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La poiana della grande difesa

Come non sentirsi ribollire il sangue di beccacciaio,quando la prima neve imbianca le cime dei nostri Appennini,si fanno piani mentali sin dalla sera prima,si pensa praticamente alle grandi alzate di regine paciose,sotto la ferma dei propri cani.Il giorno dell’Immacolata,l’8 dicembre,svegliarsi con un solo pensiero,forse più un rigirarsi tra le coperte,quasi un supplizio di Tantalo,prendere i setter in canile,sembra automatismo allo stato puro.La strada dalla città alla zona prescelta,aspro Sub Appennino Dauno che,ti affacci su un Tavoliere piatto ma di fronte hai il magico Gargano,ha la dolcezza e la consuetudine di ogni uscita,anche quando si parte in solitudine,solo con gli amati specialisti;ah che brutto questo moderno termine, per indicare un cane esperto su un tipo di selvaggina. Solito rituale all’arrivo,campani al collo dei setter,fine anni 90 ancora senza beeper,si parte con animo superiore,per quella neve che osservi più in cima e si fa sentire sul viso.Primo settore del bosco nisba,altre rimesse zero,comincia la delusione ripensando ad un probabile passo,spostato altrove ma, ciò spinge il beccacciaio a camminare sempre di più..La sfida con la selvaggina amata,la frenesia dell’essere parte di quell’incontro a tre,l’orgasmo della ferma su beccaccia,adrenalinica spinta naturale..Arrivati ad un spalla piena di pungitopo,la ferma ed il consenso dei due setter inglesi,scriveranno una pagina di vera natura selvaggia,quasi un destino scritto per il cacciatore la preda ed altri abitanti del bosco.La prima botta frettolosa al frullo,la seconda s’addrizza,sembra incassare ma non cade.I cani corrono al recupero,il beccacciaio li raggiunge…solo accenni,qualche traccia,si vede tra le cime degli alberi, a volte rimane impigliata,la beccaccia non si trova.Mille pensieri,il tiro affrettato,eppure quasi mai,troppo facile il tiro  ma come ho fatto a sbagliarla,tutti si demoralizzano con questa affermazione,eppure mai tiro fu più capriccioso di quello alla scolopax,tra le ramaglie…Poi quando si è soli si cade in una sorta di misantropia,l’ambiente fa il resto.Si riparte,si battono altre zone,nulla,il pensiero però è sempre a quel selvatico meravigliosamente fermato dai cani,poteva forse essere l’unica grande occasione di una giornata di ben altre aspettative a livello di incontri…Il Karma di un uomo,di un selvatico sono incroci nell’esistenza di ogni cacciatore,predatore e preda, l’antico contatto ancestrale con la natura;con passo svelto,riprende il cammino,le tre ore di caccia però cominciano a pesare sulle gambe,si ritorna sulla rimessa della regina di prima…Un attimo di nuovo i cani in ferma,sul probabile luogo di caduta…Si avvicina per servirli,una poiana si alza davanti ai setter con fatica,con la beccaccia tra le zampe…Stupor mundi,di più, per l’accaduto, è dir poco..A terra vicino una piccola chiazza di neve che si scioglie.le viscere fumanti della  beccaccia,con testa e becco,come dire cacciatore questo feticcio,sarà il ricordo di ciò che è successo..Il resto del pasto è in cielo tra le sue zampe,la grande cacciatrice volteggia certo spaventata ma sazia…Si narrò di tale storia ai pranzi di caccia,con il feticcio della poiana della grande difesa per qualche anno,poi come tutte le storie,anche meravigliose è sfumata nei ricordi…Volteggiarono per tutta la stagione le due poiane,erano una coppia,una era sicuramente una recuperatrice DOC,per chi ebbe la fortuna o sfortuna di conoscere la sua vista micidiale..Quel giorno ha battuto il beccacciaio ed i suoi specialisti…Onore alla natura.

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