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Quel solitario milanes

Era una domenica ottobrina di nove anni fa ed assieme al mio setter mi trovavo nei pressi di una sorgente la cui acqua gelida, nel scendere a valle, irrigava un breve tratto di sentiero.
Scorsi venire in mia direzione un uomo che come me portava a spalla una doppietta ed al seguito aveva due setter. Lo riconobbi subito, era quel cacciatore "milanes", un’uomo di mezza età e dal fisico atletico che ben si muoveva su quei terreni non certo facili e praticabili da tutti; colui con il quale dovevo spartire i miei terreni di caccia con quel lieve sentimento di gelosia mista a curiosità,competizione.
"Gran passione deve avere sto’ milanes per farsi tutti quei chilometri avanti e indietro in macchina, tre ore di sentiero a piedi, per poi bivaccare in un vecchio baitino in cui l’unica fonte di riscaldamento è data dal fuoco che in un batter d’occhio si consuma la poca legna portata anche questa da valle sullo zaino. . ."

L’attendo e dopo un attimo giunge pure lui alla fonte per rinfrescarsi. Le presentazioni sono d’obbligo e si inizia a discorrere sugli eventi della mattinata, della stagione in corso, e su come sia riuscito a " fregarlo" la settimana antecedente precedendolo sul terreno di caccia nonostante l’ora di vantaggio che divideva il suo bivacco dalla mia baita!
Avevamo appena fatto conoscenza ma molte cose ci rendevano simili : l’infinita passione per la montagna e per la caccia;entrambi cacciatori solitari nell’immensità di quelle vallate alla ricerca di pernici bianche, coturnici, galli forcelli e camosci.
Così prima che riprendessimo ognuno la propria strada gli proposi di salire a caccia insieme la settimana successiva, ospitandolo a pernottare in baita. Lui accettò subito di buon grado, ci scambiammo i numeri di telefono e ci salutammo.
Arrivò la settimana successiva e come da accordi salimmo in baita assieme, cenammo e seduti a ridosso del camino si proseguì la serata discorrendo, degustando dell’ottimo liquore prodotto con erbe locali, e scambiandosi preziosi insegnamenti.
Il suono della sveglia diede inizio a quella nuova alleanza che si era appena creata. I passi sul sentiero ben cadenzati, le tattiche di caccia sempre di reciproco accordo e  semplici gesti per comunicare silenziosamente portarono fin da subito a lusinghieri quanto inaspettati risultati.
Le nostre uscite proseguirono per l’ intera stagione, si approfondì la conoscenza e si instaurò un rapporto sempre più forte. Io neofita ed auto didatta per quel che riguarda la caccia con il cane da piuma immagazzinavo tutti gli importanti insegnamenti impartitimi dal mio compagno di grande e datata esperienza; lui del resto faceva lo stesso con me per quel che riguarda la caccia al camoscio e con la canna rigata in generale.
Negli anni le serate trascorse in baita sono state innumerevoli, ogni qual volta si dovesse uscire a caccia o per effettuare censimenti, il legame sempre più forte con risultati sempre soddisfacenti.
Due anime solitarie si sono fuse in un connubio unico, completo, forte.
L’arrivo anche nella nostra zona del cinghiale ha fin da subito attratto il mio interesse a completamento del mio essere cacciatore. Tutto questo mi ha costretto per un breve periodo ad "allontanarmi" dal mio, ormai "storico", socio di caccia portandomi allo stesso tempo a far conoscenza con uno svariato numero di altri seguaci di Diana.
Sì proprio così negli ultimi tre, quattro anni cacciando il cinghiale in girata ho conosciuto parecchi appassionati ( fortunatamente per la "razza" cacciatore!);persone vestite di tutto punto con la licenza nel taschino e un fucile a spalle ma . . . di veri CACCIATORI con la C maiuscola, di quelli con la caccia nell’animo e nelle vene, non ne ho più trovati.
Anche questa stagione venatoria è giunta a conclusione: poche seppur discrete soddisfazioni personali, parecchie delusioni legati alla squadra e un grande vuoto che solo il ritorno sul campo con il vecchio socio può colmare.
Credo che l’azione di quella famosa domenica di ottobre, in cui proposi al "milanes" di cacciare insieme mettendo da parte gelosie e diffidenza, sia stata una delle migliori azioni della mia vita.
Tra pochi mesi sarò papà ma ancora non so se sarà maschio o femmina. Di una sola cosa sono certo; che farò tutto il possibile per mostrargli\le  l’ intero mondo della caccia con i suoi forti, sinceri e sani principi (mondo a cui molti giovani avrebbero bisogno di avvicinarsi) poi sarà lui o lei a decidere se proseguire o meno in tale direzione.
Spero inoltre che abbia la fortuna di suo padre,ossia di incontrare un CACCIATORE vero col quale condividere splendide avventure legati da sincera amicizia e complicità sulle nostre amate Alpi.
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