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Come quella volta

Quel confuso ammasso di pelo non riempiva nemmeno per metà il cesto di vimini e solo il luccichio degli occhi emergeva da quella macchia scura, tremante e lagnosa.
Un cocker entrò così a far parte della mia famiglia, al seguito delle ambizioni di mio padre che capannista specializzato voleva farsi un cane da riporto per non perdere nemmeno quelle poche cesene che ogni anno ferite ritornavano nell’intrigo della macchia, ma ben presto la storia prese un’altra piega.
Di pari passo con Lady crebbe in me la passione per la caccia della quale fu artefice e beneficiaria.
All’inizio della prima stagione migratoria la giovane bestiola dimostrò subito di non essere fatta per la tranquilla vita del capannista, visto che ogni mossa improvvisa e inaspettata faceva esplodere la vitalità tipica dello Spaniel esibendosi in lamentosi guaiti.
In me trovò un degno compagno almeno per quanto riguardava la crescente passione che ci accomunava e i molti fagiani che nel mese di Luglio e Agosto oziavano tra i grani e le mediche sotto casa ne fecero loro malgrado conoscenza.
All’età di un anno Lady era già una riportatrice esperta, ubbidiente e recettiva fino all’incredibile: con estrema vitalità mi riportava i tozzi di pane secco che erano poi il suo premio, attenta e meticolosa nel cercare il tordo nascosto in giardino negli esercizi di riporto, pronta a cogliere ogni particolare che potesse significare la possibilità di accedere a un breve pasto o a una uscita all’aperto e "vispa come una rondine" diceva mio padre, quando la osservava nelle sue evoluzioni con quel sorriso misto di ammirazione e di rassegnazione di chi stava perdendo l’ultima speranza di piegare alle proprie esigenze la grande tempra del piccolo cane.
Alla mia prima stagione venatoria non nascondo che basse erano le aspettative che riponevo nella bestiola, i discorsi dei miei compagni di caccia, da esperti cinofili quali si elevavano e dei vecchi che mai avevano visto un cocker cacciatore, mi avevano quasi convinto: - È solo un cane da riporto..-
- Il setter è il miglior cane…!-
- Il bracco è il miglior cane …!-
- Non vedi che sul certificato c’è scritto "cane da riporto in acqua"...!-
Ma per mia fortuna, nessuno le aveva insegnato a leggere e come le giovani poiane in piedi sulle forti zampe provano le ali e aspettano per giorni il vento giusto, così Lady aspettava solo un’occasione per mostrarmi le sue doti e questa occasione non tardò ad arrivare.
Apertura 2000, la mattinata procedeva regolarmente, come ogni anno la banda del paese prese d’assalto la piana ed a me, come nuovo membro, aspettava il duro lavoro di battitore. In varie passate negli appezzamenti di girasole e di grano turco le poche covate di fagiano presenti rimbalzavano da lato a lato perdendo ad ogni passaggio qualche componente, nella confusione generale ben poco si era visto del lavoro dei cani e come succede in questi frangenti i migliori erano quelli di chi aveva più sciolta la lingua e più fervida l’immaginazione, in ogni caso Lady aveva riportato con immensa gioia due fagiani ammazzati da chissà chi che avevano arricchito il nostro carniere.
In tarda mattinata, stanchi accaldati e affamati, iniziammo a piccoli gruppi ad avvicinarci verso le macchine, e di li al ritrovo dove madri e mogli attendevano il nostro ritorno per pranzare tutti assieme come tradizione vuole.
Mentre mi avviavo alla macchina, poco soddisfatto della mattinata, mi venne un’idea… poco distate da lì c’era un canale che confinava con una riserva di caccia, a detta di molti quell’anno erano abbondanti i fagiani presenti in quella zona. Probabilmente alla mattina una fiumana di cacciatori si era alternata avanti e indietro ma a quell’ora non ci sarebbe stato nessuno e qualche fagiano poteva essere sceso dalla sponda a rinfrescarsi.
Così arrivai nel posto, ancora un temerario cacciatore si attardava tra gli incolti che affiancavano il canale, due code appuntite emergevano dalla cacciatora un po’ per necessità un po’ per fregio ma non mi persi d’animo.
Scesi, presi il fucile e partì, tra gli scagni di Lady che ancora in forze festeggiava così l’inizio della nuova avventura. Sull’alto della sponda del canale bello e fiero un setter osserva con aria altezzosa la piccola trottolina nera, che già disceso il gretto del canale rovistava tra il fango e la bassa vegetazione di ripa senza curarsi dello spettatore illustre, così senza soffermarmi troppo raggiunsi il cocker e fucile alla mano ne seguii le evoluzioni dall’alto. La bestiola con ritmo incalzante scompariva e riappariva tra la fitta vegetazione, immune alle ortiche, tanto che solo il movimento delle larghe foglie ne rilevavano la posizione.
Di qui in poi le ondate di emozioni che mi travolsero rendono il ricordo nitido e scriverne mi fa riaffiorare l’amarezza di non essere stato all’altezza del dono che Lady pose nelle mie mani, ma lo voglio fare comunque; con gli Spaniel non ci vogliono fronzoli, tutto accade in fretta e chi ne fa uso deve avere la stessa frenesia per stare dietro al susseguirsi degli eventi: "Improvvisamente le tracce visive sulle ortiche si separano, un lieve scagno raggiunge il mio orecchio seguito da un frullo leggero,la fagiana era gia sulla sponda opposta quando sbatte sulla
mia seconda fucilata,ricarico, Lady era già nella zona della caduta abbocca riporta, prendo il biscotto dalla tasca, ma quando riabbasso gli occhi la piccola è già tra le ortiche a dar battaglia e sistemato il fagiano con passo celere la seguo dall’alto, un altro fagiano frulla ma le due botte non trovano la giusta strada, ricarico in fretta e proseguo, sento un nuovo scagno e uno sciacquettio nell’acqua rivela la fuga di un’incauta gallinella, sparo scompare nella schiuma riapparendo poco più a valle, Lady gli e già sopra riporta e prosegue, altri due fagiani separatamente troveranno scampo nella mia imperizia di tiratore principiante ma altre due azioni aggiunsi quel giorno al carniere dei ricordi, nel quale ancora oggi quella giornata rimane uno dei miei più bei trofei.
Raggiunta la macchina la cocker che mi guardava tra i ricci neri, sul baule della Lada Niva, accoglieva comunque festosa ogni mia dimessa occhiata, mi aveva gia perdonato, o forse non me ne aveva mai fatto una colpa."
E questo fu l’inizio della storia… nessun dubbio da allora ebbi sulle sue virtù,nessun discorso per quanto autorevole poteva essere più convincente di quello che avevo visto quel giorno, e ben presto anche i miei compagni di caccia, abitudinari e saltuari, se ne accorsero e i racconti delle sue imprese occuparono in molte serate le lunghe e concitate chiacchierate al circolo in tempo di caccia.
E ora che il pelo non è più nero come un tempo ricordare quello che fosti è l’unico mio pur misero omaggio che posso donarti, misero di fronte alle emozioni che mi hai fatto provare ancor più sapendo che non puoi goder di questo, e non poter ricambiar degnamente ciò che mi hai dato e il mio rammarico più grande, anche se so che mi hai già perdonato o forse non me ne hai mai fatto una colpa, come quella volta.
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