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Lupi alpini: quando la montagna partorisce il topolino

Lupi alpini: quando la montagna partorisce il topolino
L’appuntamento era fissato per il 19 maggio, un venerdì, a Torino negli uffici di Regione Piemonte, presente Alberto Valmaggia, assessore all’Ambiente, sviluppo Montagna, Foreste e Parchi.  
Quel giorno Life WolfAlps, il famoso progetto di studio e protezione del lupo, nato per favorire la convivenza stabile tra il grande carnivoro e le attività economiche sulle Alpi, generosamente co-finanziato dall’Unione Europea, ma nel quale vi sono anche molti quattrini dei contribuenti piemontesi, avrebbe messo le sue carte sul tavolo, svelando quanti lupi ci fossero in Piemonte, e più generalmente su tutto l’arco alpino italiano!
Per carità, noi qualcosa sapevamo già, o perlomeno avevamo intuito, perché quei signori li avevamo affrontati a muso duro diverse volte negli ultimi due anni, portando alla luce notizie di continui avvistamenti e predazioni, rendendo pubbliche foto o video dell’atavico predatore, e raccogliendo anche numerose testimonianze sul posto; arrivando infine a…tener conto di tutti i lupi ufficialmente recuperati morti in Piemonte, o per i quali vi era la certezza che davvero lo fossero stati. 
In due casi, ad esempio, dopo esser stato visto e fotografato da diverse persone, il corpo del lupo venne fatto sparire nel nulla da chi, almeno così possiamo immaginare noi, forse temeva venisse trovato e sottoposto ad analisi necroscopica.
Anche l’anno prima però, il 22 gennaio 2016, sempre di venerdì ma questa volta a Cuneo, dove esiste il Parco Naturale delle Alpi Marittime, principale ente beneficiario e coordinatore del progetto, Life WolfAlps, quella volta con grande spolvero di mezzi e di fronte ad un numeroso pubblico, aveva comunicato alla comunità scientifica ed al mondo dell’informazione lo status e  le stime numeriche delle popolazioni piemontesi di lupi a quella data. 
 
Noi però di una cosa c’eravamo subito accorti: i loro conti non tornavano. Non tornavano affatto, in maniera eclatante!
Sembrava infatti che i lupi, giunti in Piemonte alla fine anni ottanta/inizio novanta del secolo passato, avessero cessato d’aumentare di numero con quella formidabile progressione che ne aveva inizialmente accompagnata l’espansione alpina.
Sono 80/90 al massimo”, ci dissero in occasione di numerosi dibattiti pubblici i loro referenti, snocciolando dati precisi che riproducevano una fotografia, secondo noi alquanto inesatta ed incompleta, del territorio piemontese occupato stabilmente da…soli 21 branchi su un totale di 23 in tutte le Alpi italiane, di cui 14 in provincia di Cuneo e 7 in quella di Torino, più alcuni soggetti isolati. 
Andarono ben oltre, segnalando come i branchi riproduttivi fossero solamente 4, come a dire che quell’anno il loro numero sarebbe cresciuto in maniera contenuta, poiché è sempre la sola “coppia alfa” a prolificare, e lo fa mettendo al mondo un numero di cuccioli che può variare da 2/3 sino a 7/8 soggetti; tutto questo anche se poi i famosi esperti ci spiegano come i nostri branchi siano composti in media da 5 animali.
E dunque quest’anno noi ci saremmo aspettati una stima non lontana dai numeri comunicati a Cuneo, o addirittura più bassa, anche perché nel frattempo erano stati ufficialmente rinvenuti morti oltre 30 lupi, molti dei quali investiti dai…pericolosissimi automobilisti piemontesi!
Insomma era avvenuta una vera e propria strage, e noi temevamo per la sopravvivenza di Ezechiele, con un saldo negativo tra nascite e morti in Piemonte per tutto il 2016/2017.
 
