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Cervo in oro

La notte con il suo mantello nero avvolge ogni cosa e rende spettrali le forme degli alberi della nostra riserva Ungherese.
Tre figure camminano furtivamente lungo un tratturo che costeggia da una parte un bosco fittissimo e dall’altra un campo di soia.
Improvvisi scrosci di pioggia fiaccano il morale e mettono in discussione il senso di questa avventura.
Ma tutto si rigenera non appena torna il sereno perché si sentono segni inequivocabili di animali che si nutrono nella soia non lontana da noi.
Cerchiamo di fendere il buio coi nostri binocoli ma ci appaiono solo forme indistinte di grossi ungulati, sicuramente cervi, dei quali non riusciamo a identificare null’altro.
La voglia di prendere il cervo dal trofeo importante ci fa fremere perché forse è proprio lì davanti a noi protetto dall’oscurità; non possiamo fare altro che aspettare un’alba che sembra non arrivare mai.
Improvvisamente si muovono e rientrano nel bosco forse spinti dal loro istinto primordiale che li avverte della presenza di un micidiale predatore: l’uomo.
Delusione e amarezza non ci impediscono di proseguire costeggiando ancora boschi e culture confortati dalla grande esperienza di Josef.
Ormai siamo ai confini della riserva e lo conferma il rumore di auto proveniente da una strada non molto lontana.
Stiamo risalendo un piccolo dislivello quando Luca strattona Josef il capocaccia e lo avverte di aver visto qualcosa.
Un veloce controllo e subito questo apre concitatamente il tripiede esortandolo a sparare.
Mi defilo anch’io e con il mio Steiner e cerco di inquadrare quello che sembrava aver gettato il panico fra i miei colleghi di caccia.
Quello che vedo, pur nella fioca luce dell’alba, mi fa tremare le gambe e mi suscita una emozione incredibile.
Eccolo lì il cervo della vita che avanza verso di noi scrollando la testa col suo trofeo maestoso una figura imponente e regale.
Aspetto il colpo liberatorio ma sento solo rumori di chi sta armeggiando con la sicura del Blaser in 300 WM e non si decide a concludere.
Attimi che sembrano ore e che mi fanno presagire il peggio: la fuga disordinata del mega cervo allertato dalla nostra presenza.
Il boato del 300 WM mi distoglie dai cattivi pensieri riportandomi alla realtà e con un senso di liberazione vedo il cervo accasciarsi a terra privo di vita.
Splendida medaglia d’oro di 12 anni con corone palmate che ha concluso dignitosamente la sua carriera di dominante.
Senso di tristezza per aver privato della vita una simile creatura ma grande gioia per la splendida azione di caccia ed il prestigioso trofeo che ricorreva da anni nei nostri sogni.
Waidmansheil
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