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Incontro con la Regina

Premetto che prima di allora non presi mai in mano un fucile e che la mia passione per la caccia veniva alimentata dai racconti del mio Babbo e dalle sue speranze in un mio futuro venatorio.

Il 29 Dicembre decisi di seguire lui e un nostro caro amico in uno di quei loro appassionanti pomeriggi all’insegna della caccia. Il Babbo, tutto contento e quasi commosso,  mi affidò uno dei suoi primi fucili:  un monocanna calibro 20 della Beretta. Fin da piccola mi aveva insegnato a imbracciarlo e alcune regole fondamentali per andare a caccia ma nessuno mi aveva ancora spiegato il come si spara e le distanze da tenere,  ma era troppo entusiasmante provarci e riuscire a mettere a segno almeno un colpo.

Era una bella giornata , il sole scaldava leggermente l’aria, i boschi ormai spogli sembravano rinascere. Tutto dava l’idea di un’ottima cacciata e così fu.

Con noi avevamo portato due cani : il mio Breton Red che avevo allenato durante il periodo estivo e la Setter Lady del nostro amico.

Mentre avevamo perso Red che correva tra le cannette a perdifiato (probabilmente all’inseguimento di una probabile preda), la Lady rallentò sempre più vistosamente finché non fu ferma. Masticava l’aria, segno che lì c’era qualche cosa. Cominciò ad avanzare adagio fino a stanare una minilepre che, vistasi in pericolo,  iniziò la fuga.

Nella mia testa ci fu come uno stop. Ricordai le parole del Babbo : "Guardati intorno e individua la posizione di chi è con te; controlla dov’è il cane e se tutto è al proprio posto puoi sparare ( ricordati però di togliere la sicura se no è una padella )."

Mio padre vide che esitavo a sparare ma non disse nulla. Avevo capito la velocità che la mini teneva e anche di quanto dovevo precederla, quindi sparai. Nessuno si aspettava che io , ragazza così inesperta, riuscissi al primo colpo (l’unico che potevo fare) a prenderla, ma, con grande felicità del mio Babbo, ci riuscii .

Il momento che più mi rimase impresso di quel pomeriggio,  avvenne successivamente. Red era finalmente tornato e con la Lady si avventurarono  nello sporco. Un beeper cominciò a suonare. Fu così che la vidi: era lei con il suo batter d’ali leggiadro, la sua regalità: era affascinante!

L ’emozione che mi fece provare era tale che non può essere descritta a parole ma si deve  viverla.

Mi imbracciai,la puntai  ma il sole negli occhi mi fece un brutto scherzo, così la persi. Finalmente l’avevo vista: era lei, la regina dei boschi e solo lei sarà in grado di darmi ancora quest’emozione: "la Beccaccia".

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