Ma la natura, si sa, riserva continue sorprese, capace sempre com’è di rinnovarsi quando meno te l’aspetti, e così è stato anche questa volta: i lupi, invece di diminuire in numero in questo anno e mezzo, sono…incredibilmente cresciuti, e con una progressione tali da farli apparire… prolifici come conigli!
Infatti essi sono aumentati proprio come i simpatici roditori, quasi raddoppiando in sedici mesi, se pensate che, così come dichiarato dalla loro coordinatrice scientifica, il totale dei branchi alpini è salito ora a 31, più 8 coppie ed alcuni soggetti isolati che scorrazzano qua e là spingendosi sino in pianura, ma tra questi quelli piemontesi sono addirittura “esplosi”, avendo loro la certezza della presenza di ben 27 branchi, 6 coppie ed 1 individuo stabile, per un totale minimo di 151 lupi
Nel cuneese poi ora ci sarebbero  17 branchi e 3 coppie per un totale di minimo 101 lupi, mentre nella provincia di Torino sarebbero 10 branchi e 3 le coppie per un totale di minimo 46 lupi
E quindi, se la matematica non è un’opinione, 151 di minimo contro stime precedenti di 80/90 lupi al massimo, danno un incremento di circa il 75% su base annua, che scende di poco se prendiamo come riferimento il più alto tra i numeri di quella sommaria valutazione; ma non basta, perché anche il numero dei branchi avrebbe subito un’accelerazione poderosa, cresciuto come parrebbe essere del 30% in 12 mesi, e tutto questo senza considerare i tanti (e con l’ultimo, di questi giorni, noi ne possiamo documentare addirittura 35!) lutti accertati nella popolazione lupina piemontese.
Qualcosa evidentemente in quei conti non torna, anche perché stiamo parlando di una popolazione ormai stabilmente insediata sul territorio della nostra regione da oltre vent’anni, e non certo di quei primi nuclei che quindi hanno il beneficio di una maggiore progressione numerica iniziale su un territorio…ancor vergine.
 
Quei conteggi poi non sono affatto coerenti con quelli dello scorso anno, così come non lo erano già quegli stessi con altri precedenti al “Progetto Life WolfAlps”.
Nel 2005, ad esempio, e quando non c’erano ancora sul piatto i quattrini dell’Europa (vedremo dopo quanti sono), ed era operativo il “Progetto Lupo” di Regione Piemonte, i branchi stabili erano appena 7, di cui 4 in provincia di Cuneo, 3 nel torinese.
Cinque anni dopo, con i conteggi effettuati durante il terribile inverno 2008/09,  il loro numero era raddoppiato, ed i branchi saliti a 14, di cui  9 nella “Provincia Granda” e gli altri 5 in quella di Torino.
Questa fantastica progressione, era però inceppata in qualche problema inatteso, perché tra 2010 e 2015 la crescita dei lupi s’era dimezzata, tanto che i 14 branchi erano divenuti 21, e tutto questo oltretutto ce lo avevano raccontato a Cuneo proprio loro! 
Ora, in un solo anno, evidentememte s’è recuperato tutto il terreno perduto, ed i branchi sono magicamente cresciuti, come nei 5 anni precedenti. Strano…no?
Ma se quei conti non tornano, almeno a coloro che come noi vogliono usar testa loro e non quella altrui, quelli economici…fanno invece versare lacrime amare a tutti, o quanto meno a disperarsi dovrebbero essere i contribuenti europei ed italiani, perché qui si tratta di…soldini pubblici. Di tutti!
Il progetto Life, euro più euro meno, alla fine è costato  6.100.454 €, con un contributo finanziario europeo di ben 4.174.309 €.
Troppi, davvero troppi specialmente se si considera lo scarso risultato finale ottenuto sinora.
Vero è che si tratta di animali e di Alpi, ma qui si può davvero sostenere come avessero ragione i latini quando scrivevano: “parturient montes, nascetur ridiculus mus“, e cioè…la montagna ha partorito un ridicolo topolino.
E purtroppo il "topolino" non è quello disegnato da Walt Disney; ma d’altro canto nemmeno il lupo piemontese è pasticcione ed inconcludente come l’Ezechiele disneyano, perché il nostro, a differenza di quello, i tre porcellini se li mangia davvero
 
 
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