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La caccia seleziona uccelli più intelligenti?

La caccia seleziona uccelli più intelligenti?
Riportiamo integralmente un interessante articolo di "Le Scienze", edizione italiana della prestigiosa rivista "Scientific American", intitolato "L'influenza umana sull'evoluzione cerebrale degli uccelli".
A ciascuno le sue considerazioni.
 
"La predazione da parte degli esseri umani costituisce una notevole pressione selettiva su molte specie di uccelli: lo dimostra un nuovo studio condotto in Danimarca, secondo il quale la caccia praticata dall'uomo avrebbe via via selezionato le specie di uccelli con un cervello più grande.
Nel corso della loro storia, gli esseri umani hanno esercitato sulle altre specie animali un'elevata pressione selettiva e un incremento del tasso di mortalità. Questo dato è vero in particolare per l'epoca attuale, sia per la predazione diretta, dovuta alla caccia e alla pesca, sia per altre cause di mortalità antropogeniche, tra cui il cambiamento climatico e l'inquinamento e l'alterazione degli habitat.
Un esito inatteso della pressione selettiva umana è quello studiato da Anders Pape Møller del CNRS francese e dell'Université Paris-Sud, e Johannes Erritzøe dell'House of Birds Research a Christiansfeld, in Danimarca. Secondo i risultati illustrati sulla rivista “Biology Letters”, infatti, la caccia praticata dall'uomo avrebbe via via selezionato le specie di uccelli con un cervello più grande.
I ricercatori sono partiti dall'ipotesi che avere una buona capacità di distinguere tra gli esseri umani pericolosi e gli altri
conferisce un notevole vantaggio selettivo, e fa la differenza tra essere predati e sopravvivere.
Hanno così analizzato le caratteristiche anatomiche di 3781 uccelli di 197 specie diverse impagliati tra il 1960 e il 2015, confrontando in particolare le dimensioni cerebrali di quelli cacciati e di quelli non cacciati, grazie a una legge danese che obbliga i tassidermisti a registrare la causa di morte di ogni esemplare trattato. Oltre a ciò hanno misurato il peso di ogni esemplare e stimandone quindi l'età presumibile al momento del decesso.
Hanno così scoperto a cadere vittime dei cacciatori erano stati con maggiore frequenza quelli con i cervelli più piccoli rispetto alle dimensioni corporee, con corpi più grandi (che costituiscono bersagli più facili) e di sesso maschile (probabilmente a causa dei colori delle penne più vistosi).
Ma il dato più significativo è che se un uccello aveva un cervello grande rispetto alle dimensioni del resto del corpo, la probabilità di essere cacciato diminuiva di 30 volte, indipendentemente da altri fattori quali età alla morte, massa corporea, sesso e specie.
La conclusione degli autori è dunque che i cacciatori potrebbero aver involontariamente favorito la selezione degli uccelli con le dimensioni cerebrali maggiori, eliminando quelli con il cervello più piccolo.
Alcuni biologi evoluzionisti hanno però commentato con scetticismo queste conclusioni, perché lo studio mostra solo una correlazione tra uccelli cacciati e dimensioni cerebrali su una lunga serie di dati storici. Per dimostrare l'esistenza di un processo di selezione in atto occorrerebbe un esperimento sul campo, da cui emerga che interrompere la caccia porta all'evoluzione di uccelli con cervelli più piccoli.
Møller però ha già individuato un modo per verificare indirettamente questa previsione, grazie al fatto che negli ultimi cinque anni in Europa è stata proibita la caccia dei beccaccini e dei chiurli: il ricercatore progetta infatti di confrontare i campioni raccolti prima e dopo l'entrata in vigore del divieto."
 
 
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