “agricolo”. Se un agricoltore che vende a 10 euro una bottiglia da un litro, smette di metterla sul mercato sostituendola con il formato da 250 ml, quante possibilità ha di venderne 4,mantenendo il litraggio smerciato se il prezzo continua ad essere di 10 euro al pezzo? Il cacciatore è un appassionato, come l'intenditore di vini, ma se i costi, già adesso esorbitanti, diventano insostenibili, può anche decidere di smettere di bere....

Luca Gironi

Il balzello più pesante? Le tasse per il porto d'armi.

La caccia non è un' attività da prendere alla leggera, dichiara Luciano Ponticelli esperto cacciatore reggiano. Per praticarla occorre superare un esame e per accedere a forme particolari, come quella agli ungulati, frequentare appositi corsi. Anche il costo non è da sottovalutare, infatti, oltre a quello dell'attrezzatura bisogna mettere in conto anche la quota di accesso all'ATC. Ma il balzello più pesante restano i versamenti per il porto d'armi e l'assicurazione obbligatoria che portano via più o meno 370€. Il tutto porta le spese ad un minimo di 500 € annui che se si cacciano gli ungulati possono salire a 900.

www.gazzettadireggio.gelocal.it

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