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Scacco matto alla Regina

Era un giorno di Gennaio , cupo e tenebroso con molte folate di vento che sembravano urlare al mondo la loro potenza,vedendo ciò non aspettai un attimo per scrollarmi di dosso le lenzuola e vestirmi ,magari di verde che mi rendesse quindi invisibile agli occhi degli animali che transitano lungo il fossato nei pressi della mia abitazione. Diedi soltanto un piccolo sguardo all’orologio in cucina:le lancette erano ferme alle 6:20…. Ero pronto,tornai in camera per imbracciare il fodero con cui proteggo fedelmente il mio fucile;erano passati circa 10 minuti dal momento in cui vidi l’orologio,allora scesi ed uscii da casa,ma avevo come il presagio di aver dimenticato qualcosa,erroneamente stavo dimenticando di portare chi mi dona il suo amore e cerca di farmi capire la sua totale fedeltà anche nelle mie imprese più ardue:Akim la mia fantastica Epagneul Breton dai colori tradizionali,bianco e arancio e con un olfatto da far invidia ai più grandi specialisti dell’arte venatoria. Andai dietro,aprii il suo box e come un lampo iniziò a correre nel cortile,riuscì ad allacciargli il guinzaglio,non fui i a condurre l’ausiliare sul campo di battuta ma fu lei come se mi esortasse a far eseguire gli ordini per cui è nata:cercare la selvaggina. Prima del momento della sciolta mi assicurai di sapere costantemente la posizione del mio cane;molti sono gli avvisatori acustici per segnalare la posizione ma,personalmente,preferisco la consuetudine dell’utilizzo del campanaccio dal suono inconfondibile. Ecco arrivato il momento tanto atteso,la sciolta,fin da subito intuì la leggerezza e la grazia con cui Akim cercava di stanare in mezzo anche ai terreni più impervi la regina del bosco,la Beccaccia .Arrivati all’ interno di una pinetina,non poco distante dal luogo della sciolta,ecco,come d’incanto,la mia cagnolina rimase bloccata,mia accorsi con stupore che non era in ferma per un semplice uccelletto dal volo molto ordinato ma per una preda che era pronta a schizzare via come una saetta;forse non ero pronto o forse non ero lucido di mente,ma non potevo perdere un’occasione così unica ed emozionante ma fu così che la preda fu più pronta di me e riuscì a volare via . Io e la mia piccola non ci scoraggiammo e continuammo la nostra avventura .All’ improvviso si fermò:aveva percepito qualcosa:questa volta sapevo di non poter sbagliare,infatti fu subito un successo .In quegli istanti nella mia mente vedevo che quell’azione mancata pochi minuti prima era stata cancellata al omento dello stacco con una fucilata per la gloria. Ora,nonostante mi sentissi in paradiso sapevo di non potermi fermare lì non era nel mio stile e fu così che iniziai a visionare scrupolosamente le piantagioni di olive presenti al di sotto della pinetina. Avevo la consapevolezza che la beccaccia avrebbe potuto rifugiarsi all’interno dell’uliveto o semplicemente fare un piccolo saltello poco in avanti rendendomi così il tiro più scomodo e quindi non efficace. Mentre camminavo oramai scoraggiato in quanto risultava sempre più difficile il nuovo incontro,non udii più il campanaccio di Akim,due erano le possibilità :la prima era quella di un’ennesima bloccata o la cagnolina era andata talmente lontana che non potevo più udire il suono del campanaccio. Mi guardai intorno e la vidi : era di nuovo in ferma,questa volta non in un terreno scosceso o comunque quasi impenetrabile,ma si trovava in quel lembo di terreno che divideva l’uliveto dalla pinetina fu lì che capì che l’arte venatoria è come la vita :la fortuna può arrivare quando meno la si aspetta. Incoraggiai Akim per far staccare quell’animale,non mi ascoltò forse perché ora era lei ad non essere più lucida. Mi assunsi io la responsabilità di far agitare la preda al punto tale da farla staccare e quindi essere succube della mia fucilata. Quell’azione durò svariati minuti e , proprio quando meno me l’aspettavo,ecco il frullo e immediata la mia risposta efficiente. Da subito non mi ero reso conto di ciò che avevo fatto ma,quando vidi la mia bretoncina nell’azione di riporto,capì di aver fatto un gran numero con due colpi da maestro. Tornando a casa continuavo a ripetere nella mia mente cosa avessi imparato da questa uscita:quando la vita ti presenta un ostacolo che apparentemente sembra insormontabile bisogna aver forza d’animo per non lasciarsi scoraggiare per affrontarlo con successo. Tornai a casa distrutto e dopo aver pranzato mi tuffai sopra al divano e con il fuoco del camino mi addormentai soddisfatto e con la certezza da aver avuto una lezione di vita da una semplice battuta di caccia.                 

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