Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Quale WWF?

Quale WWF?
Ieri s’è diffusa la notizia che durante la 64° Assemblea generale del Consiglio Internazionale della Caccia (CIC), svoltasi alcuni giorni fa in Svizzera, a Montreux, s'è discusso sulla necessità di vincere le forti spinte anticaccia informando meglio, e con dati scientifici, le popolazioni urbane, proprio quelle ove s’annidano la maggior parte degli animali-ambientalisti, ma anche prive di un vero rapporto diretto e costante con ambiente e natura.
Questa è una battaglia fondamentale per la sopravvivenza futura dell’attività venatoria, e bene ha fatto il presidente CIC George Aman a sottolineare il fatto che i cacciatori, nonostante il loro grande impegno per la gestione del territorio e la conservazione delle biodiversità, continuino a ricevere fortissima opposizione da parte di un mondo sempre più…animalista e meno ambientalista!
Un intervento che ha destato molta attenzione è stato quello di Marco Albertini, Direttore Generale del WWF International, presente all’incontro e che ha voluto precisare la necessità di lavorare fianco a fianco con il mondo venatorio, perché, secondo lui, i veri problemi della fauna selvatica, andrebbero ricercati altrove, e non imputati in toto alla caccia.
La caccia sostenibile, gestita e regolamentata  contribuisce al controllo del bracconaggio e, a volte, è l'unica fonte di reddito per le famiglie e le comunità rurali” ha detto Lambertini, precisando come l’attività venatoria sia un reale vantaggio per la natura e per la fauna selvatica.
La caccia dunque sarebbe un “diritto fondamentale” per molte comunità, non va dunque demonizzata e bene fa il CIC, ma noi aggiungiamo che non è il solo, a combattere il bracconaggio, sforzo che va intensificato al fine di poter dimostrare il beneficio e la sostenibilità dell’attività venatoria.
 
Per noi, qui in Italia, le parole di uno dei massimi dirigenti mondiali del “World Wife Foundation for Nature”, la più grande organizzazione mondiale a difesa della natura,  sono dolci come il miele, ma si scontrano con la realtà dei fatti, ed atteggiamenti totalmente differenti da parte di WWF Italia, spesso schierata contro il mondo venatorio a fianco delle associazioni animaliste più estreme ed ostili a noi, come LAC o LAV.
Molto spesso WWF Italia è stata alleata alle altre associazioni ambientaliste e ambientaliste in iniziative contro i cacciatori, e noi qui in Piemonte ne sappiamo qualcosa, proponendo chiusure o fortissime limitazioni alla caccia o al prelievo di talune specie selvatiche, sino al chiedere alla politica di imporre divieti assoluti. 
Egualmente la troviamo giornalmente impegnata in massicce campagne di comunicazione, come l’ultima lanciata a favore del lupo (SOS lupo, l’sms…solidale!), e  questo a prescindere dall’impatto negativo della presenza del grande carnivoro sull’ambiente e sulla vita delle popolazioni rurali.
Se davvero il mondo ambientalista prendesse atto dell’importanza della nostra attività, e della sostenibilità del prelievo di specie attualmente cacciabili (si pensi agli studi scientifici sull’avifauna migratoria), ma anche della necessità di contenere e regolare la crescita di popolazioni selvatiche in grado d’arrecare danni al mondo agricolo (o fortemente invasive come quelle alloctone), per noi sarebbe una grande notizia, quasi l’alba di un nuovo mondo!
Lo sarebbe, ma non illudiamoci perché al momento non sembra proprio sia così; ed allora noi ci chiediamo: dobbiamo credere al WWF…mondiale, oppure a quello…nazionale?
 
 
 
Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura